Orfanità, precoce colpo di quasi fortuna

Domenicamattina, ci siamo trovati a chiacchierare con Giusi Quarenghi di un libroillustrato uscito da qualche mese e salutato come un capolavoro di umorismo.

E Giusi ci ha detto una cosa, in proposito,che ci ha fatto esclamare: per favore, scrivicela per il nostroblog!

L’ha fatto. La leggete qui diseguito. Grazie, Giusi.

[di GiusiQuarenghi]
L’ho letto, l’horetto; ma la quarta mi è andata di traverso. Passi la merda, ma conl’aureola no!
L’ho letto. E ascoltandoquesti genitori che si liberano, riconoscono e rigenerano, grazieall’outing aggressivamente deiettivo e coprolalico,di colpo mi si è abbassato il baricentro e, tra tanti grandi benpensantimalparlanti, mi sono sentita la creaturina nana minacciata di ’stocazzo di nanna.
E mi sono vista afferrare il mio cuscino e cercare lesta lesta riparo fuori, all’aperto,nella notte sotto i ponti, un ponte qualunque, piuttosto che tiraremattina (non parliamo di svernare fino alla maggiore età) entro questepareti domestiche, con ’sto cazzo di genitori (niente a che vedere conla buona memoria di quelli sufficientemente buoni,meglio se tutti e due, ma anche con solo la mamma era fatta). Un pregio cel’ha, questo libro: riabilita e riscatta l’orfanità e la illumina:non disgrazia e appiglio di ogni futura perdizione, ma quasi statodi grazia e precoce colpo di quasi fortuna.

La “quarta” di cui parla Giusi, èquesta (cliccare per leggere):