Cambiare, scoprire, fantasticare

Gli ultimi due libri in uscita nel primo semestre del 2025, sono due titoli della collana Piccoli naturalisti osservatori, per gli amici PiNO. Il primo lo presentiamo oggi. È l'attesissimo Cambiare di Federica Buglioni, illustrato da Francesca Ballarini. Il secondo titolo lo presentiamo lunedì prossimo, con l'ultimo articolo prima della chiusura del blog per pausa estiva.

[di Federica Buglioni]

Perché, finita l’estate, le foglie cadono e le rondini scompaiono? Perché esistono i fulmini? Perché si muore? Fin da piccoli e fin dalla notte dei tempi abbiamo sentito il bisogno di comprendere i fenomeni naturali. Questo sforzo continuo di spiegare e dare senso alla vita intorno a noi ci ha portati a elaborare narrazioni, culti, miti di inestinguibile valore simbolico e naturalmente un’allegra serie di teorie bizzarre: crani di elefanti preistorici scambiati per teste di ciclopi (si pensi al mito di Polifemo), resti di dinosauri considerati scheletri di draghi, cetacei ritenuti pesci giganti. In Moby Dick Ismaele chiama pesce la balena bianca.

Nel 1605 il botanico Claude Duret descrisse l’albero le cui foglie diventavano pesci se cadevano in acqua e uccelli se cadevano a terra. 

A destra, prima che si comprendesse il fenomeno della migrazione, si pensava che le rondini passassero l’inverno in letargo in fondo ai laghi.

L’immagine ne illustra la pesca (Olao Magno, XVI secolo).  

Mi piace raccontare ai bambini che la nostra comprensione del mondo non è progredita tassello dopo tassello lungo processi lineari. Quelle che chiamiamo scoperte sono state piuttosto rotture di percorso, aperture a idee controintuitive, incontri con qualcosa di talmente inaspettato da sovvertire convinzioni e smantellare certezze. Per la scienza, infatti, la meraviglia e la sorpresa sono spesso i segnali emotivi di un’incoerenza, di qualcosa che non torna, e costringono le menti indagatrici a sollevare domande, formulare nuove ipotesi, fantasticare per riuscire a pensare il mai pensato. Una qualità importante per i ricercatori è proprio la fantasia perché, come sosteneva il premio Nobel per la fisica Richard Feynman, per comprendere le cose che effettivamente esistono, serve molta immaginazione ed è bene ricordare che la natura ha molta più fantasia di noi. Per Einstein, “La conoscenza è limitata. L’immaginazione abbraccia il mondo.”

Da pochi decenni sappiamo che i leptocefali, strani pesci oceanici piatti e trasparenti, non sono altro che giovani anguille.

Trasportate dalle correnti, raggiungono le coste europee e solo a questo punto, poco alla volta, si trasformano in grossi e scuri pesci d’acqua dolce. 

Le nostre convinzioni e le nostre limitate esperienze condizionano sempre il modo in cui leggiamo la natura. Crediamo per esempio che ogni animale viva un po’ come noi: nasca maschio o femmina, cresca diventando una copia ingrandita di sé stesso e poi, dopo un’infanzia più o meno breve, conduca una lunga vita adulta. Questa è l’idea che, più o meno consapevolmente, trasmettiamo ai bambini. Usiamo la parola ‘farfalla’ solo per indicare l’individuo adulto, cioè l’insetto alato, non il bruco. E per tutti noi la cicala non è la larva che vive decenni sottoterra ma l’animale in età riproduttiva, che vola per poche settimane e poi muore. Soltanto quando cambiamo sguardo e proviamo a osservare gli animali non per come sono in un particolare istante ma per come sono capaci di cambiare, ci accorgiamo che, così come le farfalle e le cicale, sono moltissime le specie che subiscono metamorfosi impressionanti o che sono in grado di cambiare forma, organi, comportamenti, alimentazione, abitudini, habitat, sesso, fino al punto da non avere nulla in comune con ciò che erano prima. 

Illustrazione di Francesca Ballarini per Cambiare. Trasformismi, metamorfosi, migrazioni nel regno animale.

La vita è soprattutto trasformazione. Senza mute e metamorfosi non ci sarebbero gli insetti; se qualche pesce di mare non avesse sviluppato adattamenti all’acqua dolce, non ci sarebbero pesci nei laghi e nei torrenti. Quando Darwin, nel 1837, scarabocchiò una ramificazione sul suo taccuino (vent’anni prima della pubblicazione di On The Origin of Species) e di fianco appuntò un timido I think, la sua attenzione era tutta rivolta al mutamento, all’evoluzione. Aveva viaggiato, aveva provato sorpresa e meraviglia e proprio grazie a queste esperienze di rottura aveva visto la realtà con occhi nuovi, spostando l’attenzione sul cambiamento. 

 

Questa è la più celebre tra le pagine dei due taccuini di Charles Darwin misteriosamente scomparsi del 2020 e restituiti alla biblioteca dell’Università di Cambridge due anni più tardi da un anonimo benefattore (o dal ladro pentito), avvolti nella pellicola da cucina. 

Personaggi che cambiano forma e dimensione si incontrano spesso nelle fiabe, nei miti e nei culti antichi. Assumono per magia le sembianze ingannevoli di un animale più grande, più piccolo o completamente diverso e poi tornano in un istante come prima. Gli dei dell’antica Grecia si trasformavano in tori, cigni e serpenti e nei racconti tradizionali i prìncipi diventano rospi e i topolini cocchieri di carrozze per una serata a palazzo. Quello che accade in natura non è meno sorprendente…

Comincia così il nostro - mio e di Francesca Ballarini - tentativo di cambiare sguardo per raccontare le piccole e grandi trasformazioni che avvengono nel mondo della zoologia e che, fin dall’antichità, ci hanno sopresi e incuriositi, stimolando tanto il pensiero fantastico quanto quello scientifico. Le pagine di Cambiare sono popolate da migrazioni, mute, metamorfosi, meduse che non nascono e non muoiono, pesci che cambiano sesso, anfibi che cambiano forma e ragni che cambiano colore. Mostrano animali sorprendentemente diversi da noi – come l’invidiabilissima Elysia marginata, capace all’occorrenza di buttare via il suo vecchio corpo e costruirsene uno tutto nuovo – ma mettono anche in luce i modi davvero particolari in cui cambiamo noi Sapiens.

   

  

Alcune pagine di Cambiare. Trasformismi, metamorfosi, migrazioni nel regno animale, di Federica Buglioni e Francesca Ballarini, collana Piccoli Naturalisti Osservatori

Fedeli all’insegnamento di Feynman, che invita a tenere sempre aperta la porta del libero fantasticare, e alla saggezza dei bambini, più bravi degli adulti a non alzare muri inutili tra le diverse discipline, abbiamo lasciato che testi e immagini valicassero ogni tanto i confini della scienza per includere divagazioni fantastiche, soprattutto nel campo della mitologia, e perfino un gioco, per il quale ringrazio Chicca Cosentino che mi ha regalato saggi consigli.

Fedeli all’insegnamento di Feynman, che invita a tenere sempre aperta la porta del libero fantasticare, e alla saggezza dei bambini, più bravi degli adulti a non alzare muri tra le diverse discipline, abbiamo lasciato che testi e immagini valicassero ogni tanto i confini della scienza per includere divagazioni fantastiche, soprattutto nel campo della mitologia, e perfino un gioco, per il quale ringrazio Chicca Cosentino (autrice del recente Giochi per promuovere il pensiero ecologico), che mi ha regalato saggi consigli. 

 

Postilla sulla difficoltà di cambiare idea

Aprirsi a nuove idee è difficile per tutti. Come spiegò il fisico Max Plank, “di rado un’importante innovazione scientifica si fa strada convincendo e convertendo gradualmente i suoi oppositori. Quello che accade, è che gradualmente gli oppositori scompaiono e la nuova generazione si familiarizza con quell’idea sin dalla nascita”

La storia della scienza è piena di grandi pensatori ignorati, derisi, messi all’indice, incarcerati - si pensi a Galileo - o dati alle fiamme perché le loro teorie erano così diverse, nuove e controintuitive da sembrare sbagliate, scomode, ridicole, assurde o pericolose perfino agli occhi dei loro colleghi. 

  

   

Dall'alto, a sinistra, Karl Wilhem von Nägeli (1817-1891). Non lo ricordiamo per essere stato uno dei botanici più insigni del suo secolo ma come ‘colui che non capì le leggi di Mendel, benché gliele avesse spiegate Mendel stesso’.

Le altre immagini sono le più celebri tra le innumerevoli caricature di Darwin apparse intorno al 1971, dopo la pubblicazione del suo libro The Descent of Man (l’Origine dell’uomo).