Con-Tatto: Sensi Unici

Mostra di libri e opere tattili ad Ariccia

[a cura di Associazione Start]

La mostra Sensi Unici, inizialmente prevista fino al 19 dicembre, sarà visitabile fino all'8 gennaio 2023, a Palazzo Chigi, ad Ariccia. Qui il programma aggiornato delle attività.

Con-tatto: per leggere insieme è il progetto con cui la Biblioteca Attiva di Ariccia ha iniziato un percorso volto all'accessibilità alla lettura. Una biblioteca che da sempre si occupa di educazione al visivo, ha scelto di accrescere la sua funzione a partire dalla multisensorialità e dalle possibilità offerte dalla percezione tattile per dare risposte a chi ha difficoltà di lettura, ma anche per risvegliare sensibilità e capacità sopite in tutti. Il progetto mira a creare, intorno ai libri, una comunità attenta e sensibile ai bisogni di tutti i suoi membri e al tempo stesso a riconoscere competenze e conoscenze dei suoi membri più fragili, come portatori di valore, interesse e capacità. È stato coinvolto, quindi, un ricco partenariato che permettesse di portare  riflessioni e modalità di lavoro solitamente relegate a un ambito specifico, all'attenzione di un'intera comunità, realizzando all'interno di un luogo pubblico un fondo di libri tattili illustrati e un'officina per la sperimentazione e realizzazione di materiale tattile.

Abbiamo chiesto ad alcuni dei nostri partner di raccontare in una serie di articoli gli aspetti salienti del progetto, per mantenere quell'approccio polifonico che, attraverso la molteplicità degli sguardi e delle voci, caratterizza il lavoro dell'Associazione Start, che cura il progetto Con-tatto, fin dalla nascita.

Michela Tonelli e Antonella Veracchi insieme alle colleghe del Laboratorio d'arte del Palazzo delle Esposizioni da anni si occupano di accessibilità museale e hanno dato vita alla mostra Sensi Unici, inserita in Con-tatto in quanto rispecchia perfettamente quell'unione tra tattile e visivo che è obbiettivo cruciale del progetto con un approccio operativo ed esperienziale che riteniamo fondamentale per ogni azione educativa. Siamo quindi grate che siano loro ad accompagnare lettori e lettrici del blog alla scoperta della mostra.

[di Michela Tonelli e Antonella Veracchi]

Siamo molto felici di tornare a scrivere su questo blog, di cui condividiamo i linguaggi e la visione della cultura per l’infanzia, questa volta per raccontarvi della mostra Sensi Unici che, come Laboratorio d’arte del Palazzo delle Esposizioni di Roma, abbiamo curato ormai qualche anno fa (da novembre 2016 a febbraio 2017) in collaborazione con la Federazione Italiana Prociechi, ma che riscuote ancora grande interesse e che trova oggi nuovi spazi e impulsi nella bella cornice del Palazzo Chigi di Ariccia. Siamo davvero liete che l'Associazione Start ci abbia coinvolte nel progetto Con-Tatto: per leggere insieme, perché il loro lavoro, e in particolare la bella Biblioteca Attiva a cui hanno dato vita nel 2014, rispecchiano la nostra idea di un’educazione al visivo che trova nei libri di qualità uno strumento prezioso. Ci piace pensare che lo Scaffale d’arte, biblioteca specializzata in editoria d’arte per ragazze e ragazzi del Palazzo delle Esposizioni, possa essere stata una fonte di ispirazione e uno stimolo per realtà d’eccellenza come questa.

Come nasce la mostra

Dal nostro amore per l’arte e l’editoria e dall’esperienza dei corsi di formazione che negli anni abbiamo proposto a insegnanti e professioniste del settore sono nate diverse mostre bibliografiche in cui illustrazioni originali si alternavano ai libri del nostro Scaffale d’arte per dare corpo e immagine ai temi affrontati nei nostri corsi, raccontando di volta in volta il Colore, le Emozioni, il Corpo, l’Editoria per ragazzi degli anni Settanta. Nel momento in cui avremmo dovuto presentare la selezione di libri dedicati alla multisensorialità ci siamo rese conto che sensi come tatto e udito non potevano essere affidati alle sole immagini, ma dovevano essere esperiti. Da qui l’idea di una mostra tutta da toccare, una mostra-laboratorio che non solo raccontasse la nostra passione per i libri tattili e d’artista, ma che mettesse in luce la nostra metodologia come dipartimento educativo museale: una mostra operativa, dinamica e multisensoriale che necessita del pubblico per essere pienamente esperita e che racchiude in sé tutti i momenti del nostro metodo educativo: l’approccio esperienziale, l’incontro diretto con l’opera, la mediazione del libro e la pratica laboratoriale. Nasce, così, nel 2016, Sensi Unici che ha fatto da capostipite a una serie di progetti espositivi partecipativi e accessibili come Natura in tutti i sensi, realizzata in collaborazione con Topipittori e presentata sempre in questo blog.

Come molte delle esposizioni precedenti anche Sensi Unici ha avuto luogo al piano Zero del Palazzo delle Esposizioni nel cosiddetto “Spazio fontana”, che prende il nome da una antica fontana di marmo attorno a cui si sviluppa lo spazio espositivo, con quattro “angoli” ben delimitati da altrettante arcate d’ingresso. Abbiamo quindi scelto di assecondare questo ritmo a quattro nel percorso espositivo costruendolo attorno ad altrettanti temi, i componenti fondamentali del libro: la scrittura, la carta, il filo e la stoffa.

L’angolo della scrittura e dei maestri

«La differenza non è là dove ci si aspetta, non è in tale o talaltra modalità percettiva ma è nell’appiattimento delle menti, abituate a riconoscere che le cose sono conformi a una realtà stabilita a priori.»  [Sophie Curtil]

Una mostra di libri e opere tattili non può prescindere dai maestri, coloro che per primi hanno coniugato oggetto-libro, tatto e arte e che hanno tracciato la strada dell’editoria tattile e multisensoriale. Munari, Komagata, Curtil, artisti a tutto tondo che hanno saputo cogliere il grande potenziale comunicativo dell’immagine tattile per tutti e hanno trasformato un limite in una risorsa creativa realizzando libri di qualità da vedere e da toccare. Questo viaggio inizia nel 1979 con i primi laboratori tattili di Bruno Munari e la pubblicazione dei Pre-libri, 12 piccoli libri senza parole che coinvolgono tutti i sensi, libri illeggibili che stimolano attraverso i diversi materiali la curiosità e il piacere della scoperta. È del 1980 Le mani guardano, catalogo della mostra omonima, proveniente dal Centre Pompidou di Parigi, e ospitata alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna, uno dei rari esempi di attenzione da parte di una istituzione museale italiana al tema dell’esperienza tattile. Con Katsumi Komagata arriviamo agli anni 2000. I suoi raffinati libri di carta, fanno tesoro della tradizione giapponese dell’origami e dell’insegnamento di Munari per dare vita a un racconto visivo e tattile di estrema qualità, un piacere per occhi e mani. In Plins et plans le dita curiose ripiegano, sollevano, avvolgono in un continuo gioco di tagli, forme e pieghe. Obbligano il lettore a prender tempo, a guardare e aprire le pagine con entrambe le mani per svelarne le continue sorprese. La superficie diventa volume e il libro si trasforma in oggetto tattile che permette di “sentire con le dita” lo spazio.

Con Ali ou Léo? nel 2002 Sophie Curtil affida la creazione di un percorso tattile tra le pagine alla tecnica del gouffrage. Immagini da scoprire lentamente con la punta delle dita ma anche da catturare con un colpo d’occhio accompagnate da un testo poetico che guida allo stesso modo l’immaginazione di vedenti e non vedenti. Al Palazzo delle Esposizioni, sempre di Sophie Curtil, era presente La principessa sul pisello, prototipo originale in stoffa, Pagliuzza e vetro purtroppo mai editato.

L’intuizione e lo sguardo attento dell’artista creano un nuovo linguaggio comunicativo rispettoso e attento alle diversità, stimolano la riflessione e permettono di andare oltre la mera rappresentazione della realtà e, senza perpetrare stereotipi visivi, consentono di vedere con tutti i sensi.

Accanto a questi libri prende posto un pannello in legno forato costruito per familiarizzare e valorizzare il codice Braille. Le forature riproducono il casellario braille e con i pioli a disposizione l’invito al pubblico è quello di lasciare un messaggio! 

L’angolo della carta

«Ti si schiudano come occhi le mani.» [Paul Eluard]

Un primo pannello presenta varie tipologie di carte e invita il pubblico a toccarle, riconoscerle, nominarle e ascoltarne la “voce” al passaggio delle mani.  Velina, ondulata, carbone, patinata, oleata sono solo alcuni dei numerosi tipi di carte con cui entriamo in contatto tutti i giorni, quando impacchettiamo un regalo, leggiamo un libro, mangiamo o costruiamo un aereoplanino. Dietro ogni foglio si nascondono mani sapienti, una lavorazione antica, lenta, che raffina la materia naturale elevandola a supporto di pensiero, conoscenza, memoria o persino opera d’arte in sé. È nel foglio, di papiro, di pelle animale o di riso, che si è segnato il passaggio dalla tradizione orale a quella scritta, un materiale povero, ma estremamente ricco nelle grammature e nei formati.

Ora, più consapevoli del materiale scorso tra le dita, si approccia l’opera d’arte. Tre quadri materici dove gli artisti hanno usato la carta in maniera differente sia per esprimere concetti che per narrare storie. Giuseppe Caputo fa scorrere le nostre mani tra i diversi strati delle acque di un fiume per spiegarci il ciclo dell’acqua (tavola tratta da Goccia a goccia, inedito), Mauro Bellei ci immerge nella storia dell’arte contemporanea riproponendo una sua interpretazione a rilievo delle principali correnti artistiche del Novecento (tavola tratta da Gli sporcabili del Novecento, Accipicchia design) e Mauro Evangelista con la tecnica del gouffrage  ci svela cosa può nascere dall’incontro di due mondi differenti (tratto da Troppo ordine troppo disordine, FNPC).

La parte laboratoriale di quest’angolo mette in gioco l’udito, perché ogni senso può completare e arricchire la nostra percezione della realtà, occorre attivarlo e metterlo in connessione con gli altri. Protagonista è il libro Sounds di Keith Godard (Édition Studio Works) un libro sonoro dove è il lettore stesso, con lo sfogliare delle pagine, a orchestrare un brano musicale. Allo stesso modo il pubblico può creare un personale libro con la varietà di carte a disposizione da leggere, far suonare e portare a casa come ricordo dell’esperienza. È stato divertente per noi educatrici diventare per un attimo direttrici di un’orchestra fantastica, in cui gli strumenti erano fogli di carta suonati sapientemente dai bambini e le bambine delle scuole che sono venute a visitare la mostra. Ogni foglio era una nota e tutti insieme formavamo una melodia!

L’angolo della stoffa

«È solo dopo aver posato le mani che si posa lo sguardo.»  [Giuseppe Penone]

L’intreccio di due fili, la trama e l’ordito, dà vita al tessuto. A volte il loro legame è talmente forte da non far passare la luce, da trattenere il calore. Altre volte è talmente leggero da sembrare fragile ma è comunque indissolubile. Un velo impalpabile, quasi trasparente. La tessitura accomuna Oriente e Occidente, Nord e Sud del mondo. Racconta storie di viaggi e di luoghi lontani. Un fare metodico, lento, rituale, poetico ma al contempo rigoroso, fonte di ispirazione per l’arte e la letteratura. Trame che si dipanano nei racconti di Shahrazād, nella tela di Penelope fino alla rete di Indra. Apre quest’angolo un’installazione di stoffe diverse: raso, lana, velluto, cotone, lino, seta. Stoffe da toccare non solo con le mani, ma con tutto il corpo, in orizzontale o verticale, cogliendo le differenze tra dritto e rovescio. Stoffe che sono memoria, ricordi e sensazioni.

Sempre stoffe diverse si nascondono tra le tasche dell’opera Vietato toccare di Marcella Basso, artista e autrice di numerosi e premiati libri tattili. L’opera consiste in due pannelli rivestiti di stoffa che nascondono delle tasche. Le tasche non sono posizionate a caso ma, immaginando lo spazio della tavola come un casellario braille, compongono il titolo stesso dell’opera. Inserendo le mani si susseguono sensazioni differenti, passando dalla morbidezza del velluto al tracciato di una cucitura. L’esperienza in quest’angolo è ancora una volta sia tattile che sonora. Tessuti differenti sono applicati su diciotto tessere calamitate da disporre su una tavola magnetica secondo una personale scala di valori. L’invito è quello di toccarle, attribuire loro un aggettivo e ordinarle secondo una scala, per esempio dalla più ruvida alla più liscia, dalla pesante alla leggera oppure giocando sui contrasti caldo-freddo, pregiato-povero, grezzo-lavorato. L’esperienza può essere arricchita dall’uso di uno stetoscopio, messo a disposizione per ascoltare la voce delle stoffe e le vibrazioni prodotte dalle diverse trame. Scopriamo così che dietro i colori sgargianti, i damascati, i rasi e i velluti si nascondono ora voci più timide e sommesse, ora più vigorose, scaturiscono sinestesie e suggestioni dal passato, e in un attimo un pezzo di seta ricorda il fruscio della neve sotto gli sci.

L’angolo del filo

«Il tatto è l’unico senso della reciprocità.»  [Eugène Minkowki]

Il filo è quello del discorso, quello rosso, quello che si perde e quello logico. È un filo di voce e un filo di speranza. Il filo si spezza ma si può riallacciare, si annoda e si può sciogliere come un racconto. Un filo che unisce e stringe, che divide e separa, crea confini e limiti. È filo di Arianna o filo spinato. Può essere sottile ma se attorcigliato ad altri diventa spesso e resistente.

Un pannello con un campionario di fili, nastri, corde, fettucce, passamanerie invita il pubblico a percorrerli con le dita dall’alto verso il basso, ponendo attenzione agli spessori, ai nodi o ai grovigli da cui nascono. La scelta di dedicare un angolo al filo, non è solo dettata dal fatto che è l’elemento cardine della rilegatura di un libro, ma anche dal fatto che nella sua linearità, rispecchia la modalità della fruizione tattile.

Collant, corda e filo da ricamo solo le protagoniste delle tre opere di questa sezione tratte a loro volta dalle pagine dei libri Il cielo in Tasca di Daniela Piga, Saremo alberi di Mauro Evangelista e Tu sei di Michela Tonelli e Antonella Veracchi. Nell’edizione romana, abbiamo avuto il privilegio di avere esposto uno dei libri cuciti di Maria Lai, che ha fatto dell’ago e del filo uno dei suoi principali strumenti di espressione, filo che si fa scrittura universale, filo che si fa segno, filo che parla di legami e relazioni che fuoriescono dai confini delle pagine del libro per adagiarsi oltre.

È ispirato proprio al suo lavoro e al tema delle relazioni il libro Tu sei, da cui è tratto l’ultimo pannello operativo. Qui, il pubblico è chiamato a tracciare con il filo nuove costellazioni, tra bottoni che come stelle brillano in una notte di velluto nero.

La collaborazione con la Federazione Nazionale delle Istituzioni Prociechi Onlus

Volendo realizzare una mostra sulla multisensorialità attraverso l’uso di albi illustrati abbiamo pensato di coinvolgere la Federazione che da anni raccoglie il meglio dell’editoria tattile illustrata italiana. È sempre un piacere condividere i nostri progetti espositivi con le case editrici, come avvenuto con Topipittori, Corraini, Fatatrac, proprio per dare valore e visibilità anche al loro lavoro.

Per Sensi Unici la Federazione non solo ha tradotto tutti i testi in braille, ma ha prestato i prototipi originali di ogni libro, per mostrare il passaggio tra la prima bozza e il prodotto editato, e ha realizzato sei delle opere esposte. Queste opere sono poi state donate dal Palazzo delle Esposizioni alla Federazione entrando così a far parte della loro mostra itinerante A spasso con le dita che dal 2010 attraversa l’Italia per promuovere il libro tattile su tutto il territorio nazionale. Ci piace pensare che un piccolo pezzo di Sensi Unici continui a viaggiare insieme a loro, così come un pezzettino di Federazione, con una selezione di libri tattili, sia entrato a far parte dello Scaffale d’arte.

Per l’edizione di Ariccia, la Federazione, forte proprio della lunga esperienza di Pietro Vecchiarelli e Stefano Alfano nell’organizzazione di mostre itineranti, ha riallestito Sensi Unici su una struttura autoportante che permettesse non solo di non intervenire sulle storiche pareti di Palazzo Chigi, ma di dare alla mostra una nuova veste itinerante.

Il progetto Con-tatto è realizzato con il finanziamento del Centro per il Libro e la Lettura.