Le case di Anna Emilia

In due anni di lavorosu Casa difiaba, libro nato da un testo di Giovanna Zoboli, non abbiamo maiincontrato di persona Anna Emilia Laitinen. In compenso,ci siamo scritti vagoni di mail. E probabilmente abbiamo visitatocon curiosità, l'un l'altro, i rispettivi blog. Quello di Anna Emilia, rappresenta per noila quintessenza del Nord e di chi vi abita. Paesaggi, sguardi,atmosfere, ambienti, davvero ogni cosa nelle immagini di Anna Emilia,che siano foto, disegni, acquerelli, è densa di una singolarebellezza, di significati, suggestioni.

Non è la prima volta chefacciamo un libro a distanza con qualcuno che geograficamentesta lontano e appartiene a una cultura diversa. È una esperienzacomplessa, rischiosa, interessante. Casa di fiaba,a nostro avviso, porta in sé i segni di questa distanza, e delmisterioso mondo da cui provengono le sue immagini. Toni, sfumature,percezioni, visioni. Il fantasma di Anna Emilia trascorre di paginain pagina, come tutti i fantasmi leggero, sfuggente, a volte serio,spesso giocondo. Casa di fiaba è un libro non del tutto definibile,fascinoso, strano. Come risulta anche dalle parole della sua autrice, inquesta intervista.

Fai l'illustratriceda tempo, ma Casa di fiaba è il tuo primo alboillustrato per bambini. Cosa ha significato lavorare a un libro anzichéa singole immagini?

Una differenza nongrande, ma pur sempre una differenza: quando si illustra un libro, lastoria va avanti a lungo, percorre tutte le pagine, dalla copertina allaquarta. Se invece si lavora su un'immagine unica - come una cartolina o ilmotivo per un tessuto - , la storia deve essere tutta contenuta in pochisegni. Per il resto, si tratta sempre e comunque di trovare la sensazionegiusta.

Anna Emilia in una foto di LauraHappo.

Generalmentenon lavori per i più piccoli. Cosa ha significato lavorare per ibambini? Cosa hai pensato fosse importante raccontare loro sul tema dellacasa?

Un altro mio albo sarà pubblicatoin Francia, entro l'anno. Illustrare per i bambini è qualcosa che avvertocome molto importante e, proprio per questo, molto difficile. I più beiricordi della mia infanzia sono legati ai libri che leggevo da sola omi venivano letti da altri e allo stare all'aria aperta: due cose chemi hanno fatto crescere, mi hanno messo in contatto con la vastitàdel mondo e mi hanno dato conforto. Vorrei che le mie illustrazionitrasmettessero lo stesso senso di compiutezza e di serenità ai bambiniche le osservano. Con le case che ho disegnato per questo libro ho cercatodi evocare la possibilità che i nostri spazi domestici possano diventareuno spazio per il sogno, di quanto siano importanti in sé, ma anche inrapporto a ciò che li circonda. Vorrei suggerire e stimolare il bisognodi prendersi cura dell'ambiente (non solo in senso naturale) e degli altrie ho cercato di farlo, particolarmente, nelle tavole che descrivono ilvillaggio di baracche o il riparo del senza-casa, come pure nella forestache accoglie le case per gli uccelli. La casa può essere ovunque,anche in un luogo temporaneo, come una tenda, nell'oscurità di unanevosa sera d'inverno.


Lavorando per bambini, è cambiato qualcosa nel tuo stile onell'immaginario che elabori nelle tue illustrazioni?


Non penso di aver pensato a un pubblico particolare,nel realizzare queste tavole. Ho pensato a illustrazioni che potesseroandare bene per tutti. Oggi i bambini sono molto abituati alle immaginie sono in grado di leggerle e interpretarle meglio di molti adulti. Perquesto non ho pensato fosse necessario modificare o temperare il miostile. Il fatto che la storia raccontata nel libro non avesse verie propri personaggi mi ha messo un po' in difficoltà, ma speroche  dettagli, particolari, strutture, motivi e coloririescano a incuriosire bambini e adulti e li invitino a immaginarei personaggi che io stessa ho dovuto immaginare per mettere qualchesegno dell'uomo queste illustrazioni.

Per un nordicoe un mediterraneo “casa” è un concetto molto diverso. Cosa significacasa per te?

La differenza principale,fra qui e lì da voi è l'inverno. Le case finlandesi sono molto calde. Disolito hanno una stufa a legna e una sauna: due elementi che aiutano arenderle confortevoli quando fuori ci sono venti gradi sotto zero. Spesso,per me la sensazione di essere a casa è legata alla presenza delfuoco. Me per me casa è anche dove c'è la natura: un luogo circondato daforeste, laghi, campi; le stagioni con i cambiamenti che portano. Quandovivevo in Islanda, dapprincipio il mare, con il suo rumore continuo, misembrava una presenza strana, come quel paesaggio aperto, senza alberi,ma circondato di montagne. Ma anche quel luogo per me è diventato"casa": una casa che a volte mi manca intensamente. Per me, "casa" puòessere luoghi diversi nello stesso tempo.

Chivisita il tuo blog, nota immediatamente come il paesaggio, esoprattutto la natura selvaggia, sia per te importante. In che modoquesti incidono sul tuo immaginario e in che modo entrano in questolibro?
La Finlandia è un paese vasto, ma siamoin pochi ad abitarlo. Quindi non è difficile che dalla finestra dicasa non si veda il vicino che abita al di là del bosco, del lago,del campo. Questo è il paesaggio che mi è più familiare, quello cheaccoglie i miei vagabondaggi e stimola la mia ispirazione. Osservo lepiante e ne cerco il ritmo geometrico; ascolto i suoni. È qualcosache mi permette di liberarmi di tutti i pensieri e, allo stesso tempo,di accoglierne di nuovi. Ecco, in questo libro ho cercato di far entrarela natura in ogni luogo: non solo disegnando paludi e boschi, ma ancheandando a scovare quel poco di natura che, a guardar bene, si trovaanche del cuore della città.


Chi èAnna Emilia Laitinen?

Una che va inbicicletta, lavora a maglia, impasta il pane, osserva il mondo, vaa cercare i funghi, viaggia e sogna. Adesso sto sognando di tornarealle isole Svalbard, su al nord, vicino al Polo, dove sono stataquest'estate.

Le fotografie di questo postsono di Anna Emilia Laitinen.