Di nuovo a Sàrmede (con fotocronaca)

Se decidete di andare a Sàrmede per l’inaugurazionedella annuale MostraInternazionale dell’illustrazione per l’infanzia, ricordatevi di prendere guanti, capello egiacca a vento imbottita di piumino.
Alle seie mezza di sera, davanti al municipio, dalle montagne del Cansiglioscende precipite un’arietta gelida in grado di congelarvi in pochiminuti o di bloccarvi le vertebre lombari per una settimana.
Poi aspettatevi di dover tirar tardi nell’attesa di riuscirea vedere bene le opere esposte: di gente ne arriva tantissimae non è facile conquistarsi lo spazio e il tempo necessari pergodersele.

Per un po' si gioca coi pupazzi difeltro
E si sorride alfotografo

Quest’anno,a Sàrmede, ci siamo andati con Francesca Zobolie GuidoScarabottolo. La prima esponeva unatavola nella sezione dedicata all’India e ilsecondo alcune illustrazioni realizzate per il Pinocchioche ha realizzato per Prìncipi&Princìpi.Poi c’era SimoneRea, che ha curato l’allestimentoscenografico del quale abbiamo parlato qui,con bellissimi personaggi di feltro che tutti, ma proprio tuttii bambini che salivano alla mostra volevano toccare con le lorobelle manine grassocce, unte di patatine e sporche di pizza.

Poi si comincia alavorare
Si schiavizza lamoglie Le si affidano incarichidi responsabilità

Dicose interessanti se ne vedono sempre: autori noti che si presentanocon qualcosa che ci era sfuggito; illustri sconosciuti che rivelanoqualità e talenti tutti da scoprire. Insomma, ci si riscaldarapidamente dopo il gelo iniziale. Noi, sul nostro taccuino, abbiamosegnato alcuni nomi. Terremo d’occhio le loro pubblicazioni, blog epagine Facebook.

Rimane qualche minuto per ammirare il lavorofatto
Scattare qualchefoto E decidere chi vince ilconcorso di bellezza.

Illavoro dell’organizzazione è magistrale: riescono a coinvolgeremezzo mondo senza assumere un piglio supponente, accogliendo chiunque“come un fratello dimenticato che vive in un’altra città”, senzapretendere l’occhio di bue e il centro del palcoscenico. Lo so che tuttili hanno già ringraziati mille e mille volte, ma crediamo non ci si possadimenticare, qui, di Francesca, Giulia, Leo, Ketty, Monica, Wanda e tuttiquegli altri che per noi non hanno ancora un nome, ma si agitano dietrole quinte per realizzare un evento che, a ventinove anni, continua acrescere.

Poi arriva l'urtodella folla

Aspettiamol’edizione del trentennale, adesso. Nella nuova, annunciata sede,però.

Mapassato il marasma, si trova il tempo per godersi lamostra.
E incrociarequalche volto noto

Ladomenica, poi, ci sono incontri con autori, illustratori, scrittoried editori.
Ma confessiamo di essercela svignata di primamattina per salire al Piandel Cansiglio, parcheggiare l’automobile in localitàCanaie e da lì seguendo il sentiero 922, arrampicarci fino alRifugioSemenza, sul Monte Cavallo. Da lì, due anni fa, in una giornatadi rara limpidezza, avevamo visto Venezia. Quest’anno, invece, un grancappello di nuvole e qualche centimetro di neve a terra ci hanno fermatoal Sasson della Madonna, a mezz’ora dalla meta, dopo due ore e mezza disalita attraverso lussureggianti boschi di faggi con i calzini verdi dimuschio, strette gole di calcare e crinali boscosi, rapiti dall’ombradi un cervo fuggitivo. Ma ci torneremo. Ci potete contare.

Edomenica, mentre noi scalavamo le vette, è successoquesto...



... equesto.


Le foto sono di Rossana Molfetta, Laura Moretto eGiuseppeBraghiroli. , salvo le ultime due che sono diun’amica di Monica Monachesi della quale non conosciamo il nome, ma sece lo fa sapere lo segnaliamo qui.