Immagine di LuigiRaffaelli |
Per ragionilogistiche la casa editrice Topipittori non è adatta ad accoglierestagisti. Riceviamo molte richieste da scuole e corsi, ma di solito, peruna serie di ragioni, non le possiamo soddisfare. Nel 2010, invece, conl'Accademiadi Belle Arti di Bologna, dipartimento Fumettoe Illustrazione, siamo riusciti a trovare una formula possibile:uno stage a distanza, con un lavoro da svolgere non fisicamente in sedee alcuni incontri di confronto.
Che lavoro? Prima di accettarela proposta dell'Accademia, ci siamo interrogati sul modo in cui potevamofar conoscere “da lontano” agli stagisti la nostra realtàeditoriale e il tipo di lavoro che comporta, che poi è l'obiettivodello stage. Ci è venuto in mente che un sistema forte, immediato esemplice sarebbe potuto essere quello di mettere gli studenti nei pannidell'editore, in uno dei suoi vari ruoli. Quale? Quello di selettoredei numerosissimi materiali che giungono in sede, per posta o mail:progetti di albi, illustrazioni, racconti, romanzi, poesie...
Immagine di GuidoScarabottolo |
L'idea che uno studente, e aspirante illustratore, provi aguardare le cose da un punto di vista opposto al suo, mettendosinell'ottica non di chi è giudicato, ma di chi giudica, ci è parsodavvero che potesse dar luogo a un esperienza interessante, utile,molto poco scontata e anche divertente.
Così lo stage,giudicato positivamente dai nostri intrelocutori, è partito.
Immagine di LeoLionni |
Poiché nelformulare la proposta avevamo valutato che sarebbe stato interessante cheil lavoro fosse svolto in collaborazione da più persone, alla streguadi un vero e proprio comitato editoriale in cui si dibattono pareri eopinioni, le stagiste sono state tre. E precisamente: Verena Costamoling,Elisabetta Lupi ed Elisabetta Alterio.
C'è stato un incontroconoscitivo in cui ci siamo presentati, abbiamo spiegato alle ragazze chetipo di impegno ci aspettavamo da loro, e descritto in cosa consistesseil lavoro che avrebbero dovuto svolgere, consegnando loro una sorta digriglia interpretativa sulla base della quale catalogare i materiali,che, infine, sono stati loro consegnati (tutti già passati al nostrovaglio). Il lavoro, non lo nascondo, era complesso. Alle studentesseabbiamo chiesto di prendere in esame ogni aspetto delle proposte:dal modo in cui gli elaborati, fisicamente, sono inviati, a come lepersone presentano sia se stesse sia il proprio lavoro, al tono eai modi che utilizzano per rivolgersi all'editore, a come formulanole loro richieste.
Immagine di SimonaMulazzani |
Abbiamochiesto poi di analizzare gli elaborati, ovviamente molto diversi gliuni dagli altri: sia il livello, la qualità, la professionalità ditesti, progetti, illustrazioni, sia il loro grado di conformità allostile e alla fisionomia della casa editrice (cosa che ha implicatouna riflessione sulla identità di Topipittori). Abbiamo chiesto diesprimere un parere sugli elaborati e di formalizzarlo in una letteradi risposta agli autori; ma anche di osservare, una volta terminatoil lavoro, se all'interno dei materiali esaminati prevalessero certitemi, generi letterari, tipologie di illustrazione. Per esempio,riguardo ai testi: quali tendono a predominare, se filastrocche,racconti con animali, fiabe rivisitate, favole in chiave modernaecc.; che tipo di linguaggio e di struttura li connota, che tipodi contenuti.
Immagine di SimoneRea |
Per le illustrazioni:che autori o stili di riferimento si riscontrano con maggiorfrequenza nel lavoro degli illustratori, se si riscontrano; che tipodi illustrazione prevale: pittorica, grafica ecc.; che tipo di tecnichesono più utilizzate; che tipo di caratterizzazione hanno i personaggi:caricaturale, realistica, espressionista ecc. E, infine, sia per i testisia per le immagini, se prevale più la tendenza alla sperimentazione opiù la fedeltà ai modelli correnti o tradizionali.
Tuttele fasi del lavoro sono state svolte dapprima singolarmente da ognistudentessa. Quindi, le analisi, le valutazioni e le risposte sonostate confrontate e discusse collettivamente, per arrivare a un giudiziodefinitivo condiviso.
Immagine di BeatrixPotter |
Alla fine dellavoro, i giudizi sono anche stati confrontati con quelli espressidall'editore.
Sforzo finale: abbiamo chiesto che, durantetutte le fasi dell'attività, le ragazze facessero attenzione alrapporto sviluppato con il lavoro; ai meccanismi messi in operanello svolgerlo; ai cambiamenti eventualmente intervenuti nel mododi valutare, pensare e considerare i materiali; al tempo impiegatonella loro analisi, valutazione e selezione, all'inizio dello stagee alla fine. Insomma, volevamo che, attraverso questa fase finale,ci fosse una riflessione su come l'esperienza avesse inciso sul mododi vedere la relazione fra editore e autore/illustratore.
Immagine di RichardScarry |
Un lavorodavvero consistente, dato che sono stati esaminati quasi un centinaiodi elaborati e che le fasi del lavoro sono state tutte argomentate edocumentate per iscritto.
Credo che questa sia stata una bellaesperienza per tutti, per Verena e le due Elisabette, ma anche per noi,che ci siamo trovati a spiegare, confrontare e discutere il nostro puntodi vista con quello, molto diverso, di chi per la prima volta si cimentain una pratica del genere. È stato interessante mescolare impressioni,scoprire affinità e divergenze, vedere come, a poco a poco, calarsi inun ruolo antitetico, e mai sperimentato prima, possa aiutare a mutaree ad allargare il proprio orizzonte, portando a nuove valutazionisulla professione che si desidererebbe fare.
Siamo statimolto contenti dei risultati ottenuti: le relazioni finali delle trestudentesse sono state di buon livello e piene di spunti anche per noi,oltre che per i professori dell'Accademia. Per farvi capire che grado diapprofondimento è stato raggiunto, in allegato trovate qui quella redattada Elisabetta Lupi, ringraziandola per averciautorizzato a farlo.
E per finire: alle tre stagisteun grande in bocca al lupo per la tesi!
Immagine di SeymourChwast |