Quella Repubbica Ideale

In una famiglia di topi di Giovanna Zoboli (che poi sono io che scrivo) e Simona Mulazzani, da qualche giorno è in libreria. In due parole vi racconto come è nato questo libro e perché.

Mai come oggi si parla di famiglia. Mai come oggi la relazione di coppia, e di questa con i figli, è analizzata, discussa, sezionata. Padri, madri, figli, figlie. Adulti, bambini. I ruoli del maschile e del femminile sono sotto i riflettori. Che cos'è una famiglia? Di quante persone è fatta? Di che sesso sono? Cosa vuol dire in una famiglia  essere maschio ed essere femmina? Di che modelli di femminile e di maschile hanno necessità i bambini per crescere? Se esiste una famiglia 'naturale', allora ne esiste anche una 'innaturale'? Che cosa sono le famiglie non tradizionali? Di che diritti dispongono le une e le altre? Cosa vuol dire essere piccolo in una famiglia naturale? E in una non tradizionale?

Quando, ormai alcuni anni fa, ho scritto In una famiglia di topi, non mi sono posta queste domande. Non perché non le ritenga interessanti. O perché non mi sia mai posta il problema. Tutt'altro. Ma perché In una famiglia di topi non nasce da questo piano di riflessione, condivisa e collettiva, quanto da un ambito privato e personale. Un piano in cui le certezze, le idee, i principi e valori sono parte integrante del tessuto affettivo e interiore, completamente assorbite.

Assemblaggio di schizzi di Simona Mulazzazni per In una famiglia di topi.

Potrei dire con buona approssimazione che In una famiglia di topi nasce in un tempo in un luogo lontani: la Milano degli anni Sessanta, in cui sono cresciuta, in una strada vicino a piazza Loreto, in una famiglia che oggi si chiamerebbe 'naturale', ma con due genitori piuttosto vispi: un papà che amava l'avanguardia al cinema, a teatro, nella letteratura e nell'arte, e una mamma che negli anni Settanta partecipava attivamente alle campagne relative al divorzio e all'aborto. Ricordo che anche noi ragazzette andavamo in manifestazione dove si reclamavano quei diritti per le donne e gli uomini. Peraltro, pur vivendo in un contesto poco convenzionale per quei i tempi, per esempio rispetto a quello della maggior parte dei miei compagni di scuola le cui famiglie mi accorgevo essere diverse nelle abitudini e nelle idee, sapevo benissimo cosa fosse una famiglia tradizionale. Mi bastava pensare a quella di alcuni cugini e zii emiliani o bresciani, o alle case dei nonni. Non mi dispiacevano affatto questi tuffi nella tradizione. Capivo che certe convenzioni avevano un loro lato misterioso e affettuoso: non si trattava di rigidi e beceri pregiudizi come capita in alcuni casi che poi avrei conosciuto, ma semplicemente di altri modi di pensare e vivere. E scoprivo che le differenze, anche quelle differenze, mi piacevano.

Illustrazione e schizzo di Simona Mulazzazni per In una famiglia di topi.

Come tutti i bambini, a quei tempi, riflettevo su me, sui miei genitori, su noi, sui nostri parenti. Su come era la nostra casa e su come erano quelle degli altri. Su come eravamo noi e come erano gli altri. La mia mi sembrava una bella famiglia, anche se c'erano un po' di cose che avrei cambiato. Ero in grado di vederle. I bambini sono sensibili e sanno cogliere anche gli aspetti negativi di quel che hanno intorno, spesso non detti, sotterranei, impliciti. E si rendono conto benissimo di cosa va e non va nelle loro vite. Poi magari su quest'ultima cosa abbozzano, perché capiscono che i genitori non sono pronti per certe verità, e prenderne atto gli farebbe troppo dispiacere. Perciò si prendono loro la responsabilità. Sono molti i bambini che proteggono gli adulti. Forse, a ben vedere, tutti.

Illustrazione e schizzo di Simona Mulazzazni per In una famiglia di topi.

Credo che In una famiglia di topi viva tutto questo: quello che pensavo, quello che sapevo, quello di cui mi accorgevo, quello che amavo e quello che avrei cambiato. Allora non sarei stata in grado di dirlo con la precisione di una storia. Oggi mi viene naturale, grazie al lavoro di anni di scrittura.

Illustrazione di Simona Mulazzazni per In una famiglia di topi.

In questa storia non si parla di topi maschi e topi femmine, grandi e piccoli, ma solamente di topi: membri di una numerosa famiglia di pari che trascorrono una giornata tipo, ognuno seguendo la regola generale e quella particolare, ognuno in dialogo con se stesso e la famiglia, con i propri desideri, la propria sensibilità, il proprio modo personale di essere e fare le cose, e le esigenze, i ritmi e le regole dell'organismo familiare, collettivo. Una sorta di danza, di musica in cui i singoli trovano il proprio posto nell'insieme, in modo fluido, dinamico, costruendo ognuno, momento per momento, la vitalità e la necessità delle relazioni con gli altri, dell'affetto, della condivisione e della collaborazione.

Illustrazione e schizzo di Simona Mulazzazni per In una famiglia di topi.

Mentre scrivevo queste parole, divertendomi molto, capivo che era della Repubblica Ideale che stavo parlando, quella che sognavo da piccola, e che penso tutti i bambini sognino: un ordine sicuro a cui far riferimento, ma abbastanza aperto da accogliere il cambiamento e le differenze, cioè l'identità dei singoli che lo compongono che sono sempre portatori di disordine nell'ordine.

Schizzi di Simona Mulazzazni per In una famiglia di topi.



Come sempre, quando scrivo, questo testo (analizzato ex post) è nato su un ritmo o, meglio, su una matrice ritmica data dalla ripetizione della locuzione In una famiglia di topi, in grado di creare una sequenza costruita su regolarità e infrazione, rassicurazione e sorpresa (che poi è la medesima dialettica fra singolo e gruppo). E quindi anche di comporre un'alternanza di stati d'animo, dalla tenerezza all'ironia, dalla malinconia alla gioia, dal divertimento alla riflessione.

Schizzo di Simona Mulazzazni per In una famiglia di topi.

Ho scritto questa storia per Simona Mulazzani. È uno di quei testi che nascono su misura per la sua eccezionale bravura. Insieme siamo al sesto libro, e il settimo è già in cantiere. Non esiste un illustratore che come lei sia in grado di dare corpo e respiro alla tenerezza, alla gioia, alla malinconia, all'ironia del mondo infantile. E nessuno è in grado di disegnare animali più seducenti, immediati e raffinati dei suoi agli occhi di un bambino, e naturalmente, soprattutto, ai miei.

Schizzo di Simona Mulazzazni per In una famiglia di topi.