Ciò che è giusto e ciò che è sbagliato

[di Rossella, Lorenza e Francesca,LibreriaCartamarea]

Ci siamo sempre chieste,da libraie e sostenitrici dell'importanza culturale e sociale del libro,come fare a raggiungere il mondo degli adolescenti e a lasciare unsegno vivo e non retorico nel giorno della celebrazione della Memoria,27 gennaio, data che ci riporta alla mente i tragici episodi dellaShoah. Tra tutti i testi presi in considerazione, quello di Cesare Moisè Finzi Il giorno che cambiò la miavita, edito da Topipittori, nella collanaGli anni in tasca,ci ha subito catturate per la semplicità stilistica della narrazioneche lascia spazio soprattutto al vissuto emotivo, raccontato in primapersona, e che raggiunge immediatamente il cuore dei lettori di tuttele età. La storia della fuga di un ragazzo ebreo e della sua famiglia,una storia di persone che scelgono di aiutare, rischiando la propriavita. Grazie all'editore siamo riuscite a contattare il dottor Finzi,ex primario di Cardiologia presso l'Ospedale di Faenza, dove vivetutt'ora, e a fissare un incontro con i ragazzi della Scuola Media DanteArfelli di Cesenatico.

Cesaree il fratello Manlio, durante la festa di Purim,1938.

E, così, il 21gennaio Cesare Finzi è arrivato da noi, in treno, con la sua valigettapiena di ricordi, con i suoi occhi azzurri talmente trasparentiche ci si può leggere dentro la sua sofferenza ed emozione.
Ad accoglierlo, una platea di circa 200 ragazzi di terza media,difficili da gestire, esuberanti e sempre in movimento... Ma pocheparole introduttive sono bastate a catturare gli animi impetuosi. Nonsi è mai seduto il dottor Finzi, per due ore ha raccontato, in piedi,perché la storia di quegli anni non si può raccontare da seduti,perché chi l'ha vissuta e ce la tramanda non si può sedere, è comese la stesse rivivendo, ogni volta, sempre col cuore in gola.
E questo è arrivato ai ragazzi: la tensione e la tragicità deglieventi, il fluire del racconto senza pause, gli occhi più volte pienidi lacrime, il coraggio di ricordare quegli attimi interminabilie cruciali della propria vita.

 E, a conclusione,le parole più importanti, il messaggio positivo per le nuovegenerazioni, un messaggio quotidiano: «Non voglio farvi la predica,ma voglio solo ricordarvi che ogni giorno, in tutto ciò che fate,avete la possibilità di scegliere da che parte stare, e questomio racconto vi potrà servire per decidere con consapevolezza,ragionando con la vostra testa, discernendo ciò che è giusto da ciòche è sbagliato. Non siamo un gregge di pecore, ma persone liberedi prendere decisioni.» L'emozione si palpava, nell'aula magna,molti prendevano appunti e sono rimasta colpita soprattutto da unaragazza ripetente, che di solito non partecipa affatto alla vitascolastica, rapita dalle parole di Finzi, attenta e subito pronta conuna domanda. Sì, il messaggio è arrivato...

Poi, nel pomeriggio, il dottor Finzi ci haregalato altre belle parole in libreria, pronto ancora a risponderea domande che purtroppo fanno ancora male.
Vogliamosottolineare anche il continuo impegno di quest'uomo che tutt'oracontinua a svolgere ricerche, a svelare nuovi risvolti della vita dipersone mai conosciute personalmente, ma in qualche modo legate conun filo sottile alla sua vita. Ci ha raccontato enigmi e dettaglisu cui sta ancora lavorando: insomma, una persona che nonostante lasofferenza vissuta in prima persona, riesce a guardare positivamenteal futuro.