Opere prime



Durante gli incontri di formazione sui libriillustrati dedicati agli adulti, spesso ci viene chiesto come scegliamoprogetti, illustratori e autori, e in che modo e perché decidiamodi farli lavorare insieme. È una domanda che richiede una rispostacomplessa, perché ogni nostro libro, che è un'opera collettiva, nascein modo e per ragioni diverse, quindi un unico modo di procedere nonesiste. Pertanto, quando rispondiamo, emerge sempre questa specificità,anche e soprattutto in relazione a una delle caratteristicheprincipali del nostro catalogo, che è quella, fin dai suoi esordi,di annoverare numerose opere prime.

Spesso civiene chiesto, a questo proposito, cosa ci spinge in questa direzione,di rischio e sperimentazione, e quali sono gli autori e gli illustratoriche hanno pubblicato con noi per la prima volta. Anche in questo caso,la risposta è complessa. Di solito, un po' troppo per il tempo diun incontro pubblico: senza avere sott'occhio il catalogo, che oggicomprende un centinaio di titoli, è quasi impossibile ricordaretutto e tutti. Lo scopo di questo post perciò è ricapitolare,sebbene in sintesi, il percorso fatto in questi quasi dieci anniattraverso scelte, scoperte, progetti.







In cosa consiste un'opera prima? Intanto, ricordoche il nostro ambito è quello dell'albo illustrato, e in particolareper bambini e ragazzi: categoria che non ci è mai andata stretta oapparsa svilente. Con l'idea che i nostri lettori fossero, e siano,piccoli, siamo sempre stati a nostro agio, forse perché abbiamocominciato questo lavoro spinti dall'ammirazione e dall'interesseper la letteratura, illustrata e non, per ragazzi. Letteratura nataper loro, anche se poi è stata amata e letta da tanti adulti. Èinutile che mi metta a enumerare la quantità e la qualitàdi autori e illustratori che, nel corso della storia, vi si sonodedicati, creando un patrimonio di cultura dal valore inestimabile:in questo blog se ne parla e se ne è parlato spesso. Questaprecisazione è importante, perché quando parlo di opere prime,intendo appartenenti a questo ambito.





Per tornare a noi, ci sono statiillustratori noti che al momento della collaborazione con noiavevano già all'attivo una intensa vita professionale, e hannopubblicato con noi il loro primo albo illustrato (ma per alcuni diloro si è trattato, tout court, del primo libro): penso a Guido Scarabottolo, Camilla Engman, Alessandro Gottardo, Ana Ventura, Marina Del Cinque, Julia Binfield, Francesca Bazzurro, Antonella Toffolo. In questo caso,quello che ci ha attratto verso di loro, è stato l'avvertire notevolipotenzialità narrative nel loro segno e immaginario. Ci sembravache la loro padronanza tecnica, la sicurezza e la versatilità,l'identità ben formata e matura avrebbero potuto essereindirizzate con buoni risultati nella realizzazione di un raccontoper immagini dedicato ai bambini.




Spessol'idea della storia su cui poi il libro si è fondato, è partitaproprio dalla messa a fuoco di una o più immagini scelte dall'archiviodi questi autori, che hanno funzionato come matrici, come cellule madriper lo sviluppo dei progetti. In altri casi, invece, abbiamo atteso,anche a lungo, che capitasse la storia, cioè il testo, cioè l'autore,giusti: a lungo perché l'incontro fra due immaginari è delicato eimprevedibile. Forse il lavoro di un editor di libri illustrati nonè diverso da quello di un'agenzia matrimoniale: non si tratta ditrovare due persone che vadano d'accordo per il tempo di una pizza,di un viaggio in treno o di una scampagnata, ma di individuare quellacorrispondenza che consente di condividere parti di sé molto personali,e senza la quale la spinta per affrontare un lavoro impegnativo come unlibro illustrato, può venire a mancare.




Molti sono stati,poi, gli illustratori più o meno giovani, che hanno esordito con noi(oggi fa un po' ridere pensarli come esordienti, anche se dal lorodebutto sono passati pochi anni): la prima che mi viene in menteè Maja Celija, perché è statala prima in ordine tempo. Ma ce ne sono tanti altri: Antonio Marinoni, Joanna Concejo, Simone Rea, Alicia Baladan, Massimo Caccia, Valerio Vidali, Luca Caimmi, Francesca Zoboli, Anna Cairanti, Claudia Carieri. Di questo gruppo fanno parteanche Chiara Armellini, Lotte Bräuning, Eleanor Marston, Gwénola Carrère, Kiyoko Sakata, Keisuke Shimura, Harriet Russell: ma li cito separatamenteperché la loro caratteristica è di essere stati notati grazie allamostra degli illustratori di Bologna che continua a essere una selezionepregiata di talenti (e l'indice della sua vitalità sta nei dibattitiche si scatenano a ogni nuova edizione, secondo il parere della giuriain carica). E va detto che in almeno tre casi di questi, dalle tavoleesposte, poi sviluppate in una narrazione compiuta, sono nati tre libri:Una bacchetta magica,Brutto & Bello eTi faccio apezzetti.




Potremmopoi continuare l'elenco degli illustratori “scoperti”, rivelandovialcuni nomi di cui abbiamo in cantiere progetti per questo autunnoe la primavera prossima: ma per ora ce li teniamo per noi, diciamoper scaramanzia.
Un'altra miniera di proposte interessanti,che abbiamo sempre vagliato e vagliamo con attenzione, è costituitadal materiale che quotidianamente arriva in redazione. Forse perchésono stata “scoperta” e pubblicata da una editor che aveva labuona abitudine di prendere davvero in considerazione tutto quelloche arrivava in redazione, cioè Francesca Lazzarato quando lavoravaper Mondadori Ragazzi, mi è sempre parso doveroso considerare conattenzione i materiali che ci vengono spediti, e rispondere, che sitratti di dire un sì o un no, a tutti quelli che li spediscono,e questo fin dal primo giorno di vita della casa editrice,benché ciò comporti molto lavoro.





Correttezza a parte, dedicarsi aquesta attività conviene, perché le sorprese in serbo, nel nostrocaso, sono state tante, che si trattasse di testi o immagini: da Velluto. Storiadi un ladro a Senza nome, daIl signor Nessuno a Un foglio più un foglio,da Laleggerezza perduta a I pani d'orodella vecchina, da Ninna nannaper una pecorella a Filastrocca delle mani,da Cielo bambino aC'era unavoce.



E gli scrittori? Nonmancano, naturalmente, gli autori di testi che abbiamo avuto la fortunadi trovare e pubblicare per la prima volta, anche se, come ho già avutomodo di dire, l'offerta in questo caso è stata meno ampia rispettoa quella di buoni illustratori (ma le cose, oggi, sembrano avviate aun rapido cambiamento). Fra gli scrittori che hanno esordito con noi:Alessandro Riccioni, Perrine Ledan, SilvanaD'Angelo, Eleonora Bellini, Mauro Mongarli, Antonio Koch, Giovanni Paolucci, Giuseppe Mazza (e includiamo anche AliciaBaladan, Gwénola Carrère, Harriet Russell e Chiara Armellini,poiché non è scontato che un illustratore sia anche autore dibuoni testi).
Alcuni autori al loro esordio assoluto(o nella letteratura per ragazzi) hanno lavorato per noi allacollana Anni in tasca (graphic e non): Marta Iorio, Giulia Sagramola, Michele Petrucci, Ugo Cornia, Cesare Finzi, Margherita Emo, Anna Pavignano, Elena Soprano.



A dire la verità,questo lavoro, che si potrebbe configurare come una vera e propriaazione di scouting, per usare un termine anglosassone, non è statoprogrammatico. O meglio, è stato programmatica la curiosità per quelloche vedevamo intorno a noi e ci sembrava più interessante. È statoprogrammatico l'interesse per i risultati che tanti autori nuovi, diimmagini e di testi, promettevano, quando ci mostravano le loro idee, iloro progetti, facendo balenare davanti ai nostri occhi le potenzialitàdel loro lavoro, spesso ancora in fase embrionale, ma in molti casigià connotato dai segni di una bellezza e di una forza che si sono poimanifestate. E programmatica è stata l'idea di coinvolgere nell'ambitodella letteratura per bambini e ragazzi, persone che fino a quel momentovi erano rimaste estranee, convinti che il loro punto di vista, formato sualtre esperienze, competenze e culture, costituisse una novità importantee stimolante per i giovani lettori.







Naturalmente, lavorare in questo modo può comportaredifficoltà. Lavorare con una persona che ha già esperienza spessoè una garanzia. Valga su tutti un esempio: Beatrice Alemagna è unamacchina da guerra quando si mette a lavorare a un progetto, dotatadi una professionalità implacabile. Quando si discutono insieme lecose, nei momenti delicati che sempre attraversa un libro in fase disviluppo, ti accorgi non solo che lei ti ascolta con grande attenzione,ma che poi sa elaborare le indicazioni in un risultato brillante e deltutto personale. E che ti riconosce, con molto rispetto, il ruolo ela parte che hai avuto in un'opera che porta il suo nome. Il che èuna caratteristica, per nulla scontata, della capacità di lavorareinsieme. Ma ci sono autori, illustratori ed editori a cui è estraneaquesta modalità e che, anche per esperienze negative pregresse,percepiscono la collaborazione con diffidenza, la relazione comeintromissione e il confronto come conflitto.




Larelazione fra l'editore, l'editor e gli autori non è semplice. Bisognacapirsi, rispettarsi, ascoltarsi: a volte chi è alle prese conil suo primo libro va per la sua strada, immerso in una sortadi ansioso, preoccupato, concentrato, a volte autoreferenziale,stato creativo. Per questo il confronto è vitale, per acquisiredistanza critica da quello che si fa (e questo vale non solo per iprincipianti, ma per tutti). Ma non è sempre detto che una linguacomune si trovi. L'inesperienza e la lontananza (molti nostri autorisono stranieri, perciò si lavora sempre da lontano, avvicinati dalletecnologie disponibili; ma la distanza è distanza...), psicologicae fisica, possono giocare un ruolo negativo. Ma non è detto:a volte proprio l'essere alle prime armi fa sì che la relazionecon l'editore sia avvertita come indispensabile, e diventi perciòintensa e positiva. Senza contare che, dalla sua, ogni esordiente ha unvantaggio incommensurabile: l'entusiasmo.







Che è un termine dall'etimologiarivelatrice:  
Letteralmente la parola grecaἐνθουσιασμός (enthousiasmós)deriva dal verbo ἐνϑουσιάζω, essereispirato, contenente il lemma ἔνϑεος,composto di ἐν, in, e ϑεός, dio, il diodentro.

O, per dirla con il Dizionarioetimologico della lingua italiana, Cortellazzo-Zolli: 
Entusiasmo: s.m.'Presso i Greci, l'ispirazionedivina, lo stato di esaltazione che essa produce; la via perraggiungere lo stato finale della visione perfetta, l'estasi; ardoredell'immaginazione, estro ispirazione' (“quel furore medesimo chechiamano i Greci entusiasmo”)...

 




Equesto senza togliere nulla agli altri, che spesso portano in doteall'editore saggezza, misura ed esperienza, oltre a un entusiasmolevigato dagli anni. È bello avere entrambe queste possibilità,perché quello che alla fine per noi è più importante è offrire uncatalogo vario, ricco, che offra un ampio spettro di stili. Poiché lostile altro non è che il modo in cui un autore pensa, guarda, riflettee restituisce il mondo intorno e dentro di sé. Ed è fondamentale che ibambini e i ragazzi facciano questa esperienza di incontro e confrontoquanto più possibile.
(gz)