A scuola di libri d'artista

Facebook avrà tanti difetti, ma ha sicuramente il merito di fare da cassa di risonanza a realtà ed esperienze molto interessanti, di cui sarebbe difficile venire a conoscenza con altrettanta rapidità e precisione. Per esempio oggi il lavoro di numerosi artisti, illustratori, designer, grafici bravissimi trova diffusione attraverso questo canale. Recentemente grazie a FB ci siamo imbattuti in alcune fotografie scattate nel corso di alcuni laboratori di Eleonora Cumer, artista e illustratrice che conoscevamo già per aver visto alcuni dei suoi libri. In particolare, le immagini del laboratorio Pensieri sotto forma di immagini, tenuto a Sarmede all'inizio del 2017, ci hanno fatto pensare che conoscere meglio il suo lavoro, farcelo raccontare per questo blog, sarebbe stato molto interessante. Lei ha accettato e noi per questo la ringraziamo

[di Eleonora Cumer]

Mi è stato richiesto di descrivere la mia esperienza quale docente nel corso dei laboratori inerenti i libri d'artista. Rispondere alla domanda che cos'è un libro d'artista è difficile di per sé, cercare di parlare della mia attività di docenza riguardo i libri d'artista anche, ma è un'impresa cui tenterò di dare forma. Descriverò, in prima istanza, cosa io intendo per libro d'artista. Premettendo che esistono molte definizioni e molte tipologie di libri che ricadono sotto questa definizione, per  me il libro d'artista è soprattutto uno spazio (spesso legato al supporto cartaceo) da riempire con sensazioni, sentimenti, gioie, dolori, malumori, benessere, malessere. È un insieme di segni, colori, fili, fogli, che può variare nella forma, passando dal libro, spesso divenuto illeggibile, alla scultura.

Posso raccontare di laboratori tenuti nell'ultimo scorcio di tempo. Pensieri sotto forma di immagini è il titolo del laboratorio che si è svolto a Sarmede "il paese delle fiabe", tenutosi nel gennaio di quest'anno 2017. Ho impostato  il lavoro partendo dal contenuto e non dalla struttura del libro, cercando di far sì che i partecipanti riportassero su carta i propri pensieri, le proprie fantasie. Le prime ore di ogni mia serie d'incontri sono dedicate alla tecnica di stampa che utilizzo, lo stencil altrimenti dette mascherine

Il compito in questo caso non era unicamente quello di trasformare i proprio pensieri e sensazioni in immagini, ma di creare una sequenza d'immagini tra loro collegate, a partire dalla consultazione dei miei Diari immaginari. Per evitare che i partecipanti  fossero presi dalla crisi del foglio bianco, ho proposto di lavorare partendo da tre oggetti: la sfera, la sedia e la lampada.

Scopo dell'operazione era provare a non limitare la creazione artistica dei singoli, pur proponendo tre immagini, ma incanalare e sollecitare la fantasia e iniziare a tracciare segni e figure sulla carta, da modificare ed elaborare in corso d'opera. Superata la fatica della partenza, dopo la realizzazione delle prime tavole, tavole che dovevano essere monocrome con un colore a scelta, l'ostacolo successivo è stata l'idea di dover creare nuove immagini che avessero un collegamento con quelle precedenti, venendo a realizzare un lungo racconto visivo.

Così, utilizzando il metodo della critica condivisa, ci siamo confrontati dinanzi alle opere appese alle pareti. Dopo un mio primo commento, ognuno si è espresso fornendo la propria interpretazione critica su quanto prodotto. Importante in questa fase, è mirare a un ambiente non competitivo, evitando che i singoli si sentano giudicati, scivolando di nuovo nel blocco creativo. Il confronto s'è dimostrato importante in quanto ha aperto ulteriori strade nel momento in cui la produzione stagnava, spingendo così alla creazione di sequenze numericamente rilevanti di tavole, verso il desiderato crescendo narrativo.

Ultima tappa del laboratorio, la legatura del materiale copiosamente prodotto, che data la scarsità di tempo mi ha portato a optare per la tipologia a fisarmonica, cartoncino piegato a leporello su cui i singoli fogli sono stati incollati o cuciti uno a uno. La scelta obbligata ha condotto alla creazione di un libro con un’apertura a 360 gradi e nel contempo a quella che si può senza remore definire anche scultura di carta.

In altre occasioni, in apertura di altri laboratori da me condotti (presso il MART a Rovereto, Professione libro a Milano, Artonpaper a Roma, Festival Vedere Oltre a Narni, Giovani X Arte ad Amelia) ho iniziato illustrando la mia tecnica e successivamente alcune delle molteplici piegature della carta, utilizzando un unico foglio, tagliato secondo precisi schemi, ma non cucito o incollato. Lascio sempre al partecipante la scelta della forma di libro a lui più adatta, in base a quanto intende rappresentare.

Questo genere di laboratori, è incentrato sulla forma del libro e la forma nel libro. Illustro come intendo la forma del libro d'artista, spiego fin dall'inizio che l'artist book non deve essere inteso come pura decorazione, ma deve avere un contenuto chiaramente individuabile e trasmettere sensazioni a coloro che vi si trovano dinanzi.

La soddisfazione mia e dei corsisti, è constatare che la persona riesce a realizzare un oggetto che molto ha del libro d'artista come rappresentazione del proprio stato d'animo e intimo sentire. Vorrei tornare, in conclusione  all'originaria domanda: che cos'è un libro d'artista.

Può semplicemente essere anche una piccola scultura tascabile, da viaggio, un libro prodotto usando esclusivamente il cartoncino tagliato e piegato, un insieme di pagine di vecchi libri, tagliate, dipinte, cucite.

Un libro d'artista può divenire un'installazione partecipata dall'artista che coordina i corsisti, così come il pubblico o i passanti che si sentono e vengono coinvolti nella realizzazione di una parte, non importa se piccola, dell'opera finita e che al termine del lavoro, mostrerà come propria.

Mi sento di dire che il concetto di libro d'artista si presta a così tanti punti di vista per essere inteso ed interpretato, che sinceramente è  complicato ritagliare una definizione esatta che comprenda tutte le sue potenzialità.

*Eleonora Cumer, nasce nel 1956 a Bolzano dove tuttora vive.  Si occupa di arte contemporanea e nello specifico di libri d’artista, di installazioni con pagine di libri usati e d'illustrazione. Da parecchi anni tiene laboratori e workshop presso musei d’arte contemporanea ed enti vari. Le sue opere sono state esposte in numerose mostre sia in Italia che all'estero. Libri da lei progettati ed illustrati sono stati pubblicati sia in Italia che in Francia. Sul suo lavoro trovate informazioni qui.

Installazione di Eleonora Cumer esposta nel dicembre 2016 presso Galleria Senesi, Bolzano.