In un pomeriggio del marzo del 1917, duegiovani sposi escono dalla propria casa di Paradise Road, a Richmond,per andare a Farringdon Street, nel cuore della City di Londra, acomprare i giornali. Lungo la loro strada, la loro attenzione vieneattratta dalle vetrine di un venditore di macchinari e attrezzature per lastampa. Gli strumenti della tipografia sono spesso affascinantia vedersi: rimanemmo a fissarli attraverso la vetrina più o meno comedue ragazzini affamati avrebbero guardato focaccine e dolci esposti inuna pasticceria. Da circaun anno la coppia tentava di imparare a stampare, scontrandosi conuna macchina sociale che impediva di insegnare l'arte dellastampa a due borghesi di mezza età. E così i duedecidono di entrare nel negozio e di esporre il proprio desiderio aun affabile commesso in tuta marrone. Prima di andarcene,avevamo comprato un piccolo torchio, dei caratteri Caslon Old Facee tutti gli utensili e i materiali necessari, per una somma di 19sterline, 5 scellini e 5 pence, oltre a un manualettodi sedici pagine che li avrebbe guidati nell'apprendimento dellatecnica.
| La copertina e alcunepagine di Two Stories, il primolibro dellaHogarth Press di Leonard e Virginia Woolf. (da qui) |
Laconsegna del torchio al domicilio di Leonard e Virginia Woolf, Hogarth House, avvenne il 24 aprile. Nonessendo disponibile una collocazione più adatta, la piccola macchinada stampa viene sistemata in sala da pranzo. Il 3 maggio 1917 Leonarde Virginia Woolf iniziano a stampare Two Storiesla loro prima pubblicazione: Un volumetto rilegato incartoncino contenente due racconti, uno scritto da Virginia euno da me [...] Il racconto di Virginia era The Markon the Wall e il mio Three Jews.Fummo anche così temerari da stampare quattro xilografie di[Dora] Carrington. La produzionedel volumetto è ultimata all'inizio di luglio.
Nelfrattempo, i Woolf iniziano a promuovere la vendita per corrispondenza,attraverso un messaggio assai ingenuo secondo i parametri del modernodirect marketing. Due lettere di Virginia dannoun'idea precisa dell'entusiasmo neofita dei Woolf per la nuova attivitàe della loro elementare strategia commerciale: «Eccoti alcuni dei nostriannunci, nel caso tu possa distribuirli alle persone importanti. Nonc'è niente nei racconti che possa turbare il re, in effetti sonomolto blandi. Abbiamo appena finito di stampare dopo tre ore dilavoro – è così affascinante che riusciamo a fatica a smettere.»[a Violet Dickinson,maggio 1917].
«Ti homandato una busta da mezzo penny con l'annuncio della nostra primapubblicazione. Abbiamo scoperto di avere solo 50 amici al mondo – eper la maggior parte avari. Riesci a pensare a qualche persona generosa– non c'è bisogno che sia molto generosa – di cui potresti mandarmiil nome? Se fosse possibile, te ne sarei grata.” [a Lady Ottoline Morrell, maggio1917].
Alla finedi luglio, Two Stories èquasi esaurito: delle 150 copie di tiratura, ben 124 sonogià vendute. Sull'onda del primo successo, i Woolf deciserodi continuare a stampare e pubblicare allostesso modo poesie o altre brevi opere che i soliti editori nonavrebbero mai preso in considerazione.
Nascecosì in maniera avventurosa e inconsueta TheHogarth Press. Fra quanti ne videro gli esordi, molti sisorprenderebbero di quanta strada sia riuscita a percorrere questacasa editrice che, nata quasi per caso, come empirica cura a unadepressione, ha quasi superato il secolo di attività. Ma se fossesolo per questa sua inopinata longevità, Hogarth Press attirerebbepochissima attenzione da parte dei bibliofili e degli studiosi diletteratura. La sua fama deriva, infatti dalla totale identificazionecon i suoi artefici, con le loro idee, il loro gusto e l'influenza cheebbero sulla cultura del tempo. Protagonisti della vita intellettualeinglese della prima metà del Novecento, entrambi scrittori e criticiletterari, animatori di quel fertilissimo circolo che oggi è notocome “gruppo di Boomsbury”,Leonard e Virginia Woolf si dimostrarono, come editori,capaci di notevoli innovazioni.
Diversamente dalla maggioranza delle privatepress che nacquero in Inghilterra ala finedel diciannovesimo secolo, sotto l'influenza di William Morris e dell'Artsand Crafts Movement, la filosofia editoriale di HogarthPress era concentrata in prevalenza sul contenuto dei libri più chesulla loro forma grafica: non volevamo che HogarthPress diventasse una di quelle (a loro volta ammirevoli) piccolee piccolissime case editrici il cui fine è la produzione di libriraffinati, destinati non alla lettura ma alla contemplazione. Noieravamo interessati al lato immateriale del libro, a ciò che unautore aveva da dire e a come lo diceva...
| Qui e sotto: le quattroxilografie di Vanessa Belle per Monday or Tuesday(1921) |
Ciò significò,in termini pratici, creare collane letterarie che concedessero spazioa quei narratori e poeti, poco noti o inediti, che mettevano indiscussione i canoni formali della tradizione reando linguaggi idoneia esprimere nuovi punti di vista e ad affrontare problemi antichiin modo innovativo. Significò, inoltre, pubblicare saggi su temicontroversi quali la Lega delle Nazioni, l'imperialismo, i pregiudizirazziali, la corsa agli armamenti, il socialismo.
Hogarth Press si distinse, dunque, come casa editriced'avanguardia nella pubblicazione di nuovi autori e nelladiffusione di nuove idee. Questa attenzione particolare allaqualità letteraria e intellettuale non impedì comunque a Leonarde Virginia Woolf di pubblicare libri esteticamente apprezzabilie, anche sotto questo aspetto, rivoluzionari. Gli artefici dellagrafica delle pubblicazioni di Hogarth Press furono la sorella diVirginia, Vanessa Bell [unarassegna dei suoi quadri qui], che fu tra l'altro l'ideatricedel marchio della casa editrice, e un gruppo di artisti che facevanoriferimento all'Omega Workshop. [Repertori deilavori degli artisti affiliati a Omega Workshop qui e qui]
| KewGardens: una variante di copertina (da qui) |
Lacontraddizione fra la giocosa levità della veste grafica e l'estremorigore dei contenuti è solo apparente e trova spiegazione nel concettoideale di cultura dei Woolf: una cultura che non poteva e non dovevaprescindere dall'ironia e dall'autoironia e che aborriva l'esibizioneseriosa e l'erudizione.
Ovviamente non tutti i libri furono stampati nella salada pranzo di Hogarth House: quattro furono stampati da Leonardcon una macchina piano-cilindrica alla Prompt Press e unodalla Pelican Press.

















