Quel che non sappiamo

Qual è il principo di una collezione? Mettereinsieme cose molto simili che però hanno anche qualcosa di diverso:una collezione di pere, per esempio, o di mele. Ne avevo vistauna bellissima di pomi di cera provenienti, mi sembra, dal Museo Pomologico Garnier Vallettidi Torino, esposti a Milano, anni fa, a Palazzo Reale, a una mostrasulla natura morta. Ci sono cose che sembrano fatte apposta per esserecollezionate. Come le scatole dei fiammiferi. Come quelle che vedetequi sotto.

Seriedi fiammiferi ceoslovacca dedicata a pere emele.

Le scatole deifiammiferi a loro volta sono collezioni di immagini. Come i francobollie le carte delle arance. La qual cose le rende particolamenteseducenti. Io e mia sorella da piccole collezionavamo carte diarance, scatole di fiammiferi, bustine di zucchero e francobolli,appunto, oltre ad altre mille cose. Naturalmente senza criterio esenza sistema. Come capitava, per accumulo. Per puro diletto. Tuttii bambini sono collezionisti.



Scatole di fiammifericeoslovacche.

Ilprincipio è quello della gazza: portare a casa qualsiasi cosa porti insé un po' di luccicore: tappi di bottiglia, vetri colorati, conchiglie,stagnola colorata. Dove finiscono le collezioni dei bambini? Nelle spiredelle madri che ogni tanto, approfittando di un attimo di distrazione deifigli, prendono tutto e lo buttano.
Qualche anno fa è tornatoun amico dalla Cina e ci ha portato queste:


Poi Anna, un giorno, ha messo in unabusta questo e ce l'ha mandato:

Le scatoledi fiammiferi, infatti, oltre a servire a costruire unsacco di cose (ma questo è un altro capitolo), hannomilioni di estimatori, in tutto il mondo. Che le amano perchésono belle. Belle? No, di più: bellissime. Molti di loro sono blogger appassionati di immagini, o collezionisti, che per la nostra gioialecatalogano, le fotografano e le mettono, gratuitamente, a disposizionedi tutti. Per esempio di illustratori perennemente acaccia di idee e di ispirazione.

Scatoline dalla Russia, anniCinquanta.

Nell'eradel web, chi ama le immagini ha a disposizione archivistupefacenti per dimensioni, profondità, ricchezza,stravaganza, fantasia.
I popoli che hanno brillatonell'arte della scatola di fiammiferi sembrano esser stati i cecoslovacchi, i russi, i giapponesi, i cinesi e anche gli americani.
Ottimi grafici vi si sono cimentati, comeSaul Bass:


La serie di SaulBass.

e,recentemente, il praghese PavelFuksa, che ne ha prodotta una serie di 178 pezzi, ognuno dei quali riportauna frase o una parola del testo di una canzone dei Navigators,My place. Con questi è stato poi giratoil video del pezzo: idea molto accattivante.


I 178 pezzi diPavel Fuksa.


Sullescatole di fiammiferi, nel mondo, sono stati anche pubblicati alcunilibri:

Czech and Japanese matchboxlabels.

Chinese matchboxcovers.
Striking Image Vintage Match-book CoverArt.


Che un oggetto effimero come una bustina o una scatola di fiammiferiabbia ricevuto tante cure e tanta intelligenza visiva nel corso dellastoria, e abbia espresso una così alta qualità di valore esteticoha qualcosa di stupefacente. Allude a questo il nome della decennalerubrica di Umberto Eco sull'Espresso, "La bustina di Minerva"? E vorràpur dire qualcosa che nella nostra lingua ai fiammiferi presieda ladea della materia grigia, chissà. In fondo le scatole di fiammiferisono oggetti che vivono gran parte della loro vita nelle tasche digiacche e cappotti, sul fondo delle borse, sul ripiano di un fornelloo strette alla schiena di un pacchetto di sigarette (un tempo, primache sigarette e cucine instaurassero col fuoco altre relazioni).

Scatoline dalla Cina,anni Cinquanta.
Scatoline dalla Cina,anni Ottanta.

Neivecchi gialli (prima che orde di medichesse legali firmate Pradarendessero il mistero una pratica da fighetti, fra un aperitivo el'altro), vittime o assassini, a seconda, non mancavano di scrivercisopra numeri di telefono o indirizzi risolutivi, che poi investigatorimale in arnese e con due divorzi alle spalle, trovavano col loroocchio di falco, sciogliendo tetre vicende che di solito avevano cometeatro qualche nightclub o un motel fatiscente.


Scatoline vintagedall'India.

Guardandoqueste miniere di fiammiferi, si pensa anche a un'altra cosa:che sono scintillanti micronarrazioni. Di solito, infatti, sisviluppano in serie, come una storia a fumetti (da qui, appunto,l'idea di Fuksa): mettendo insieme tutte le immagini di una serie,l'idea è che ne venga fuori un racconto. Il fatto che francobolli,carte di arance e scatole di fiammiferi piacciano tanto ai bambini,forse ha a che fare con questa capacità di raccontare, a filo di voce,storie minime, ma piene di seduzione.



Altre bellissime scatoline vintagececolovacche.

Amio avviso, questo potere di attrazione ha anche a che vedere anche colfatto che sotto queste splendide, raffinatissime figurine vi sia unascatolina. Non per nulla qualcuno ha ben visto che lì dentro vi sonomicrostanzette dove microconigli conducono una loro vita misteriosa (asipario chiuso), e piuttosto indaffarata e molto ben organizzata.

Scatoline cecoslovacchecon disegni tradizionali per uova, e fiocchi dineve.

Lescatole di fiammiferi si avvalgono della scrittura per raccontarepoche cose: brevi istruzioni, luoghi di fabbricazione, esclamazioni,nomi di cose o di prodotti. Lo fanno in modo semplice, quasinaïve, come accade con certa pubblicità ingenuottache sembra nutrire una fiducia inaudita nei risultati del semplicedichiarare il proprio nome, un po' come si fa durante un appello.

Scatoline americanevintage.

Scatolinetedesche.



A volte, questesemplici diciture si valgono di alfabeti esotici e sconosciuti che, perun attimo, ci svincolano dalla topografia e dalla onomastica consueta,e ci fanno sognare. E anche questo esotismo è un modo di raccontarciche quel che non sappiamo comincia su una scatolina di fiammiferi perespandersi a macchia d'olio fino ai misteri profondissimi del cosmo.

I giapponesi fanno paura, sonoimbattibili.



Qui qualche altreinformazione.