Grazie, Presidente

[di LuisaMattia ]



IlPresidente Giorgio Napolitano durante la visita a Turi.


I libri hanno le gambe. Gliele consegna lo scrittore. Ma nonbasta. Ci vuole il lavoro paziente dell’editore per farle solide. Manon basta ancora. Le gambe lievi eppure solide di un libro hannobisogno di un altro amico: il libraio.

W la libbertà è un libroche ha le gambe corte e tonde della bambina di cinque anni che sonostata. Solide gambe saltellanti e irrequiete, che corrono avanti eindietro, come su una giostra.

Il giro di giostradi W la libbertà ha sfiorato e poi preso casa nelcuore e sugli scaffali della Libreria Eleutera (via Giacomo Leopardi8, Turi), grazie alla lettura appassionata e al lavoro certosino di Alina Laruccia, libraia a Turi.

Turi è una città che s’affaccia sui primicontrafforti delle Murge. Una terra che dà mandorle e ciliegie.

Luisa Mattia a cinqueanni.

È una terragenerosa e aspra, un luogo dalla lunga storia. Storia d’Italia.

A Turi c’era e c’è un carcere dove, in epocafascista, vennero rinchiusi Pertini e Gramsci che, proprio qui, scrissele Lettere dal carcere.

Pereffetto di una fortunata alchimia della storia e della volontà,a Turi, il 5 novembre scorso, è arrivato il Presidente Napolitano,per rendere omaggio a Pertini e Gramsci.

Lohanno accolto in tanti e, tra i tanti, c’era Alina-Laruccia-libraia,con un dono: un libro. Il “mio” libro che, indubbiamente, con queltitolo – W la libbertà – richiama e rivendica lasostanza della democrazia.

Dunque, il PresidenteNapolitano ha ricevuto in regalo W la libbertàaccompagnato da una mia lettera, che vi riporto qui sotto:

Caro Presidente Napolitano,
nella mia famiglia – modesta, semplice e solida – ilibri sono sempre stati una parte di vita. Mio nonno aveva sul comodino unvocabolario (il libro più importante, mi diceva). Mio padre studiava lasera, dopo il lavoro, per prendere un diploma e cambiare un po’ le sueprospettive; quando si stancava di studiare, mi “rubava” i fumettioppure s’addormentava su un libro. Mia madre mi raccontava storie,me ne leggeva e io ne leggevo a lei.

Nel mio libro W la libbertà,di cui Le farà dono l’appassionata libraia Alina Laruccia,racconto un pezzo della mia infanzia, a cavallo tra anni Cinquantae Sessanta.

Anni duri,difficili, vissuti con essenzialità.
Annicarichi di ostinazione, tenacia, progettualità e fiducia nelfuturo.
Anni in cui si è andato formandoil mio senso di partecipazione alla vita del mio paese, l’Italia,di cui celebrammo i 100 anni di Unità a scuola, cantandoLa bella Gigogin e leggendo le storie dei patrioti delRisorgimento. Io, per quanto piccola, le apprezzai molto, tanto di piùperché avevo in casa un nonno “garibaldino” (ne parlo ampiamentenel libro).

Altritempi. Altro secolo. Ma nulla è passato.
La bellezza di esserci, di contare e voler contare, diprendersi la responsabilità di fare progetti e costruire un presentemigliore, un futuro possibile, in me, sono intatte.
 

A Lei, caro Presidente, dico unGRAZIE sentito perché, con essenziale e solida chiarezza,protegge il nostro diritto di essere cittadini, ci chiama allaresponsabilità, non ci permette di dimenticare quanto è statocostruito e conquistato nel passato, ci consente di immaginare ilfuturo.
Grazie a Lei, Presidente, misento cittadina di questo paese.
Conorgoglio.

LuisaMattia



IlPresidente Giorgio Napolitano durante la visita aTuri.