La scelta di fare delle scelte / I

All'ingresso della Bibliotecadi Montebelluna, su una grande vetrata, si legge una frasedi Mario Rigoni Stern, tratta da Uomini, boschi e api:

Finalmente si può lavorare conla finestra aperta; ed anche stando al tavolo tra carte e libri,finalmente si può annusare l'odore della terra in amore e del letamesui prati. Solo che ora rimango incerto tra il lavoro qui nella miastanza del sottotetto e quello che mi aspetta fuori. Comunicare coni miei lettori o ripulire attorno alla casa le scorie dell'invernoe bruciarle nel debbio?

Parolequanto mai adatte a un luogo in cui il verde, la luce, il paesaggio el'azzurro fanno parte dello spazio che circonda i lettori e, insieme ailibri, alimenta di visioni il loro sguardo. Alla fine di ottobre sonostata invitata qui a parlare del mio lavoro di autrice e di editorea un corso d'aggiornamento regionale per bibliotecari sul tema dellibro illustrato, a cura dell'Associazione Hamelin. È stata una mattinatainteressante, con una partecipazione viva. A colpirmi non è statasolo la qualità umana dell'ambiente, ma anche quella fisica. La Bibliotecadi Montebelluna festeggia a breve i primi dieci anni nella nuovasede. Un edificio grande, luminoso, aperto, con spazi ben articolatie pensati. Un luogo dove ci si sente a proprio agio nello stare e nelpermanere, adatto alla concentrazione, alla lettura, al pensiero. Unospazio essenziale, chiaro, nitido, bello.

Spesso mi colpiscela bellezza dei nuovi edifici progettati per accogliere i libri ei lettori, in Italia come in Europa: come se fra l'una e gli altrila relazione fosse imprescindibile. Lo spazio della lettura è unospazio interiore ed esteriore: in entrambi i casi la dimensioneestetica è fondamentale.
Di questa biblioteca mi hannocolpito i settori bambini, ragazzi e giovani adulti, a cui molteenergie vengono riservate, dato che, come accade non solo qui, madiffusamente, è in questi che si registrano gli utenti più numerosie voraci. Lo dicono i numeri. Siccome le biblioteche ci interessano epensiamo valga la pena farle conoscere per il lavoro che fanno, spessoinimmaginabile per qualità e mole, vi proponiamo questa intervista,a cui hanno risposto Alda Resta, direttrice della biblioteca; ElisaBarbieri, responsabile della promozione adulti; e Martina Pozzebon,che si occupa della sezione ragazzi.

Di questa architettura, chesi deve a Toni Follina, colpisce il linguaggio contemporaneo, lacapacità di entrare in relazione con il paesaggio. In che misurachi effettivamente la vive, i bibliotecari, ha collaborato alla suarealizzazione?
Dalla data in cui l'architettoFollina riceve l'incarico a quella che segna la chiusura dei lavori e laconsegna dell'edificio, trascorrono cinque anni. È un tempo in cui forzacostruttrice e pensiero biblioteconomico si incontrano, si confrontano,crescono insieme nella definizione di spazi e funzioni. Sono anni ditrasfusione di conoscenze, ma anche di sintesi soprattutto con riferimentoagli esempi che si è deciso di prendere a modello per collocare ilnostro edificio dentro alla cifra di un linguaggio contemporaneo.
Non sono mancate le visite ad altre biblioteche, già buoni esempi dimoderno, fatte da architetto e bibliotecari insieme e questi sono statidei passaggi fondamentali che hanno permesso di delineare la fisionomiadella nuova biblioteca, coniugando il virtuosismo architettonicocon la necessità di poter disporre di spazi funzionali, modulari,adatti a un organismo in crescita.

Quanto è importante lapartecipazione dei bibliotecari al progetto di una biblioteca? E in cosaè consistito primariamente il vostro contributo?
Ilcontributo dei bibliotecari è stato fondamentale e imprescindibile. Ognibiblioteca getta le sue fondamenta, anche fisiche, su un progettobiblioteconomico che guida tutte le fasi della progettazione edella realizzazione. Questo progetto non può che essere redattodai bibliotecari che non solo conoscono la materia, ma soprattuttoconoscono il tipo di utenza e le sue esigenze e tracciano in questoprogetto anche le prospettive future che una nuova biblioteca può e deveessere in grado di compiere e mantenere. Il progetto è un patto tra ilbibliotecario e la cittadinanza, passa attraverso l'architettura e siconcretizza nella realizzazione di servizi ad hoce nella scelta di come erogarli.

In che modo la comunità haaccolto la nuova biblioteca e come è cambiata la sua percezionerispetto alla vecchia sede?
La biblioteca nuovaè stata accolta con molto favore; in termini numerici l'utenza ètriplicata rispetto alla vecchia sede. Il dato più rilevante è cheMontebelluna ha una visibilità sovracomunale e provinciale; infattiquasi il 60 % degli iscritti proviene da fuori comune, anche da areenon contigue. Considerando che quasi tutti i comuni in provincia hannouna loro biblioteca questa percentuale molto alta di presenze da fuoriMontebelluna è sintomo di un sicuro apprezzamento per la struttura,ma anche, speriamo, per il lavoro quotidiano che punta alla qualità delservizio.

Chi usa e frequenta oggila biblioteca? E in che modo? È cambiato questo, rispetto alpassato?
 A dieci anni dall'aperturadella nuova biblioteca, capita spesso di incrociare i volti e diaccogliere le richieste degli utenti di allora, di quelli che, ancorabambini, frequentavano gli spazi della vecchia sede. Quegli utenti,circa il 22% sul totale, hanno oggi esigenze diversissime, utilizzanole aree cablate per connettersi wi-fi, sono interessati alle riviste disettore, occupano la sala di consultazione per studiare, si rivolgonoal personale per richiedere prestiti interbibliotecari. Accanto aloro ci sono i frequentatori adulti, quelli che, statisticamente,costituiscono il 61% degli utenti; tra questi ritroviamo i frequentatoriaffezionati che potremmo definire quotidiani, legati oltre al prestitoanche alla lettura in sede, in particolare di giornali e riviste; sitratta di persone che nutrono oramai uno specifico attaccamento fisicoal luogo e che in biblioteca si sentono a casa. Di certo, rispettoal passato, l'utenza di oggi è molto più ampia e differenziata,ma è anche maggiormente variabile: la fidelizzazione e l'attenzioneall'utente si confermano azioni efficaci complessivamente, ma èaltresì vero che l'utente è portato a muoversi sempre più spessoin autonomia, passando a volte da una biblioteca all'altra, favoritoda un catalogo unico provinciale e da un lavoro di rete che comunicaattività coordinate e condivise.

Anche da voi sono ibambini e i ragazzi a detenere il primato della maggiore quantitàdi prestiti. A cosa attribuite questo dato? E come avete ottenuto,nello specifico, questo successo?
La Bibliotecadi Montebelluna ha sempre posto un'attenzione particolare alla fasciadei bambini e dei ragazzi; già nella vecchia sede questi serviziavevano spazi dedicati e la nuova biblioteca ha permesso di ampliarnedimensioni e possibilità. Da almeno 15 anni abbiamo attivato un progetto lettura organico o continuativodedicato alle scuole, che tocca tutte le fasce d'età, dall'infanziaagli istituti superiori; per tutti gli utenti della biblioteca, conun occhio di riguardo alle famiglie, abbiamo organizzato anche eventie costantemente proponiamo cicli di letture ad alta voce, teatro perragazzi e laboratori di giochi in scatola per l'estate; parallelamentealle attività per ragazzi ci sono le iniziative per adulti, durantetutto l'anno, che vanno dalla presentazione di libri alle maratone dilettura.
Ma l'attenzione maggiore è alla quotidianità, daltipo di esposizione dei libri alla relazione personale con i ragazzie ovviamente anche con gli adulti; la qualità del servizio sta nellapossibilità che abbiamo di proporre la biblioteca e i libri mettendosempre al centro le richieste dell'utente, specie se si tratta deipiù giovani.
È come dire che la chiave di tutto sta nelcoltivare giorno per giorno la nostra biblioteca e con essa i nostrilettori. Ci piace pensare che sia per questo che la biblioteca nel2006 ha vinto il Premio Andersen per la promozione.
(Fine prima parte. Seconda parte, venerdì,10 febbraio)