Picnic

Su Wikipedia si legge: «Con il termine picnic (in italiano dialettale, poco usato: romanata) si identifica quel tradizionale pasto all'aperto compiuto in un contesto turistico o comunque che abbia una funzione sociale e ludica e non solamente alimentare. Ciò che lo caratterizza è il piacere del contatto con la natura e la partecipazione di più persone che provvedono a portare singolarmente il cibo che viene poi condiviso, senza avere l'ufficialità e lo sfarzo del convivio aristocratico-nobiliare.»A parte l’entusiasmo che mi ha provocato la scoperta della «romanata» come traduzione di una locuzione di origine francese che si potrebbe tradurre con «spiluccare qualcosina senza impegno», a questa definizione mi pare manchi qualcosa di fondamentale: il picnic è la quintessenza della primavera. O, almeno, lo è per me.

Questa primavera freschetta e piovosa mi sta, ci sta facendo perdere un sacco di occasioni da picnic: ormai ci rimane solo la festa della Repubblica, il 2 giugno, per sperare in quel primo sole, ancora troppo debole per  suggerire di concedersi la quasi nudità, che ci arrossa naso, braccia e gambe e ci regala delle belle abbronzature da ciclista, le cui tracce porteremo per il resto dell’estate.

L’impossibilità materiale di organizzare un picnic a basso rischio di precipitazioni mi ha indotto nella fantasticheria. È stato così che ho cominciato a pensare che potrebbe essere una bella idea organizzare un picnic aziendale: il Grande Picnic dei Topi, al quale invitare dipendenti, autori, illustratori, librai, studiosi, blogger vari, amici che non c’entrano niente. Ed è stato così che ho scoperto che qualcuno ci aveva già pensato prima di me. E aveva fatto le cose in grande. Lo Herman Miller Sweet Corn Summer Picnic è un evento aziendale che si è svolto dal 1970 al 1989, sotto l’egida del celebre produttori di mobili di design.

Dalle foto si evince che i dipendenti e le loro famiglie si divertivano un sacco. Ma la ragione per la quale questo evento è davvero notevole, almeno dal punto di vista della comunicazione visiva, è la serie di poster creata da Steve Frykholm, il progettista grafico dell’azienda. Sorprende particolarmente pensare che per Frykholm si trattava del primo incarico ricevuto, dopo appena due settimane di lavoro in azienda, fresco di master in graphic design alla Cranbook Academy of Art: inventati qualcosa, gli dissero, per promuovere questo evento.

1970.

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1989.

 

Vien quasi la tentazione di lanciare uno di quei TopoConcorsi nei quali non si vince niente: disegna il poster del TopoPicnic. Che ne dite? Lo facciamo?