Una delle cose che faticoa spiegarmi è la mancanza in Italia di una reale tradizione,una corrente, chiamiamola anche con il brutto termine “moda”,che includa gli albi illustrati senza parole. Anche perché setogliamo agli albi le parole e ci affidiamo alle sole immaginiallora le regole del gioco necessariamente cambiano... ma questa èun'altra storia. Il fatto è che i libri senza parole sono moltopiù diffusi all'estero che non in Italia e io ne sono totalmenteappassionata. Colori, materiali, costruzione, tutto serve per rimpiazzarequei piccoli simboli che formano le parole per poter conversare conil lettore attraverso un linguaggio altro.
Recentemente sono stataal negozio Muji divia Torino qui a Milano e ho visto con sommo piacere che la notamarca giapponese continua sulla sua strada della semplicità e del“silenzio” proponendo piccoli libri senza parole. Sicuramente laragione commerciale è uno dei cardini fondamentali di questa scelta:niente parole, niente traduzione, ergo, un librostampato con tirature altissime che risulta economico e mondialmentedistribuito. Geniale marketing di massa. Ma c'è dell'altro. OggiGiovanna mi ha regalato questo divertente libro con gli stickers,che si chiama... boh! E già da qui sorge il primo dilemma:un libro senza titolo in copertina mi spiazza. Potrei chiamarlolibro-sole, o libro-con-gli-adesivi, o libro-Muji-di-cartoncinoriciclato... insomma fate voi.
Loro lo chiamano Libro faccedivertenti e lo potete acquistare online qui.È un libretto quadrato, con tanti oggetti, cose da mangiare eforme, ciascuna delle quali può diventare una faccina, che sipossono caratterizzare con gli adesivi delle ultime pagine;tantissimi occhi, nasi, bocche e particolari diversi. Iopersonalmente sono impazzita per il triangolino di riso conl'alga (ne avete mai mangiato uno?), per non parlare del musino diroditore con i baffetti e il nasino a palla.
Il libro è una crezione dello studio Tupera Tupera,ovvero Tatsuya Kameyama e Atsuko Nakagawa. Originalmentepubblicato a colori, è stato adattato dal marchio giapponeseper farne un prodotto di consumo più economico, cambiando imateriali e la rilegatura originali.
SempreMuji poi qualche tempo fa aveva pubblicato questo morbido libro distoffa corredato di pennarelli per colorarlo. Una copertina con imonumenti delle città più famose al mondo, un treno e un ufo, unprato fiorito o un bosco con alberi a petali...
Trovo chequesti due volumetti rispecchino perfettamente la filosofia di Muji,basata sull'utilizzo di materiali semplici (carta riciclata e tessuto),senza marchi o packaging costosi, in cui la caratterizzione del prodottoavviene tramite la qualità e il segno. È interessante come il brandgiapponese stia applicando questa filosofia all'editoria. Una delle cosepiù complesse ed affascinanti per un editore è la capacità di dareuna personalità e un carattere alla sua linea editoriale. Per farlo civogliono chiarezza di pensiero e di intenti e molta costanza. Anche seMuji non è una casa editrice sta comunque riuscendo nella realizzazionedi libri con personalità e con un gusto accattivante e universale,mai intellettualistico.
Entrambi questi libri sono deiprodotti di design che nascono e arrivano al pubblico attraverso uncanale inusuale, ovvero il negozio di articoli “vari”, e nonattraverso la libreria. E anche questo secondo aspetto mi sembrasignificativo: il fatto che il libro sia inserito in un contesto discelte di consumo più ampie è, da un punto di vista del marketing,molto interessante perché parla di noi e inserisce i libri con coerenzain uno stile di vita ben preciso, lo stile Muji.
Muji, trattodall'espressione Mujirushi Ryohin, vuol propriodire “prodotto di qualità senza marchio”: un bell'esperimento chesta producendo risultati interessanti. Se volete saperne di più sullafilosofia di Muji, vi consiglio anche il volume uscito lo scorso annoin occasione dei 30 anni dell'azienda: Muji,edito da Rizzoli International e acquistabile qui.