[di Anna Resmini]
Sono sempre stata diffidente verso i gatti. Distanti e distratti, molto vanitosi e con la puzza sotto il naso. Eppure Félicette mi conquistò in pochi minuti.
Primo schizzo di Félicette.
Quando lessi il testo la prima volta, mi colpì profondamente la sottile ironia che dava forma alla storia, che, senza togliere neanche un granello di serietà, rendeva la narrazione così avvincente e poetica. Questi sorrisi accennati creavano come degli spazi d’immaginazione vuoti dentro la storia, degli anfratti da arricchire con le immagini. Capii quindi che avrei dovuto intrufolarmi tra le parole, nello spazio tra le parole, per dare vita alle immagini di questa storia.
Mi trovai così tra le mani Félicette in carne ed ossa che mi aspettava, che mi chiedeva di seguirla, per farla muovere al meglio tra le pagine di questo libro.
Space Cat (Ruthven Todd, 1952).
Lavorando da molti anni con i giornali, mi sono abituata a dover trovare delle soluzioni visive veloci per esprimere in una sola immagine molti significati, una corsa contro il tempo nella quale ho dovuto imparare a sfruttare al meglio il potere di sintesi dell’illustrazione per esprimere discorsi complessi e articolati. Con Félicette per la prima volta, invece, avevo tanto tempo per pensare e tanto spazio da occupare. Non fu facile all’inizio trovare il giusto approccio. Dopo vari tentativi e riflessioni iniziai a cercare un possibile equilibrio tra la richiesta narrativa, quindi più didascalica, propria di una storia, e la volontà di instaurare con il testo un dialogo più dinamico. Per ogni tavola tentai di individuare la relazione più appropriata da instaurare con il testo, fino a creare in alcune tavole quasi un botta e risposta dove il visivo potesse rispondere al testo, svelando qualcosa di più.
Interno di Félicette. Allunnaggio.
Questa dinamicità mi ha permesso di immergermi davvero nella storia e, pian piano, di capire anche come poter rappresentare Félicette e la sua relazione con l’umano. La decisione fu estrema e molto di parte, ovviamente dalla parte di Félicette.
Iniziai a provare a immaginare come potesse sentirsi un gatto che dalla strada, dove era lui stesso sovrano della propria vita, si trovava catapultato nello spazio in tutta quella solitudine.
Interno di Félicette. Nello spazio.
Decisi che in questa storia gli umani non meritavano di essere rappresentati, se non a pezzetti, congelati nel tempo, di spalle o attraverso l’assenza.
Interno di Félicette. Astronauta.
Da qui la decisione di mostrare Félicette che ci guarda intensamente negli occhi solo alla fine, come se in un certo senso la sua storia iniziasse dalla fine, chiedendoci di non dimenticarla e quindi di ricominciare di nuovo a leggerla.
Interno di Félicette. Occhi.
Félicette arrivò in un momento di grande riflessione e rivoluzione lavorativa personale, da tempo avevo iniziato a percepire la necessità di attuare dei cambi nella mia produzione artistica. Sentivo fortissima la necessità di cercare altre soluzioni tecniche per diminuire la parte digitale e dare maggior sfogo alla mia voglia di manualità. Félicette arrivò nel momento perfetto. Decisi che sarebbe stata il mio primo vero tentativo di dialogo alla pari tra analogico e digitale*.
Resmini e Bazzurro in stamperia.
Grazie alla preziosa guida di Francesca Bazzurro e alla sua stamperia trovai quasi subito il giusto incastro, e fu così naturale che mi sembrò non potesse esistere più nulla prima di Félicette. Félicette è nata tra i pinzini, le spatole, il magnesio della stamperia Bazzurro, senza Francesca Félicette non esisterebbe.
«Mi sono buttata dentro a Félicette con grande entusiasmo, sentivo un terreno di grande libertà, una gran voglia di sperimentare e di scoprire. Dopo ogni giornata passata insieme in stamperia c’era l’attesa di vedere come Anna avrebbe poi risolto le illustrazioni, una grande attesa ogni volta è poi una sorpresa. Analogico e digitale sono un’esplosione di possibilità insieme» dice Francesca.
*io e Francesca Bazzurro dal 2019 teniamo il corso PING-PONG: esercizi di illustrazione tra analogico e digitale presso Spazio B**K, incentrato proprio su questa relazione tecnica.
Le tavole sono costruite a pezzi.
Matrici e stampe.
Ho progettato ogni tavola scomponendola in singoli elementi realizzati con tecniche di stampa d’arte (monotipi di ogni specie e incisioni), scansionati e infine messi insieme in digitale. Le tavole sono quindi costruite come collage di elementi di una composizione, sovrapposti e messi in relazione.
Interno di Félicette. Scienziati.
Ogni elemento è stato realizzato di volta in volta con tecniche diverse, scegliendo la migliore soluzione in base alle esigenze visive.
Cielo: monotipo.
Posizioni di Félicette dentro il razzo: monotipi.
Questo processo tecnico e creativo ha permesso quindi anche la produzione di stampe d’arte che possono vivere in un’esposizione di accompagnamento al libro. Félicette, come tutti i gatti, ha tante vite: perché Félicette è una storia vera.
Il razzo Véronique.
Stampa del razzo Véronique.
Interno di Félicette. Il razzo Véronique.