Uomini, storie e confini

Gli albi illustrati sono creature abituate a essere manipolate, anche con una certa rudezza, a stare fra le mani e sulle ginocchia, a dover far finta di essere quel che non sono: tende, tetti, pareti, rifugi, garage. Si capisce, quindi, che non amino le mostre, che li costringono nello spazio chiuso nelle vetrine, rendono impossibile sfogliarli, mettono una distanza fra loro e il lettore e, soprattutto, i lettori bambini.

Ma per quanto loro non le amino (e forse proprio per questo sono così rare), le mostre di albi illustrati sono importanti e preziose, perché quei libri, un po’ aperti e un po’ chiusi, uno accanto all’altro, tutti insieme, riescono a fare qualcosa che a nessuno di loro, neanche il più grande e bello e letto e amato, potrà mai riuscire: rivelare strade già percorse e indicare vie nuove.

Verso il confine… e oltre! Raccontare le migrazioni negli albi illustrati, la mostra che inaugura alle 15.30, il 19 ottobre, a Venezia, a Palazzo Cosulich (Dorsoduro 1405, Fondamenta Zattere), e che resterà aperta fino al prossimo 28 novembre, si propone di sondare le strade già percorse in anni recenti dall’editoria globale per affrontare con bambini e ragazzi il tema delle migrazioni e, in senso più allargato, l’idea del confine e del suo attraversamento. Non a caso, la mostra nasce nel contesto di un progetto FAMI: IMPACT Veneto, che ha visto studiose e studiosi dell’Università Ca’ Foscari recarsi nelle scuole secondarie di secondo grado della regione per incontri informativi sul tema della migrazione destinati agli insegnanti, e per dei laboratori di scrittura destinati agli studenti, con il coinvolgimento di scrittrici e scrittori.

Gli albi selezionati per questa esposizione non si limitano a mettere in luce l’aspetto più cronachistico e drammatico del tema della migrazione, attraverso storie molto forti e crude, come Zenobia di Morten Dürr e Lars Horneman, o Mediterraneo di Armin Greder, ma pongono l’accento anche su narrazioni verbo-visuali che permettono di accostare i ragazzi a questo tema con un approccio più allegorico o metaforico, mostrandone le molteplici sfaccettature e avvicinandolo, in qualche caso con umorismo e ironia (è il caso, per esempio, di Di qui non si passa!, di Isabel Minhos-Martins e Bernardo Carvalho), al vissuto quotidiano di bambini occidentali, che vivono nell’agio e nella sicurezza di sapere dove sia la loro casa.

 

Zenobia di Morten Dürr e Lars Horneman (Mondadori, 2019) e Mediterraneo di Armin Greder (Orecchio Acerbo, 2017).

Di qui non si passa! di Isabel Minhos-Martins e Bernardo Carvalho (Topipittori, 2015).

Accanto ai libri che affrontano, come abbiamo visto, più o meno direttamente il tema del confine e del suo superamento, troviamo però anche un corpus di libri che enfatizzano il ruolo dell’editoria – e di quella illustrata per ragazzi in particolare – nei processi di acquisizione culturale. Infatti, in mostra si trova anche una raccolta di venti libri iraniani pubblicati dal 1973 al 1983 circa, provenienti dal Fondo Sergio Silva dell'Istituto Comprensivo Salvo d'Acquisto di Parma. Questi libri erano stati presentati al Graphic Prize della Mostra Internazionale di Illustrazione di Bologna (l’antesignano del Bologna Ragazzi Award). Libri esemplari di un fenomeno fondamentale nell’evoluzione della cultura: quello delle storie che migrano e che da più di cinquant’anni trovano un approdo sicuro nella Fiera del Libro per Ragazzi di Bologna.

Zanbur-e ‘asali be naøm-e Vezvezi (L’ape Vezvezi), di ‘Ali Ashraf Karimi, illustrazioni di Nasrin Khosravi (Kānun, Tehran, 1358/1979).

 

 

In senso orario: Alefbaø-ye Faørsi (L’alfabeto persiano), illustrazioni di Na¯hid Haqiqat (Kānun, Tehran, 2536/1356/1977); Qesse-ye ‘amme Golchin (Storia di zia Golchin), racconto di Manuchehr Karim Zāde, poesie di Mirzā Āqā ‘Askari, illustrazioni di Hushang Mohammadiyān (Kānun, Tehran, 1358/1979); Gorgu (Il lupacchiotto), di Nāser Irānī, illustrazioni di Nikzād Nojumi (Kānun, Tehran, 1358/1979); Gordāfarid, riscrittura di un episodio dello Shānhnāme di Ferdowsi, illustrazioni di ‘Ali Akbar Sādeqi (Kānun, Tehran, 1352/1973).