Una Pinacoteca mai vista

Oggi vi presentiamo uno dei due nuovi volumi della collana Piccola Pinacoteca Portatile, usciti da pochissimo. Lo abbiamo realizzato con e per conto della Pinacoteca di Brera, che è uno dei più importanti istituzioni artistiche italiane, ed è uno dei luoghi sacri della nostra città, Milano. Per questo ne siamo molto orgogliosi. Marta Sironi, ai testi, in compagnia  di Guido Scarabottolo, alle immagini, è stata all'altezza del compito e qui ce lo racconta.

[di Marta Sironi]

Nel 2012 usciva Quadri, quadretti e animali, il volume d’esordio della collana PiPPo (PIccola Pinacoteca POrtatile) che nasceva da un’idea di Guido Scarabottolo. La disponibilità in rete di opere di ogni epoca e dalla maggior parte dei musei del mondo permette oggi di immaginare una collana di libri dedicati all’arte senza la necessità di riprodurre le immagini, dando piuttosto spazio all’interpretazione di un illustratore che ‘copia’ ciò che più lo appassiona. I capolavori del passato si avvicinano così al bambino (e non solo) che attraverso il disegno può portare il quadro o la scultura che ama nella propria stanza. Sono nati così gli altri volumi della collana che esplorano un autore – da Giotto a Depero – oppure un tema: dagli animali al paesaggio, dalla natura morta al gioco ma anche un’estesa indagine sui colori. Con l’ultimo volume Baci, abbracci e altri gesti, PiPPo entra per la prima volta in un grande museo con la possibilità di ridisegnarlo a modo suo.

Per trovare una chiave interpretativa che tenesse insieme sei secoli di storia dell’arte senz’essere un elenco dei capolavori più noti, mi sono immaginata di allestire per il libro un nuovo assetto museale, mischiando antico e contemporaneo secondo l’attuale allestimento che mostra le opere del Novecento lungo il percorso collocate in griglie che simulano l’organizzazione dei depositi, in attesa di un’estensione museale che ne permetta una giusta collocazione.

Cappella di Bernardino Luini: sibille e apostoli invitano a entrare nelle Storie della Vergine e di San Giuseppe

Giovanni Bellini, Madonna con il Bambino e Pietà

Girando con questo proposito tra le sale del Museo mi sono venuti incontro tanti gesti che ho seguito proprio come in un gioco, senza sapere dove mi avrebbero portata. Non badando più all’ordine cronologico delle sale e alla presenza di capolavori ho seguito mani, piedi, occhi e mi sono trovata immersa in una lettura inaspettata.

La visita di Brera, nel libro, non parte pertanto dalla prima sala, ma dalla cappella di Bernardino Luini dove sibille e apostoli invitano a entrare nelle Storie della Vergine e di San Giuseppe che ho letto come una graphic novel. Solo allora tutti i gesti delle opere – l’abbraccio materno ma anche le pose canonizzate dei ritratti – mi sono apparsi l’aspetto unificante e più immediato di tanti quadri così diversi, qualcosa che ognuno di noi riconosce facilmente proprio perché è rimasto inalterato nel tempo.

Da questa prima idea si è innescato lo scambio con Guido Scarabottolo. Tornando insieme a Brera sono emerse altre evidenze – come la similitudine dei gesti nella Madonna con il Bambino e nella Pietà di Giovanni Bellini – ma anche e soprattutto la possibilità di avvicinare opere antiche e contemporanee fino a inventare un’opera nuova frutto dall’incontro immaginario, per esempio tra Piero della Francesca e Giorgio Morandi. L’attento sguardo di Guido Scarabottolo si è posato su un quadro tra i più invisibili della Pinacoteca – Il concertino di Ottone Rosai – un dipinto quasi monocromo, dove i gesti sono azzerati dalla rigorosa rappresentazione di sei figure di schiena. Nel libro quest’opera poco visibile introduce a un ulteriore viaggio nel Museo dove artisti di diverse epoche ritrovano profonde affinità: Andrea Mantegna e Arturo Martini ma anche Sofonisba Anguissola e Umberto Boccioni.

Ottone Rosai, Il concertino.

Sofonisba Anguissola e Umberto Bocioni.

Morandi e Piero della Francesca.

Il dialogo con Guido Scarabottolo è proseguito poi nelle sue invenzioni grafiche, sfide per avvicinare i grandi maestri attraverso la copia, a partire dal ricalco: il modo più elementare per entrare nei segreti della composizione di un’immagine.

Tante suggestioni sono venute anche dall’attuale assetto del Museo che la direzione di James Bradburne ha aperto alle più diverse interpretazioni. Quando si entra oggi in Pinacoteca sembra di essere nella piazza principale di Milano, c’è molta gente che discute, osserva e scopre sempre qualcosa di nuovo anche grazie alle innumerevoli iniziative che concorrono nel far sentire questo grande museo come un luogo familiare dove si può andare per un momento di condivisione ma anche e soprattutto per disegnare, come dimostrano le panche con cavalletto che si trovano lungo le sale: un invito a riappropriarsi del disegno come un mezzo di gioco e di conoscenza.