Storie della storia dei libri

[a cura di Topipittori]

Martedì 14 dicembre 2021 si è tenuta, a Firenze, la cerimonia del Premio di Letteratura per Ragazzi Laura Orvieto, edizione 2019 – 2021, durante la quale alla nostra casa editrice è stato assegnato il Premio speciale della giuria, istituito per la prima volta nella storia del Premio.

Nel corso del pomeriggio Laura Imai Messina, premiata per il suo Goro goro, illustrato da Philip Giordano, in collegamento dal Giappone, ha risposto a numerose domande che i bambini della Scuola primaria La Massa – IC Rignano Incisa, lettori delle sue fiabe, si erano preparati. Ne avevano preparate alcune anche per noi, ma quando ci hanno premiato si era fatto un po’ tardi, per loro, così ci siamo accordati che ce le avrebbero inviate e noi avremmo risposto.

Dunque ecco la mail che ci è arrivata alcuni giorni dopo da parte della loro insegnante, Lidia Pantaleo, le loro domande e le nostre risposte. Come leggerete sono domande molto puntuali. Spessissimo sono quelle che ci rivolgono anche gli adulti, perché in effetti come abbiamo ricordato durante la premiazione, il lavoro dell’editore è un po’ misterioso, nessuno sa bene in effetti in cosa consista, per quanto a grandi linee si pensi di saperlo. E questo è uno dei motivi per cui è importante che i premi vengano dati anche agli editori, oltre che agli autori dei libri. Perché ogni catalogo di editore è un mondo a sé fatto di centinaia storie. Per parafrasare Storie della storia del mondo, titolo del libro più noto di Laura Orvieto, magnifica scrittrice e intellettuale, nel nome della quale siamo molto felici di essere stati premiati, una casa editrice è fatta dalle storie della storia dei libri che ha pubblicato.

Salve,

sono l'insegnante dei bambini che hanno partecipato alla cerimonia per i vincitori del Premio Laura Orvieto di quest'anno. Purtroppo quando è stata premiata Topipittori era già ora per noi di uscire da scuola, ma i bambini e le bambine avevano preparato delle domande anche per voi. Ed erano domande a cui tenevano molto. Così sono qui a inviarvele sperando di poter avere anche una risposta scritta se possibile.

Sono una classe che ama farsi leggere e leggere belle storie, che ci tiene a leggere per i compagni più piccoli e anche per i più grandi e che spesso, in mancanza di libri, ne crea per i più piccoli.

Le risposte alle loro domande sono importanti per loro anche per questo visto che vogliono capire meglio da chi è del mestiere, come si suol dire.

Ecco le loro domande:

La copertina dà l'idea di cosa c'è nelle storie, come mai?

Come vi organizzate per fare un libro?

Come fate a decidere cosa va messo in copertina?

Se nella copertina ci sono tutti i personaggi della storia perché lo fate?

Quando nasce l'idea di far fare un libro?

Come fate a scegliere le illustrazioni o l’illustratore/trice?

I vostri libri sono solo in italiano o anche in altre lingue?

Intanto, per ringraziarvi delle vostre storie (ne abbiamo lette parecchie), hanno anche piacere di inviarvi i loro giornalini ... per le loro storie hanno detto che forse non sono ancora così bravi. 

Grazie di cuore

Lidia Pantaleo

La copertina dà l'idea di cosa c'è nelle storie, come mai?

Perché, se ci pensate, è la prima cosa che vedete sullo scaffale della libreria o della biblioteca quando andate a scegliere un libro. Grazie a una immagine e a un titolo - cioè a quello che c’è nello spazio della copertina, che di solito è rettangolare o quadrato - ecco che immediatamente potete farvi un’idea di quello troverete dentro il libro, ovvero la storia raccontata.

Per questo l’editore studia molto bene le copertine, in ogni dettaglio. Perché la copertina invogli ad avventurarsi fra le pagine, deve saper raccontare bene quello che il lettore vuole sapere per decidere se quel libro fa per lui. Deve saper raccontare bene almeno quanto fa uno scrittore con le parole, ma con altri mezzi. Quindi è necessario molto studio per fare una buona copertina, lo stesso di quando si sceglie il titolo per un libro. Il titolo è importantissimo, così come lo è il modo in cui sarà scritto in copertina, e il modo in cui un’immagine lo accompagnerà. Fare buone copertine non è affatto facile. È una vera e propria arte. Ogni copertina si regge su un delicato equilibrio di forme colori, vuoti e pieni, caratteri (che sono le diverse forme che possono assumere le lettere stampate). Noi dedichiamo alle copertine molto tempo e facciamo tantissime prove, e discutiamo parecchio prima di decidere quale sarà la copertina giusta per un libro.

Vi facciamo un esempio: la copertina di Il topo che non c’era è molto azzeccata e attira molto i bambini. Perché? Il titolo del libro Il topo che non c’era, annuncia un topo in un bel rosso squillante, come se fosse stato scritto a mano con un pennello su un muro. In copertina, però, si vede un grosso gatto tigrato in primo piano che guarda verso il lettore, sgomento. Cosa starà guardando? Perché il topo non si vede? Perché il titolo parla di un topo che “non c’era”? Dove sarà andato? Lo avrà preso il gatto? O il topo è scappato? Insomma, è una copertina che pone al lettore molte domande, gli mostra uno dei personaggi, ma lascia l’altro nel mistero. Così lo attira a entrare nella storia.

Come fate a decidere cosa va messo in copertina?

È una scelta delicata perché la copertina deve dire il giusto cioè né troppo né troppo poco. Deve dare un’idea abbastanza precisa del contenuto del libro, ma anche suscitare curiosità, e questo lo si ottiene producendo un effetto di mistero. In questo equilibrio fra dichiarare e nascondere c’è tutto il fascino che si sprigiona da una buona copertina. Un famoso autore di libri illustrati, Bruno Munari, diceva che la copertina per un libro è come una porta per una casa, e con questo intendeva che ti deve far venire voglia di aprirla per entrare a dare un’occhiata a quello che troverai una volta entrato. Quindi deve promettere qualcosa di bello, essere invitante, ma non rivelarlo per intero. Insomma, per capire cos’è che ti aspetta, il libro ti dice che devi entrare e scoprirlo. È il meccanismo di ogni avventura, se ci pensate bene.

In un nostro libro, Chiuso per ferie, in copertina c’è proprio una porta chiusa. Si tratta di un libro senza parole, cioè di un silent book, un libro in cui il lettore legge la storia solo attraverso le figure. La porta è chiusa, e il titolo fa venire in mente uno di quei cartelli che si trovano d’estate sulla porta dei negozi chiusi per pausa estiva. Questa chiusura così sottolineata dalle parole e dall’immagine fa subito venire voglia di aprire la porta per vedere cosa ci sarà oltre. È un invito molto esplicito a superare l’impossibilità di guardare all’interno. Secondo voi che cosa troverà il lettore nel libro? Che tipo di storia?

Se nella copertina ci sono tutti i personaggi della storia perché lo fate?

Non sempre in copertina ci sono tutti i personaggi che abitano nel libro. Anzi di solito ne bastano uno o due, dipende. Anche perché in una storia possono esserci molti personaggi e in copertina non è detto ci sia abbastanza spazio per tutti. E comunque non serve che ci siano proprio tutti. L’importante è che vi sia un personaggio che abbia qualcosa di così forte in sé da suscitare attenzione: questa cosa può essere un’espressione, un abito, una posizione, una cosa che sta facendo, un oggetto che ha in mano.

È il caso che ho descritto prima con la copertina di Il topo che non c’era dove si vede solo il gatto con la sua espressione stupefatta. Nel libro poi troverete tantissimi altri personaggi come vedete nell’immagine qui sotto (e alla fine arriva anche il topo che non c’era: lo vedete mentre prende il tè col gatto).

A volte in copertina si può decidere che non ci sia neanche un personaggio, e questo è appunto il caso di Chiuso per ferie che abbiamo appena visto. Anche in Chiuso per ferie abitano tanti personaggi, come vedete nell'immagine qui sotto. Ma sono segreti, e per scoprire la loro natura il lettore deve entrare nel libro.

Invece nella copertina di Stupido libro! ci sono tutti e due i protagonisti della storia: un paperino e uno strano insetto (e un libro). Li vediamo mentre sobbalzano su un letto. A farli sobbalzare sembra sia una voce che irrompe dall’esterno, gridando una strana esclamazione: “Stupido libro!”, così forte che diventa persino un titolo. È curioso che un libro sia intitolato Stupido libro!, non vi pare? Guardando questa copertina il lettore può chiedersi di chi sia quella voce e perché gridi quella cosa, e la gridi, in modo abbastanza dispettoso, proprio in un libro. Anche questo è un trucco escogitato dall’autore e dall’editore per farvi entrare nella storia. Le buone copertine, come vedete, fanno sorgere un bel po’ di domande.

Quando nasce l'idea di far fare un libro?

Noi diciamo spesso che ogni libro nasce da un incontro. Con questo vogliamo dire che ogni libro nasce da un’occasione a sé e cioè dall’incontro con qualcuno che ha fatto qualcosa di interessante. Può essere qualcuno che ha fatto illustrazioni o scrive, oppure che ha una storia particolare o fa un lavoro o studia argomenti che ci fanno venire voglia di fare un libro. Si comincia da lì e poi, man mano, si fa in modo di costruire il libro pezzo per pezzo. Possono nascere prima le immagini, oppure prima i testi. Oppure possono nascere intrecciati, insieme. A volte è la stessa persona che disegna e scrive. A volte, invece, ci sono uno scrittore e un illustratore. Insieme a loro, dopo un po’ si mette a lavorare il grafico che è la persona che decide in che modo le immagini e i testi devono stare insieme nello spazio della pagina. È un compito molto importante perché la pagina deve essere chiara, ordinata, armonica, ma anche vivace e ed espressiva, per farsi leggere. Il fotolitista è quello che fa sì che le immagini siano di gran qualità, il più possibile simili ai disegni originali. Il tipografo è quello che stampa il libro e da lui dipende, perciò, molto della sua bellezza. Poi c’è il distributore ovvero chi porta i libri nelle librerie (perché i libri sono tanti e pesanti!) e anche fa sì che i librai conoscano i libri e li ordinino per le loro librerie così la gente li può comperare. E infine c’è il libraio, che ha molto peso, perché dai suoi consigli e dalla sua bravura nel consigliare dipendono molto le scelte dei lettori.

Come vi organizzate per fare un libro?

Un bravo editore deve essere bene organizzato, è molto importante. Il suo lavoro somiglia a quello di un direttore d’orchestra. Cioè deve fare in modo che ogni suonatore entri nell’esecuzione del brano musicale, con il suo strumento, al momento giusto e nel modo giusto, quando la sua presenza è necessaria e per tutto il tempo in cui sarà necessaria. Sta tutto qui. Anche nel caso non di una sinfonia, ma di un libro, è necessario qualcuno che diriga e coordini il lavoro di tutti gli altri: autore, illustratore, grafico, fotolitista, tipografo, distributore e librai, lasciando a tutti tutta la libertà possibile perché facciano al meglio il loro lavoro, con le loro migliori competenze, ma correggendoli e aiutandoli quando è importante farlo, in modo che ciò che si fa sia coerente, armonico, riuscito. Un buon libro, infatti, lo si costruisce tutti insieme, ma qualcuno deve saper guardare il lavoro degli altri da una certa distanza per capire se tutto funziona in modo corretto. L’editore per questo deve sapere parlare a tutti e conoscere bene il lavoro di tutti e il talento di tutti per tirare fuori da tutti la parte migliore. E deve saper prevedere e capire molte cose. È un lavoro che richiede molta organizzazione, ma anche molta immaginazione.

Come fate a scegliere le illustrazioni o l’illustratore/trice?

È un lavoro delicato e difficile, perché un libro illustrato è riuscito quando in un libro le parole e le immagini, insieme, riescono a raccontare al meglio la storia. Un grande autore americano di libri per ragazzi, Maurice Sendak, ha descritto così la formula perfetta per fare un libro illustrato: «Quello che le parole tacciono, lo dice l'immagine. Quello che tacciono le immagini, lo dice la parola».

Serve parecchio intuito per capire chi sia l’illustratore più adatto a un testo. Bisogna saper leggere con attenzione non solo i testi, ma anche le immagini. Bisogna saper cogliere l’atmosfera di una storia e immaginare quale sia lo stile che può renderla al meglio. Sbagliare illustratore può voler dire, infatti, rovinare una buona storia. E poi ci vuole molta curiosità. A noi piace molto guardare le immagini, osservarle, interpretarle, capirle. È una cosa che facciamo fin dall’infanzia, quando, proprio come voi, guardavano i libri illustrati, e non smettevamo mai di sfogliarli e rileggerli. Anche adesso ci piace guardare le immagini di quei libri, ma anche quelle che si trovano nei quadri, negli affreschi, sui giornali, nelle fotografie, nei film eccetera. Solo quando si ha molta confidenza con le immagini si riesce a vedere quali sono quelle giuste per una storia e chi è la persona che può realizzarle.

Vi faccio un esempio. Ricevemmo da una scrittrice, Susanna Mattiangeli, un bellissimo testo che si intitola Gli altri, che parla di quanto sia affascinante e difficile stare in mezzo alle migliaia, ai milioni di persone che ci circondano. Era un testo molto complesso da illustrare perché non presenta personaggi protagonisti, ma è attraversato da un sacco di persone senza nome che fanno cose diverse, dalle più normali alle più strane. Abbiamo cercato per mesi qualcuno che fosse in grado di creare le immagini per queste parole, ma niente. Sembrava impossibile trovarlo. Poi, un giorno, a casa di un’amica, vidi un piccolo quadro affollato da persone tutte in movimento. Era fantastica quella scena disegnata, perché di quei personaggi disegnati si percepiva l’energia, la rapidità, la vitalità, ma non l’identità, proprio come avveniva nel testo di Susanna. Così abbiamo subito capito che era la mano giusta per quel racconto. L’illustratrice che ha fatto queste illustrazioni si chiama Cristina Sitja Rubio. Ne vedete una qui di seguito.

Ma può anche capitare il contrario: una volta viste delle belle immagini aver bisogno del testo per farci un libro. A noi è capitato più volte di vedere delle illustrazioni interessanti e di metterci alla ricerca di uno scrittore per cucirgli intorno una storia. Un giorno, per esempio, vedemmo su Facebook dei disegni splendidi fatti da una illustratrice, Vessela Nikolova, che in spiaggia si diverte a ritrarre su un taccuino le persone e le cose che vede. Così, le abbiamo scritto, chiedendole se voleva fare un libro con la nostra casa editrice, con quei disegni, e lei ha accolto molto contenta la nostra proposta. Da quel momento si è messa a farne altri perché fossero in numero sufficiente per realizzare un libro. Non era più estate, ormai, eravamo già in autunno, ma Vessela, oltre che disegnare, in spiaggia aveva scattato tante foto, e per fare i nuovi disegni si ispirò a quelle. Una volta che abbiamo avuto i disegni pronti ci siano chiesti: “Chi può scrivere qualcosa di buono su queste illustrazioni brulicanti di racconti?” Erano belle, poetiche ma anche piene di umorismo. Abbiamo capito che ci voleva qualcuno che scrivesse in modo elegante, ma avesse il dono dell’ironia e della curiosità. Così abbiamo deciso che Susanna Mattiangeli sarebbe stata perfetta. Dopo questo libro, che si intitola In spiaggia, Susanna e Vessela ne hanno fatti altri due, insieme: Al mercato e Al museo. La protagonista è una bambina molto curiosa, grande osservatrice. Si chiama Eva, proprio come la figlia di Vessela.

I vostri libri sono solo in italiano o anche in altre lingue?

I nostri libri sono stati tradotti in molte lingue e in molti Paesi del mondo, almeno una trentina, una cosa che ci rende molto felici ed orgogliosi.

Dopo aver spedito le nostre risposte, questa è stata la lettera che abbiamo ricevuto dai ragazzi:

Cari Giovanna e Paolo,

vi ringraziamo per le vostre risposte. 

Le vostre risposte sono molto complete. 

Siete stati molto gentili a risponderci in modo chiaro. Grazie soprattutto per le immagini perché abbiamo capito meglio. Leggendo le vostre risposte abbiamo conosciuto cose che non sapevamo e ci siamo ricordati di uno dei vostri libri con protagonista il gatto che la nostra maestra ci aveva letto in prima.

Attraverso le vostre immagini e le vostre risposte adesso sappiamo come fare meglio le cose. Stiamo preparando dei libri per i nostri compagni di prima e le vostre risposte ci aiuteranno a farli meglio.

Grazie per averci fatto capire cosa c'è dietro alla pubblicazione di un libro.

Buone feste 

Domenico, Lara, Enrico, Marisol, Giulio, Adele F. Adele T., Marta, Leonardo, 

Gregorio,  Diego, Ludovica, Hassan, Amelia, Akira, Mattia, Franca, Bianca.


Ringraziamo per questa occasione la Fondazione Premio Laura Orvieto, il Gabinetto scientifico-letterario G. P. Vieusseux nella persona della direttrice Gloria Manghetti. Grazie alla giuria presieduta da Agata Diakoviez, consulente librario; Teresa Porcella, autrice, editore e libraia per ragazzi; Silvia Serra, direttivo IBBY Italia; Maria Novella Todaro, insegnante; Matteo Biagi, insegnante.

Qui tutte le informazioni: www.premiolauraorvieto.it