Da settembre abitano in quel grande condominio che abbiamo chiamato La Casa dei Topi quattro nuove librerie: Bibi Libreria dei Ragazzi a Napoli, Libreria Ambarabà a Legnano (MI), Libreria Raggiungibile a San Donà di Piave (VE), Nuova libreria Cappelli a Bolzano. Abbiamo rivolto ai librai di ciascuna qualche domanda per presentarli ufficialmente sul blog.
Oggi diamo il benvenuto a Fortuna Nappi della Libreria Ambarabà.
1. Gli inizi in poche parole: quando, dove e perché è nata la tua libreria?
Il mio progetto di libreria indipendente dedicata alla letteratura per l’infanzia era pronto alla fine del 2010, e il 28 maggio 2011, nel cuore della vecchia Legnano, Ambarabà ha aperto le porte.
Per la precisione, questo è stato il mio inizio come libraia indipendente, ma anche il proseguimento di una lunga carriera da libraia. Ho cominciato a fare questo lavoro nel 1995, da Feltrinelli, dopo una laurea in Lingue. E per dodici anni sono stata direttore di libreria e ho seguito una serie di altri progetti. Dopo una pausa per la nascita di mio figlio, ho deciso di voler tornare a occuparmi di libri, facendolo come avevo imparato, con la stessa passione, ma aggiungendo la mia cifra, il mio pensiero. E ho deciso di farlo a Legnano, perché qui ci eravamo trasferiti per motivi familiari. All’inizio è stato difficile per me fare la libraia in una cittadina di provincia, abituata com’ero a lavorare in centro a Milano. Con il passare del tempo, però, la provincia si è rivelata una risorsa per prendere contatti, rafforzare rapporti e costruire reti. In più Legnano ha una lunga e ricca tradizione nell’ambito tessile, quindi è, in un certo senso, il luogo ideale per lavorare con i libri, oggetti in cui trama e ordito si intrecciano, parole e immagini creano “tessiture” in grado di incantare i lettori, piccoli e grandi.


2. Tra le tante (ma mai abbastanza!) librerie sparse sul territorio nazionale, cosa contraddistingue Ambarabà?
È difficile rispondere a questa domanda, andrebbe rivolta a chi frequenta Ambarabà. Quello che posso dire è che per me è molto importante educare al bello, spiegare alle persone che l’albo illustrato non è un libro per bambini, ma è un libro e basta, senza età, semplicemente comunica in modo diverso, cioè attraverso le immagini, e per questo credo sia fondamentale creare empatia con i lettori. Quella che vorrei fosse la cifra distintiva di Ambarabà è il rapporto di fiducia con i clienti. Dopo quasi quindici anni, mi capita spesso di incontrare adolescenti o giovani adulti che mi salutano e ricordano con affetto il tempo trascorso in libreria: questo mi riempie di gioia, mi dà l’impressione che piccoli semi piantati anni fa siano diventati alberi rigogliosi.


3. Quale libro per ragazzi proprio non può mancare tra gli scaffali della tua libreria? E pensando più nello specifico al nostro catalogo, c’è un titolo che non ti stancheresti mai di consigliare?
Sono tanti i libri che non devono mancare tra gli scaffali di Ambarabà, ma più che titoli soprattutto autori: Eric Carle (Il piccolo Bruco Maisazio è un libro a cui sono particolarmente affezionata, è del 1969, ha la mia età), Maurice Sendak, Bruno Munari con i suoi Cappuccetti (primo fra tutti Cappuccetto Bianco), Beatrice Alemagna, Ulf Stark, Oliver Jeffers, Mac Barnett.


Del catalogo di Topipittori non possono assolutamente mancare Il grande libro dei pisolini di Giovanna Zoboli e Simona Mulazzani, i tre titoli di Katsumi Komagata per la collana ‘I grandi e i piccoli’ e La zuppa Lepron di Giovanna Zoboli e Mariachiara Di Giorgio – che adoro.


4. Quali sono le tue aspettative e speranze entrando a far parte del Condominio dei topi?
Ho imparato a non avere troppe aspettative, ma credo che il confronto sia sempre fondamentale per apprendere e crescere, sia umanamente che professionalmente. Per questo, qualche anno fa, sono diventata socia di ALIR, Associazione Librerie
Indipendenti per Ragazzi, e da maggio 2023 ne sono la presidente. Analogamente, entrare a far parte del Condominio dei topi significa ampliare la possibilità di scambi quotidiani con colleghi del mestiere e un editore che stimo fin dagli inizi (sono una “vecchia” libraia, con trent’anni di lavoro alle spalle: c’ero già quando i Topi sono nati). È una grande piacere, per me, essere accolta nella rete delle Case dei topi, sono certa che le occasioni di dialogo e di collaborazione con i nuovi “vicini di casa” permetteranno di tenere viva la curiosità di conoscere e divulgare in maniera ancora più capillare il catalogo di una casa editrice che è riuscita a raggiungere un pubblico senza età, di lettori appassionati e attenti a proposte di grande qualità.

