A perfetta misura di topo

La trilogia del topo che non c’era è passata al gran completo alla collana Minitopi. Era bella nel formato grande, ma il formato piccolo (che ha pure un prezzo più abbordabile) ci pare proprio che le doni.

I tre volumetti appaiono oggi più raccolti e personali. E sembra proprio che i topi che il lettore e la lettrice ci troveranno dentro, in quelle piccole dimensioni ci sguazzino.

D’altra parte, come disse a sua moglie il signor Little, papà del meraviglioso Stuart Little: “In fin dei conti, Stuart ha tutto l’aspetto di un topo. E non ho mai visto un topo al quale non piaccia cacciarsi dentro un foro nella parete.” Perciò anche il nostro topo che non c’era, nonostante dichiari di non esserci, ha anche lui l’aspetto di un topo, e siamo certi che insieme ai suoi molti cugini sia entrato da un provvidenziale foro in questi libri piccoli e maneggevoli e lì attenda fiducioso i suoi lettori.

Se a E. B. White, scrittore e irresistibile umorista, parve del tutto normale mandare a una famiglia americana modello, ovvero alla famiglia Little, un figlio topo, a noi Topipittori è parso del tutto normale avere per protagonisti di questi libri un topo che non c’è e che, tuttavia, è il personaggio principale di ben tre avventure nelle quali si racconta fondamentalmente una cosa: che quello che sembra non è mai, ma proprio mai come poi si rivela.

Un messaggio bomba in un tempo come il nostro in cui, fra gli innumerevoli inganni e la moltitudine di trappole di sempre, l’intelligenza artificiale cerca ogni giorno di più di convincerci che quello che ci appare è la realtà vera. Sbagliato, sbagliatissimo. Non lo è, ed è bene stare all’occhio, perché distinguere la realtà da quello che pretende di esserlo, è una abilità di questi tempi molto importante, specie per i bambini che, da sempre, tanti ambiscono a volere far fessi.

 





In che modo queste storie parlano di come sia facile credere a quello che immaginiamo o ci vogliono far immaginare? Per esempio, quando in Il Natale del topo che non c’era il topo e il gatto cercano di organizzare una festa natalizia con i fiocchi finiscono per litigare. Ognuno vorrebbe ricreare quelle tipiche atmosfere da pubblicità di panettone in cui si vedono tavole apparecchiate con la tovaglia ricamata, il centrotavola con l’agrifoglio e le pigne dorate, i candelieri d’argento, i festoni coi babbi natali e gli angioli trombettieri eccetera. Ma ognuno ha idee diverse su come raggiungere questo obiettivo, perché ognuno ha la sua idea di festa e questa collima difficilmente con quelle altrui. E, quel che è peggio, ognuno pensa che la propria idea di festa sia la migliore. Una cosa che a ben vedere, è molto poco natalizia, essendo il Natale la festa in cui tutti dovrebbero volersi bene e andare d'accordo.

Questa storia, però, svolgendosi nel tempo del Natale, per quanto anomala, ha un lieto fine, e questo per merito dei gatti e dei topi cugini che già lettori e lettrici hanno incontrato in Le vacanze del topo che non c’era.

Insomma, noi speriamo proprio che questa trilogia, ripubblicata dopo che per un po’ è stata fuori catalogo perché esaurita, vi convinca anche nel nuovo formato piccolo, a perfetta misura di topo.

Per saperne di più su  questa trilogia e, in particolare su Il Natale del topo che non c'era, ascoltando le voce delle autrici, vi invitiamo anche ad ascoltare il quarto episodio del nostro podcast. A curarlo, approfondendo i contenuti e le caratteristiche dei nostri libri sia attraverso suoi contributi originali, sia attraverso interviste con autori, illustratori, esperti, è Alessandro Mele, appassionato di letteratura per l’infanzia e da qualche anno autore del podcast Il Mondo Invisibile, dedicato all’illustrazione e agli illustratori contemporanei.

Vi auguriamo buon ascolto. E seguite la pagina del nostro podcast, per non perdervi i prossimi episodi.