Via delle Sirene 22

Gli impegni della nostra casa editrice ci portano con frequenza a incontrare persone e realtà che si occupano di bambini nei modi più diversi. Conoscerle è sempre molto interessante: si tocca con mano il lavoro che intorno alla cultura per l’infanzia viene fatto in tutta Italia, in diversi contesti e territori, con punti di forza e difficoltà diversi fra loro. Parlando con queste persone spesso rimaniamo colpiti e ammirati della qualità e quantità di energie, impegno e lavoro che vengono spese, con pochissime risorse disponibili o per puro volontariato, per fare sì che i bambini possano disporre di occasioni di incontro con l’arte, la letteratura, il teatro, la musica, la cultura tout court.

La realtà che oggi vi presentiamo è il Teatro del Lido di Ostia, attraverso le parole di Chiara De Angelis, responsabile arti visive di questa istituzione. A Chiara si deve la decisione di accogliere la mostra delle tavole originali di Gioia Marchegiani per Il campanellino d’argento, con testo di Maria Lai, organizzata nell’ambito del Festival Leggimondi di cui abbiamo da poco parlato qui. Ringraziamo Chiara per aver risposto alle nostre domande.


Giochi di fuoco nel cortile del Teatro del Lido (ph. Matteo Abati).

Partiamo dalla storia del teatro, già di per sé emblematica delle difficoltà che può incontrare un’istituzione culturale. Il Teatro del Lido di Ostia si trova all’interno della ex colonia marina Vittorio Emanuele III, edificio sul lungomare, che ospita diverse attività di utilità sociale e culturale, come il Centro accoglienza immigrati, la Biblioteca Elsa Morante e la mensa della Caritas. L’inizio di tutto, piuttosto, avventuroso, è il 1997. Cosa succede in quest’anno, e come poi si arriva all’inaugurazione ‘istituzionale’ del Teatro nel 2003?

Bisogna innanzi tutto dire che Ostia è un quartiere di Roma particolare, situato a venticinque chilometri dal centro della città, conta più di duecentomila abitanti con una percentuale altissima di giovani. Se Ostia fosse un comune sarebbe la sesta città italiana.

Prima dell’esperienza del Teatro del Lido, gli spazi per i giovani, e gli spazi teatrali in particolare, qui non c’erano, e per fare o vedere spettacoli dal vivo era necessario andare a Roma.

Sul lungomare c’era, e c’è ancora, un edificio storico abbandonato, l’ex colonia Vittorio Emanuele che da poco era stata occupata da un gruppo di migranti appena sgomberati da un centro di accoglienza, a cui si erano unite varie realtà del territorio per dare risposta ai bisogni negati della città. Nel 1997 un gruppo di cittadini, artisti e migranti insieme, decise di occupare anche lo stabile di via delle Sirene 22 per dare vita a un’esperienza di teatro occupato unica nel suo genere (una simile in Italia, in quegli anni, c’era stata solo a Bologna). L’occupazione aveva lo scopo primario di dare una casa al teatro e ai teatranti e vennero ospitati in quegli anni artisti di fama nazionale e internazionale.
 In occasione del Giubileo, il Comune di Roma decide di ristrutturare tutto l’edificio della ex colonia Vittorio Emanuele, compresi gli spazi del teatro, per farne un albergo per pellegrini e chiede agli occupanti di uscire. Allora iniziò una lunga trattativa con le istituzioni, perché quell’importante esperienza non andasse persa, e ottenere finalmente che i locali mantenessero la loro destinazione e che venisse garantita la partecipazione attiva delle realtà territoriali.

Striscione sul tetto del teatro durante l’occupazione del 2010.

Dal 2003 il Teatro del Lido di Ostia è amministrato secondo un modello interessante e innovativo, ovvero nella forma di teatro di cintura, pubblico e partecipato. Un esperimento di relazione fra istituzione pubblica, management culturale e associazionismo locale. Ci spieghi esattamente in cosa consiste?

Guardando all’esperienza dei teatri di banlieu francesi, si lavorò affinché le realtà locali potessero avere voce in capitolo nella definizione dei programmi e delle politiche culturali che sarebbero state attuate nel teatro da poco ristrutturato. Il rischio che si voleva evitare era che l’istituzione, dopo aver terminato la ristrutturazione e inaugurato due o tre stagioni collocando al timone un direttore artistico di nome e di facciata, abbandonasse il progetto, avendo esaurito la portata di ritorno di immagine che questo poteva dare a livello politico. 
Si voleva creare a Ostia uno spazio di tutti, uno spazio amato e difeso da tutta la comunità. Per questo ci si impegnò per arrivare a una gestione 'orizzontale' in cui l’istituzione pubblica e la società civile avessero pari dignità e voce in capitolo. 
Si costituì quella che allora si chiamava Associazione Le Sirene, formata da un gruppo di associazioni, aperta a tutte le realtà del Municipio, il cui compito sarebbe stato quello di amministrare la vita del futuro teatro sedendosi a un tavolo di programmazione assieme ai rappresentati del Comune e del Municipio.
 Per i tempi (ma ancora oggi) era un soluzione d’avanguardia, non esistevano ancora delle esperienze in cui le realtà associative locali organizzate si trovassero a dialogare in modo paritario con l’istituzione. Di norma il rapporto è, ancora adesso, quello del bando, ovvero del finanziamento calato dall’alto e quasi mai la co-gestione partecipata della cosa pubblica.
 Il modello fu attuato e funzionò benissimo in termini di qualità della proposta artistica, della risposta del pubblico, della ricaduta sul tessuto cittadino e della trasparenza di gestione. Tutto questo fino al 2008.

Cultura e partecipazione (ph. Chiara De Angelis).

Cos’è successo, poi, nel 2008? E come poi si è arrivati all’oggi, con l’ingresso del teatro nel Sistema Teatri in Comune?

Nel 2008 ci furono le elezioni e diventò sindaco Gianni Alemanno che decise che l’esperienza del Teatro del Lido andasse interrotta. Dalla chiusura estiva temporanea si arrivò a una chiusura definitiva nell’arco di pochi mesi. Da uno spazio animato e vissuto dalla città si tornò a uno spazio chiuso in cui il comune investiva per pagare una sorveglianza armata privata 7 giorni su 7 e 24 ore al giorno.  Subito i cittadini e gli artisti, non solo di Ostia, si organizzarono con proteste, picchetti e manifestazioni finché, dopo due anni di silenzio da parte delle istituzioni, il 26 febbraio del 2010, i cancelli del teatro vennero scavalcati e di nuovo aperti. La città si riprese il suo teatro, riaprendolo a tutti. Una seconda occupazione o 'liberazione' del teatro, durata fino al 2013, quando il Comune, ormai consapevole dell’errore commesso con la chiusura di cinque anni prima, riprese in considerazione le nostre istanze aprendo un tavolo di trattativa a cui parteciparono anche gli occupanti per trovare la soluzione che portasse alla riapertura 'ufficiale' del teatro, mantenendo intatta la natura pubblica e partecipata di questo spazio.

A ottobre del 2013 il teatro fu inaugurato per la seconda volta e tornò ad essere uno spazio pubblico aperto e accessibile a tutti. 


Pubblico (ph. Pietro Floridia).

Quante persone lavorano nel Teatro, oggi, e con quali mansioni?

Le persone che con la chiusura del Teatro del 2008 erano state licenziate, sono rientrate a svolgere le loro mansioni, Negli uffici lavorano tre persone: all'amministrazione e organizzazione, Monica Cannone; alla comunicazione e promozione, Edoardo La Rosa; alla progettazione e rapporti con il territorio, Filippo Lange–operatore di rete. A fianco a loro, due tecnici più una maschera e una cassiera per i giorni di spettacolo. 
C’è poi il lavoro svolto a titolo volontario dell’Associazione TDL, l’associazione di associazioni che si occupa della programmazione artistica e che attualmente è formata da 26 associazioni del Municipio. Al suo interno sono eletti i referenti per i vari settori tematici: in questo momento abbiamo Cristiano Petretto per il settore teatro, Giorgia Celli per la danza, Paola Campanini per la musica, Paola Sacco per la formazione e, infine, ci sono io che mi occupo di arti visive ed eventi multidisciplinari. Questo lavoro è supportato dai membri del Consiglio Direttivo che sono Beatrice Burgo (presidente), Chiara Becchimanzi (vicepresidente), Giulia Vanni (tesoriera), Domenico Barbuto (segretario), Teresa Polimei e Mario Antinolfi (consiglieri).


Street Art per il quarantennale della morte di Pier Paolo Pasolini. Opera di Omino 71 e Mr. Klevra.

Che tipo di attività svolge il Teatro e come vengono decise, organizzate e gestite?

Sarebbe più facile dire quali attività non si svolgono! Tutte le discipline artistiche sono rappresentate e in tutte le loro declinazioni e articolazioni: prosa, musica, danza, teatro ragazzi, poesia, arti visive, letteratura trovano la loro casa all’interno degli spazi di via delle Sirene. Particolare importanza è data da sempre alla formazione, sia l’alta formazione per operatori culturali sia laboratori per studenti, insegnanti, giovani del territorio.


La decisione delle attività da svolgere all’interno del teatro è frutto di un processo dinamico che si svolge in varie fasi. Da un lato c’è una raccolta costante delle proposte. Sul sito dell’Associazione TDL  c’è un link attraverso il quale le compagnie e gli artisti possono inviare le proposte ai membri del comitato artistico. Accanto a questo strumento troviamo poi una formula che da sempre caratterizza il Teatro deli Lido e a cui teniamo particolarmente: i tavoli di progettazione partecipata. Durante tutto l’anno artisti, operatori, ma anche insegnanti o singoli cittadini possono avere un contatto diretto con il teatro e con la direzione artistica per proporre le loro idee e i loro progetti. Ma in particolare durante la primavera organizziamo dei momenti di progettazione collettiva in cui invitiamo i vari operatori del territorio per esprimersi sul tema del 'teatro che vorrei'. Sono momenti importantissimi di scambio perché abbiamo la possibilità di avere riuniti in un unico luogo insegnanti, associazioni culturali, artisti e spettatori. 
Spesso le persone vengono con l’intenzione di presentare uno spettacolo o a esporre un’idea, ma spesso accade che dalle proposte singole e separate si creino inaspettatamente sinergie, scambi, suggestioni che permettono di superare gli steccati tra ambiti di intervento e di cominciare a pensare e progettare attività che cercano di rispondere al meglio alle varie esigenze emerse. Il compito del comitato artistico durante questi appuntamenti è proprio quello di facilitare questo processo di creazione collettiva della programmazione, da un lato stimolando scambio e conoscenza tra i partecipanti e dall’altro facendo una sintesi delle varie richieste e suggestioni emerse per poi tradurle in programmazione artistica.

La programmazione partecipata non dà vita soltanto a un cartellone di spettacoli, mostre e laboratori, ma trasforma il Teatro del Lido in un vero e proprio incubatore di progetti che operano in maniera efficace direttamente sulla città in tanti modo diversi, uno fra tutti il lavoro che da anni portiamo avanti sulla Street Art in collaborazione con il Collettivo a-DNA Project.

Pubblico in sala (ph. Pietro Floridia),

In particolare, che attività svolgete per bambini e ragazzi?

Buona parte della programmazione è indirizzata ai bambini e ai ragazzi.  
Il teatro ragazzi e i laboratori vengono programmati non solo per le scuole ma anche nel pomeriggio e nei giorni festivi in modo da coinvolgere anche le famiglie. Abbiamo prezzi dei biglietti più bassi per questo tipo di attività per garantire l’accessibilità a tutti, in modo che, in un momento di crisi come quello che stiamo vivendo, le famiglie non debbano rinunciare per questioni economiche ad attività così importanti per avvicinare i bambini al teatro e all’arte. Sempre per questo motivo organizziamo di frequente eventi o attività totalmente gratuite come i laboratori o le mostre nel foyer che sempre più spesso sono legate al mondo dell’illustrazione per l’infanzia e del fumetto.

Inoltre va sottolineato che tra i vari aspetti del lavoro dell’Operatore di Rete c’è quello del contatto con gli insegnanti che sono diventati nel tempo una delle colonne portanti della nostra realtà. Un contatto che non si esaurisce nel mero portare i bambini a teatro, ma comporta un ascolto costante delle esigenze del mondo scolastico del territorio per poter venir incontro alle varie necessità a cui il teatro può dare una risposta.

Pubblico di bambini nel cortile.

Quali sono i principi e le finalità che ispirano le attività e la programmazione rivolta a bambini e ragazzi?

Noi pensiamo che il futuro della città sia in mano alle nuove generazioni, che la cultura sia la risposta principale al degrado e che il teatro sia un luogo magico, fisico e non virtuale, dove accadono le storie, dove si entra in contatto diretto con l’altro, dove si toccano le cose, dove è ancora possibile accendere una luce dentro di noi e vederla brillare nell’altro. Il teatro per noi è un luogo dove è possibile attuare una rivoluzione della bellezza, in cui il contatto con un’esperienza estetica possa funzionare da volano per cambiare in meglio la società futura.

Fare in modo che le nuove generazioni incontrino la bellezza rappresenta l’opportunità che esse non debbano rassegnarsi allo squallore che spesso ci circonda e che imparino a usare le armi della creatività e della fantasia per rendere migliore la realtà in cui tutti viviamo. Noi ce la mettiamo tutta perché il Teatro del Lido venga vissuto ogni giorno di più in modo spontaneo dai ragazzi come un bene comune che appartiene a tutti loro e in cui si sentano veramente protagonisti.

Laboratorio dell’associazione Per Fare un Gioco.

Quanti bambini riuscite a coinvolgere nel corso di un anno, nelle diverse attività?

Andando a rivedere le statistiche della stagione 2016, troviamo che abbiamo avuto 23 scuole coinvolte come protagoniste sul palco del teatro. Si tratta di istituti di ogni ordine e grado che hanno portato in scena saggi teatrali, attività laboratoriali e hanno organizzato convegni o incontri. Per quanto riguarda i saggi, vorrei sottolineare che la presenza di un’istituzione pubblica come il Teatro del Lido, permette ai ragazzi delle scuole di calcare le scene salendo sul palco di un teatro dotato di tutti i mezzi tecnici e di accedervi pagando un prezzo calmierato e assolutamente accessibile.

Nel periodo che va da settembre 2015 a marzo 2016 abbiamo avuto 16 repliche di teatro ragazzi per un totale di 3163 piccoli spettatori. Si tratta del 31% del pubblico che ha assistito a spettacoli con sbigliettamento qui al Lido in quel periodo. Ricordo anche qui che adottiamo una politica dei prezzi orientata alla massima accessibilità, avendo fissato come tariffa base 5 € a spettatore.

Nello stesso periodo su 19 laboratori, 5 erano quelli destinati in modo specifico a un pubblico di bambini o giovanissimi: laboratori di illustrazione, espressione corporea, cartoni animati e musica elettronica e abbiamo registrato una partecipazione complessiva, nelle varie giornate di 110 ragazzi (i laboratori, quando non gratuiti, hanno un costo fisso di 10 € a giornata).

La Befana vien di notte (ph. Pietro Floridia).

Quanto entrano i libri e la lettura nella vostra programmazione?

Alle spalle del Teatro del Lido c’è la Biblioteca Comunale Elsa Morante con tante sale illuminate dalle grandi finestre di fronte al mare con cui da sempre collaboriamo.

I libri da noi hanno un grande spazio, accogliamo spesso presentazioni e incontri con gli autori in collaborazione con le case editrici, le mostre nel foyer spesso sono l’esposizione di tavole originali di illustratori per l’infanzia e, in collaborazione con il Collettivo Territorio Narrante, diamo vita a eventi multidisciplinari, con letture dal vivo, cibo, musica e proiezioni legati alla narrazione del nostro e di altri territori in cui partecipano autori di libri e graphic novel tra cui Wu Ming, Erri De Luca e Zerocalcare.

Quali sono le maggiori difficoltà che incontrate nel vostro lavoro?

La burocrazia e il finanziamento esiguo. Siamo costretti a fare i salti mortali per riuscire a costruire ogni anno una programmazione di qualità, fitta di iniziative senza dover rinunciare a numerosi eventi gratuiti.

Al Teatro del Lido gli artisti e le compagnie vengono sempre pagati a cachet, senza andare a percentuale sull’incasso.

Questa è una cosa di cui andiamo molto orgogliosi, siamo tra i pochissimi teatri che pagano una cifra sicura agli artisti che, anche per questo, sono sempre molto felici di venire a lavorare da noi.

Bruno Tognolini (ph. Pietro Floridia).

Quali fra le vostre attività sono e sono state più premiate dai bambini e dai ragazzi (e dai loro adulti di riferimento)?

Il 6 gennaio, ogni anno, abbiamo l’evento della Befana curato da Catia Castagna, una tradizione storica del Teatro del Lido che non si è mai interrotta, nemmeno durante l’occupazione. La Befana vien di notte è una giornata in cui il teatro si trasforma in un luogo fatato per i bambini e per le loro famiglie, dove ci sono spettacoli di artisti diversi nel cortile, nel foyer e nella sala da cui scompaiono tutte le poltrone della platea e della gradinata e dove si aggirano streghe e befane con le loro scope e bacchette magiche. E c’è anche qualche mago, lo scorso anno era con noi Bruno Tognolini!

Quest’anno abbiamo iniziato anche la collaborazione con il festival di letteratura per l’infanzia Leggimondi, a cura di Valentina Rizzi, a cui hanno partecipato in gran numero bambini, ragazzi, scuole e insegnanti di Ostia oltre all’adesione delle biblioteche comunali e di tutte le librerie specializzate del Municipio.

Quanto vi supporta il vostro territorio?

Moltissimo, siamo una cosa sola.

Che progetti avete per il futuro?

I progetti sono tanti e molte risposte a questa domanda verranno dai prossimi tavoli di programmazione partecipata che ci saranno tra qualche mese. A me personalmente piacerebbe moltissimo una cosa: riuscire a trasformare il cortile del teatro in una vera e propria piazza, con arredi,  panchine, fioriere, spazi per stare all’ombra nelle giornate di sole in modo che si possa vivere ancora di più questo luogo con senso di appartenenza da parte di tutti. Mi piacerebbe molto avere anche un bar. Vorrei, insomma, che il teatro si trasformasse ancora di più in uno spazio per la socialità.

Laboratorio Associazione Segni Mossi (ph. Chiara De Angelis).