Educare alla lettura e al paesaggio

ovvero Leggere il paesaggio, un percorso di formazione a Messina

[di Germana Giallombardo e Annalisa Raffa]

Prosegue il corso di formazione Leggere il paesaggio, vincitore del bando CEPELL (Centro per il Libro e per la Lettura) Educare alla Lettura 2020, progettato e coordinato dalle docenti Germana Giallombardo e Annalisa Raffa per l’Associazione Italia Nostra, in collaborazione con la libraia Venera Leto della Libreria Colapesce. Italia Nostra è un’associazione nazionale impegnata da settant’anni in attività di tutela, promozione e valorizzazione del Patrimonio culturale. Il settore dell’Educazione al Patrimonio, nella storia lunga e nobile di questa associazione che ha tra i suoi fondatori Giorgio Bassani e Umberto Zanotti Bianco, ha rivestito sempre un ruolo di primo piano; numerose sono le iniziative portate avanti negli anni per favorire una maggiore attenzione e sensibilità nei confronti del paesaggio che coinvolgesse il mondo della scuola.

Il corso Leggere il paesaggio, che vede attivamente coinvolti 25 docenti di tutti gli ambiti disciplinari delle scuole secondarie di primo grado di Messina e provincia, è articolato in 6 unità formative (“I Libri ed il Paesaggio”, “Gli Occhi ed il Paesaggio”, “La Voce ed il Paesaggio”, “Le Parole ed il Paesaggio”, “Le Illustrazioni ed il Paesaggio”, “Il Corpo ed il Paesaggio”) per un totale di 60 ore; ha preso l’avvio nel mese di novembre 2022 e si concluderà nel mese di maggio. I docenti formatori sono stati individuati tra specialisti che operano da anni nell’ambito di progetti, nazionali e internazionali, di educazione alla lettura.

Sede d’elezione del corso è una libreria indipendente, Colapesce libri, gusti, idee, spazio nel quale si svolgono gli incontri di presentazione dei libri, focus di ciascuna unità formativa, selezionati in accordo con i docenti formatori, con una attenzione particolare alla loro spendibilità in contesti di outdoor education. I libri - acquistati grazie al finanziamento del Cepell e messi a disposizione dei partecipanti durante tutta la durata del corso - confluiranno in una biblioteca del territorio, costituendo un prezioso patrimonio tematico, utile ad avviare nuovi percorsi di educazione alla lettura e al paesaggio nella città di Messina. Per valorizzare il territorio sono stati scelti anche due luoghi significativi della città dal punto di vista paesaggistico, dove si svolgono le attività laboratoriali en plein air. La Fondazione Horcynus Orca dove è possibile ascoltare le ‘voci dello Stretto’, quelle naturali come il vento, il mare, gli uccelli ma anche quelle letterarie dei poeti che hanno raccontato di Scilla e Cariddi. Il Parco Ecologico San Jachiddu, forte edificato alla fine dell’800 alle pendici dei monti Peloritani, punto privilegiato per apprezzare il paesaggio collinare terrazzato che si affaccia sullo Stretto di Messina.

Il corso ruota attorno a due parole chiave: lettura e paesaggio. Che cosa è il paesaggio? In che relazione stiamo noi con il paesaggio? Si può leggere il paesaggio? In che modo i libri entrano in rapporto con il paesaggio? Queste alcune delle domande da cui ha preso avvio la ricerca che intrecciando lettura, pedagogia dello sguardo e azione nello spazio, ha visto dialogare docenti relatori e docenti partecipanti nell’ottica di un confronto trasversale ai saperi specialistici. Il percorso, teorico e pratico, ha permesso di sperimentare una didattica innovativa da portare nelle classi, per stimolare i ragazzi a prendersi cura del proprio territorio, utilizzando la lettura e i libri come spazi da esplorare e da mettere in relazione con il paesaggio che ci circonda, paesaggio che entra in dialogo con la comunità che lo abita. 

La prima unità formativa, “I Libri e il Paesaggio”, si è articolata in due momenti. Il primo, che ha fornito elementi per definire il paesaggio e la sua importanza in ambito educativo, è stato condotto da Giuseppina Cutolo, referente nazionale del settore di Educazione al Patrimonio di Italia Nostra, da Ettore Rocca, docente di Estetica del Paesaggio, e da Maria Lorenza Crupi, Università Mediterranea di Reggio Calabria. Il secondo momento è stato animato da Barbara Cucinotta e Maria Giaramidaro, esperte di letteratura per ragazzi. Al centro di questi incontri interessanti suggerimenti per affrontare il tema del paesaggio come esperienza di conoscenza della realtà che ci circonda, come opportunità per intraprendere un viaggio interiore, suggerendo percorsi che si muovono dalla dimensione scientifica a quella poetica. E ancora riflessioni sull’importanza di offrire una scelta ampia di libri che possano favorire un’esperienza di bellezza anche per il loro formato, per l’attenzione alla carta e per la qualità dei colori. Libri quindi che sappiano attivare l’interesse a partire dal loro valore estetico. Libri che siano facilmente consultabili nelle classi, anche senza la mediazione del docente, disponibili e ben in vista, allestiti con la cura che si addice a un percorso espositivo da modificare periodicamente, per stimolare curiosità e interesse. Libri nei quali sostare, soffermandosi sulle immagini. Libri come attivatori, per promuovere il pensiero divergente. Nell’ampia carrellata attraverso alcune case editrici molto attente alla qualità, sono emerse fra le proposte di Topipittori: L’ora blu, di Massimo Scotti e Antonio Marinoni, M come il mare, di Joanna Concejo, Cielo bambino di Alessandro Riccioni e Alicia Baladan, Vagabonde. Una guida pratica per piccoli esploratori botanici di Marianna Merisi e Zoo segreto di Giovanna Zoboli e Francesca Bazzurro. Tra i libri pubblicati da Orecchio Acerbo: A che pensi di Laureant Moreau, Mediterraneo di Armin Greder; alcune delle altre interessanti proposte presentate: Ribes e rose, di Enrica Borghi, con le illustrazioni di Cristina Amodeo, edito da Marinonibooks e Una baita per due, di Loic Froissart, proposto da Terre di mezzo.

La seconda unità formativa, “Gli Occhi e il Paesaggio”, condotta da Diletta Zannelli, Alice Patriccioli e Carole Simonetti, operatrici del settore educativo e della biblioteca del Museo di Fotografia Contemporanea (MuFoCo) di Cinisello Balsamo, ha preso avvio da una conversazione sul testo Immagini come alfabeto. La dimensione pedagogica della fotografia, Silvana Editoriale, pubblicazione che raccoglie i contributi dei relatori di un precedente corso di formazione curato dal MuFoCo. Cosa vedo? Cosa vedi? Cosa vediamo? Un percorso per scavare dentro un uso della fotografia come detonatore, per interrogarsi sulla forza di un'immagine e sulle sue possibili letture, sul guardare fuori da sé per guardarsi dentro. Cercare sé in una foto. Scegliere dove mettersi per scattare una foto in cui si veda anche ciò che sta dentro e non è visibile. Ma cosa è una foto? La foto è lo scatto, il click che ferma l'attimo? È l'oggetto fatto di carta lucida o opaca su cui l'immagine che abbiamo catturato viene impressa? Le immagini che scorriamo su uno schermo retroilluminato non hanno più un corpo. La fotografia fatta di pixel vive senza un corpo, non ha un suo supporto. Ragionare attorno alla fotografia, ai libri fotografici e ai loro possibili utilizzi in ambito didattico, giocare con la fotografia è un modo per riflettere su di noi e sul rapporto con ciò che ci circonda.

 

 

 

La terza unità formativa, “La Voce e il Paesaggio”, si è articolata in tre momenti. Il primo, guidato dalla docente ed educatrice Giovanna La Maestra e dalla psicopedagogista Francesca Billè, si è svolto presso Il cantiere dell'InCanto. Attraverso quali sensi si percepisce il paesaggio? Che ruolo ha il suono di una voce nell’aiutarci a ricordare un paesaggio dell’infanzia? Il suono di uno xilofono ha accolto i partecipanti, accompagnati per mano a prender posto in un cerchio di ascolto e condivisione. Abbiamo scoperto così che non è facile lasciar fuori le voci e i rumori del nostro quotidiano, voci altre ci impediscono spesso di ascoltare la nostra voce. Con un tamburo tra le mani abbiamo cercato dentro di noi suoni lontani a cui dare ascolto. Paesaggi dell'infanzia sono riaffiorati in modo inaspettato, appesi ad un suono, ad una voce, ad una parola. Un'esperienza impigliata nella nostra memoria, è risalita dal pozzo profondo in cui abitano i ricordi di luoghi a noi cari.

Il secondo momento si è svolto presso il Parco ecologico San Jachiddu. Si è ritornati a parlare di libri e paesaggio, guidati dalla libraia e architetto Venera Leto. Abbiamo condiviso riflessioni su come si sia modificato, nel corso di alcuni decenni, il modo di guardare a ciò che ci circonda, da paesaggio-cartolina a paesaggio come spazio delle relazioni, e su come sia cambiata la sensibilità verso i paesaggi marginali, di confine, quelli verso cui guarda Renzo Piano quando parla dell'importanza del 'rammendo' delle periferie. Qual è oggi il sistema di relazioni tra paesaggio e natura? Come è cambiata l'idea di giardino? Nella scala evolutiva che posto occupano gli esseri che appartengono al mondo vegetale? Le piante sono esseri senzienti? Tante le domande e, come sempre, un vivace dibattito ha preso avvio a partire dai tanti libri presentati.

Si spazia da Gilles Clement a Stefano Mancuso, da Luisa Bonesio a Franco Zagari, soffermandosi sull’esperienza del paesaggio sonoro suggerita da Murray e Schafer nel loro libro Il paesaggio sonoro; il nostro ambiente acustico e l’accordatura del mondo (Lim editrice). Non è mancato anche qualche riferimento a strumenti didattici per portare in aula queste tematiche: Il libro degli alberi. Un viaggio illustrato dalla radice alla foglia (Gribaudo), Il canto dell’albero (Salani), Nel mio giardino il mondo (Terre di mezzo), Gli alberi parlano. Il libro che spiega tutto sulle piante (Il Castoro), La botanica parallela (Gallucci). Il terzo momento è stato condotto da Manuela Martines, docente di arti figurative. Con lei, in modo graduale, si è passati dal guardare i libri sugli alberi all'osservare gli alberi per leggerli come fossero libri. Un percorso consapevole ascoltando il nostro respiro ci ha condotto idealmente e fisicamente ad abbandonare il tempo lineare, che normalmente come uomini abitiamo, spostandoci verso quello circolare, proprio della natura. Abbiamo ascoltato il canto degli alberi attraverso un device elettronico: ogni albero ha la sua voce, il suo canto. Quello di un ulivo è diverso da quello di un sughero. Anche un filo d'erba emette un suo canto. Ci siamo messi in ascolto della natura, un passo da compiere per entrare in relazione profonda con noi stessi.

La quarta unità formativa, “Le Parole e il Paesaggio”, in modalità a distanza, è stata condotta da Nadia Terranova, voce autorevole della letteratura, che ha guidato con abilità i partecipanti in un percorso alla scoperta del paesaggio narrato tra fiabe, albi illustrati e romanzi. Il suo excursus su alcuni libri illustrati che presentano elementi del paesaggio naturale e antropico - il giardino, la collina, la casa, ecc. - assurti a veri e propri topoi della letteratura per ragazzi, ha preso avvio dall’albo illustrato La bambina e il gatto, di Ingrid Bachér e Rotraut Susanne Berner, tradotto da Giulia Mirandola, (Topipittori) per poi proseguire passando da Arturo e Clementina di Adela Turin e Nella Bosnia, pubblicato nel 1976 dall’editore Dalla parte delle bambine, al suo pluripremiato Il segreto, illustrato da Mara Cerri.

A partire dagli albi citati si è discusso di paesaggi come correlativi oggettivi di emozioni, di libri illustrati come opportunità per raccontare molteplici storie. Si è parlato anche delle potenzialità del bianco e nero, scelto da alcuni illustratori di libri per ragazzi, tra quelli citati La casa sull’altura di Nino De Vita, con le illustrazioni di Simone Massi (Orecchio Acerbo) e Hansel e Gretel raccontata da Neil Gaiman, con le illustrazioni di Lorenzo Mattotti (Orecchio Acerbo). L’autrice si è poi soffermata sullo spazio narrativo occupato nei suoi libri dal paesaggio dello Stretto, vero e proprio personaggio sia in quelli destinati ad un pubblico giovane - Omero è stato qui, Caravaggio e la ragazza - che in quelli rivolti a un pubblico adulto. Il paesaggio da personaggio in Addio fantasmi, diventa protagonista in Trema la notte dove “le due voci narranti sono due fiumi che scorrono ai lati, mentre al centro c’è il paesaggio dello Stretto che, nonostante il terremoto, rimane immutato”. A conclusione del percorso è stato proposto un laboratorio di scrittura, in cui la voce dello Stretto di Messina è stata declinata da ciascuno e ha preso la forma di molteplici paesaggi interiori. È emerso così che guardare fuori da noi è inevitabilmente anche guardarsi dentro.

La quinta unità formativa, “Il Corpo e il Paesaggio” è stato un altro tassello prezioso all’interno del corso di formazione “Leggere il paesaggio”. Il primo momento, condotto dalle educatrici Alessandra Licata e Serena Dascola, si è svolto presso la sede della cooperativa Lunaria. Un racconto appassionato delle numerose esperienze maturate nei dieci anni di attività per cogliere la leggerezza e la complessità del fare teatro di figura tra scenari, burattini e tradizione favolistica, con la consapevolezza di quanto il patrimonio dei racconti orali, abilmente contaminato, possa rinnovarsi senza snaturarsi. ‘Contaminazione’ e ‘cooperazione’, il filo rosso che ha cucito insieme Giufà e le mosche, spettacolo di burattini messo in scena da Lunaria, la Preghiera alla sorte, tratta dall'Almanacco siciliano, e il "fare insieme" paesaggi immaginari con pennelli e colori.

Il secondo momento si è svolto presso la Libreria Colapesce ed è stato condotto da Giulia Mirandola, esperta in educazione visiva e autrice di En plein air, un vero e proprio quaderno operativo della pluripremiata collana PIPPO PIccola Pinacoteca POrtatile di Topipittori. Il libro, realizzato insieme all’illustratore Andrea Serio, nato per guidare alla scoperta di alcuni giardini storici del Trentino, si è rivelato uno scrigno di informazioni e sollecitazioni ad un guardare attivo, a un ‘fare cose’ per mettersi in relazione con il paesaggio, un invito ad andare nei luoghi e attraversarli con il corpo. Per passare dalle parole ai fatti, il terzo momento è stato un’esperienza en plein air presso il Parco Ecologico San Jachiddu. In quanti modi possiamo imparare a Leggere il Paesaggio? Guidati dalla stessa Mirandola e da due educatori ambientali, Cinzia Oliva e Carlo Trombetti, si è riflettuto su ciò che sta attorno a noi e di cui siamo parte, su ciò che guardiamo insieme ma ciascuno con il proprio sguardo, sulla bellezza dello Stretto che è panorama e paesaggio. Abbiamo percorso insieme sentieri, salito e sceso scale del forte alla ricerca del nostro punto di osservazione, siamo entrati nel paesaggio per trovare assonanze e dissonanze con il nostro paesaggio dell'anima. In un luogo pieno di suggestioni abbiamo provato a costruire il "nostro" sguardo e abbiamo imparato nuovi alfabeti.

Per l’unità formativa “Le Parole e il Paesaggio”, due incontri di grande intensità si sono svolti presso la Libreria Colapesce, guidati dallo scrittore Roberto Piumini, premio Rodari alla carriera 2020. In una prima parte si è discusso su cosa sia la scrittura poetica, su come, partendo dalla filastrocca, sia possibile gradualmente educare alla poesia, attraverso l’ascolto e il fare. Ma come è fatta la poesia? È fatta di parole che si cantano, parole che prima di essere senso sono suono, ritmo e immagine. La poesia è “il teatro delle parole”. È possibile insegnare a scrivere poesie a scuola? Piumini racconta le sue numerose esperienze con i ragazzi, ricorda in particolare quelle da cui sono nati Calicanto. La poesia in gioco (Einaudi), scritto insieme all’insegnante Ersilia Zamponi, e La capra Caterina, illustrato da Antonio Ferrara (Interlinea), esperienze che dimostrano come “imparando a giocare con il ritmo, con il suono e con l'immaginazione la poesia rivela i suoi ingranaggi e le sue visioni, le sue regole e le sue astuzie, la sua grammatica e la sua fantasia”.

A seguire un esperimento, per scoprire come la poesia possa nascere dalle figure. I partecipanti, guidati dalla libraia Venera Leto e divisi in piccoli gruppi, armati di cartoncino bianco, carte colorate, colla, forbici e pennarelli hanno realizzato un elaborato grafico, scegliendo uno tra i temi proposti: paesaggio di mare, paesaggio di terra, festa, funerale. Gli elaborati, consegnati poi a Piumini, sono diventati tra le sue mani sapienti stimolo espressivo per la scrittura poetica. Dalle immagini sono venute fuori le parole che hanno preso il ritmo del sonetto, della canzone e della ballata. La lettura ad alta voce e la condivisione dei testi poetici ha portato i partecipanti a un passo successivo: interrogarsi sulle relazioni tematiche, linguistiche ed emotive esistenti tra il testo poetico e quello grafico. Sorprendenti le relazioni venute fuori, motivo di meraviglia scoprire come il poeta è stato profeta! A conclusione dell’incontro Piumini ha recitato un brano dal suo Il piegatore di lenzuoli (Marietti 1820), testo che sta portando in teatro accompagnato dalla fisarmonica di Nadio Marenco, lasciando assaporare parole che sono suono, ritmo e musica. 

Un viaggio meraviglioso tra parole immagini e paesaggio che continuerà nelle prossime settimane con gli ultimi due appuntamenti: venerdì 12 e sabato 13 maggio, per l’unità formativa “Le Illustrazioni e il Paesaggio”, con Vittoria Facchini, illustratrice, premio Andersen nel 2006, e Antonia Teatino, ideatrice de “Il cartolaio del bosco”, progetto di ecodesign per l’educazione alla sostenibilità.