Abita il rifugio

Un gruppo di ventitré insegnanti di tutta Italia ha deciso, nel maggio scorso, di salutare con la poesia un anno difficile e imprevedibile, e lo ha fatto decidendo di leggere in classe, ogni mattina, un testo della raccolta E sulle case il cielo di Giusi Quarenghi e Chiara Carrer.
 Un impegno piccolissimo, ma un gesto grandissimo. E da imitare come buona pratica didattica e non solo in casi emergenziali. Qui si racconta come è andata.

[di Cunegunde]

«Voglio bene a te

e ai tuoi capelli corti

ai tuoi lacci sciolti

e alle tue calze giù…»

Come concludere l’anno scolastico?

Addentrandoci verso la fine di un anno segnato dall’incertezza e dallo spaesamento pandemico, ci siamo risposte che avremmo voluto salutarlo con la poesia. E l’avremmo voluto fare abitando in modo nuovo quel luogo che è la nostra seconda casa, dove i bambini e le bambine si sono potuti ritrovare, dove hanno sostato, e dove a volte si sono rifugiati: la scuola. Bistrattata, accusata, a volte ignorata, la scuola è stata per molti alunni e per noi insegnanti un luogo per ritessere fili lasciati in sospeso e ritrovarci attorno alle buone storie.

E sulle case il cielo, di Giusi Quarenghi, con illustrazioni di Chiara Carrer (Topipittori, 2015).

È sbocciato così Abita il rifugio, la proposta di accoglienza mattutina di Cunegunde dedicata alla poesia nella scuola primaria. In occasione de Il maggio dei libri, nell’ultimo mese in classe prima delle vacanze estive, ventitré insegnanti da tutta Italia si sono passate/i virtualmente la raccolta E sulle case il cielo di Giusi Quarenghi e Chiara Carrer, donando una poesia al giorno alla loro classe.
 Un impegno piccolissimo, una carezza mattutina, per tutto il mese di maggio.

Dal lunedì al sabato abbiamo raccolto sui nostri social voci e volti che compaiono uno accanto all’altro, vicini in questo anno di distanze fisiche, in un sussurro poetico di più maestre e maestri per praticare con piccoli riti un arrivederci al grande rifugio che ci ha ospitati. Una rete, un passamano tra tutte le nostre classi e oltre, per far risuonare il più possibile la poesia nelle nostre aule.

Illustrazione di Chara Carrer per E sulle case il cielo, Minitopi 2015.

A ogni insegnante lettore è stato affidato un giorno di maggio, una poesia di Giusi Quarenghi, un’illustrazione di Chiara Carrer e uno spunto poetico. Quest’ultimo è stato da noi ideato per continuare l’immersione in modo solitario o collettivo, risvegliando tutti e cinque i sensi: piccole esperienze da proporre dopo la poesia, come ‟Osserva il cielo per 60 secondi”, ‟Cammina come se fossi un gatto”, ‟Conserva tra le pagine un fiore appena colto”, ‟Scrivi una tua paura sul libretto; strappa la pagina e poi accartocciala”, ‟Danza come se fossi vento”…

Il fil rouge che ha collegato la poesia all'immersione è stato un dono scaricabile gratuitamente in formato pdf dal nostro sito: un libricino personale da far costruire a ogni alunno e alunna, dal formato minuscolo, grande come la mano di un bambino, dove appuntare e custodire alcuni spunti poetici e alcune parole che più hanno risuonato in noi.
 Un dono intimo, raccolto, privato e, se desiderato, condivisibile. Uno spazio nel quale appuntarsi parole singole, liste di parole, brevi componimenti, da tenere cari su pagine personali, in un tempo quotidiano per stare, abitare, accorgersi.

Il piccolo spunto poetico si è poi trasformato prendendo volti differenti in base ai ruoli e alle situazioni di ciascun insegnante, diventando materiale duttile e vivo, quale è la poesia.

Antonella Capetti è stata la nostra aprifila dell’iniziativa e intorno a noi si sono raccolte venti insegnanti che condividono nei social il loro lavoro: grazie di cuore Antonella Capetti, Beatrice, Raffaela, Mariangela Scarpini, Alessandra Sala, Filippo, Veronica Marzi, Marta Busso, Elisa, Laura B., Sara, Nicolò, Carlotta De Melas, Arianna Veronese, Francesca, Anna, Chiara, Agnese, Francesca Almavilla, Francesca!

Col passare dei giorni, ci siamo accorte di quanto questo appuntamento, divenuto rituale, abbia offerto a ciascuno l'occasione di concentrarsi e centrarsi per cominciare la giornata con un respiro più ampio e consapevole di esserci e essere insieme. Una poesia da poter ascoltare e basta, come luogo in cui rimanere a giocare col suono delle parole o da lasciar scivolare via. Un ritmo, una ripetizione, un battito.

Non una poesia da dover imparare ma, solo se spinti dal desiderio, poter imparare per tenerla con sé.

Nelle nostre classi, dalla prima alla quinta, nelle ore di supplenza o subito prima di iniziare matematica, il sussurro corale una volta diffuso, ha portato reazioni diverse. Nella classe di Alice è emerso lo stupore per la possibilità di far pratica della parole liberamente, appuntandole senza il dovere di condividerle, senza l’obbligo di farle risuonare ad alta voce, ma per il solo piacere di conservarle per se stessi.  La maggior parte ha sperimentato la gioia di questa intimità trovando protezione nell’astuccio: celare il librettino insieme a matite e pennarelli in un luogo quotidiano e non dispersivo rispetto al buco nero dello zaino, è stato un percepirsi responsabile e custode del proprio sentire.

Il componimento preferito della classe di Beatrice è divenuto un arrivederci per l’anno prossimo, un dono di commiato per far sentire i bambini e le bambine pensati e abbracciati anche durante i mesi caldi. Un ponte per incontrarsi e attraverso la poesia diminuire le distanze, uniti in un solo sentire.

Per Silvia è stato significativo osservare la spinta e la postura di chi ha avvertito il bisogno di riprendere in mano il libro, lasciato visibile e accessibile in aula nei giorni. In particolare, un bambino, durante la ricreazione: gomiti piantati sul tavolo, gambe incrociate e testa a riposo sulla spalla.

D'altronde, riconoscersi nelle parole, vedersi, è un lavoro così inaspettato e intimo.


Cunegunde è un progetto di divulgazione e formazione che si fa ponte tra studi universitari sulla letteratura per l'infanzia e scuola. Siamo Alice Galletti, Beatrice Corbini e Silvia Giuliani e ci siamo incontrate e riconosciute a Bologna: come insegnanti di scuola primaria, come indagatrici della letteratura per l’infanzia e come complici guardiane dell’ora delle storie. La nostra sfida è quella di diffondere la letteratura per l'infanzia dentro i contesti scolastici, a partire da un'offerta formativa dedicata alle e agli insegnanti che lavorano ogni giorno con i bambini e le bambine, con i ragazzi e le ragazze.

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