Di montagne, vulcani e cicale

[di Giulia Mirandola]

Un giorno mi sono sentita vicinissima alleparole di Luigi Ghirri, quando scrive che «l'atlante è illibro che ci permette di trovare dove abitiamo e dove vorremmoandare, seguendo dei segni sulla carta, come quando leggiamo» (Lezionidi fotografia, Quodlibet Compagnia Extra 2010). Perquesta condizione di fedeltà ai luoghi, nel mio lavoro, a un certopunto, ho iniziato a indagare la relazione tra linguaggio visualee lettura del paesaggio, tra situazione ambientale e capacità diosservare e narrare dove siamo, per capire chi siamo.


Quando hocapito alcune cose e Marta Jorio le ha disegnate perché non lescordassi.



Nel 2012 stavo compiendo un trekking sul Catinaccio,Dolomiti, Patrimonio dell'Umanità Unesco.

Camminandoimmersa in questi scenari, ho avuto un'idea, che nel tempo èmaturata, si è trasformata ed è diventata un progetto intitolatoDolomitica. Biennale del disegno, dell'illustrazione edel fumetto contemporanei in alta quota, un programmaresidenziale per artisti italiani e stranieri invitati alavorare in siti diversi del sistema dolomitico, con momentidi workshop e trekking aperti a disegnatori di ogni età,scuole di illustrazione e fumetto.
Chiesi a MartaJorio di partecipare a Dolomitica.Rispose senza temporeggiare, grata di intraprendere un'operazioneper lei inedita, modellata sull'osmosi tra spazio creativo espazio aperto, disegno programmato e improvvisazione enplain air, nel solco della letteratura di viaggioe dei carnet de voyage.


Fu il primo grande “sì” lungo la via complessadell'attuazione di questa avventura ambiziosa, che attende oggii finanziamenti necessari per poter funzionare. Nel frattempoMarta Jorio e io approfondivamo la nostra conoscenza trascorrendospensierati pic nic nei prati.

Nellaprimavera 2013, è giunta felice una telefonata di Luana Bisesti,direttore di TrentoFilm Festival, informata dei lavori incorso. Bisesti mi proponeva di dare risalto a uno degliautori selezionati per Dolomitica,affidando a una/uno di loro la realizzazione del manifestodel Festival per l'edizione 2014. Non esitai a suggerire Marta,che sapevo al lavoro su un ulteriore progetto (attualmentein corso) attinente alle discipline sportive, intitolatoEndorfina. L'amicizia di Marta Jorio con il territoriotrentino poggia su queste basi. Grazie alle condizioni descritte, Martae io abbiamo in seguito fatto diverse cose in duo e abbiamo continuatoa frequentare i prati, che quando è inverno sono innevati.

Insiemea noi: Lupo, Nico, Dmitri Rouwet, Alicia Baladan,
 Diletta Colombo e la sua amica cantante, Primo gennaio2014.
Ilprogramma di 62° Trento Film Festival. Copertina, MartaJorio.

ARovereto, nello spazio della mia casa laboratorio di via Rialto10, il 26 aprile 2014 inaugurava Cicale.

La locandina della mostra aRovereto


Cicaleè il titolo di un'opera prima fortunata, uscita in Italia nel 2012 perTopipittori. L'idea di farne una mostra ha preso forma nel corso del2013. Un giorno Marta si è presentata a casa mia con un dono: era latavola magnifica di Gröningen Parken.

Questamostra è stata concepita per festeggiare l'amicizia di Marta Jorio versoquesta casa e per cantare le sue Cicale, una delle piùavvincenti ed emozionanti biografie d'infanzia riunite nella collana Glianni in tasca graphics Topipittori. Questedi Jorio sono le immagini di una vita impressa a colori, figliadi arrivi e di partenze, a casa propria nei paesaggi di mare e diterra, teatro continuo nella difficile ricerca di chi sono gli altrie chi sono io. Dalle finestre ammiriamo panorami, ma possono volareoggetti e bestemmie, «Marooooonnnnaaaaaaaaaa». La lingua battesulle sillabe di una frase dell'autrice, che mai abbandona: «Lalibertà è una forma di disciplina».





Alle tavole originali di Cicalel'autrice ha unito per l'occasione sculture inedite, materialiprovenienti dal suo ultimo viaggio in Messico, storie in presadiretta dove eruttano i vulcani.

Quandofa buio, Marta invita gli ospiti a riunirsi nella corte internadel palazzo. Sul muro azzurrino proietterà un teatrino di figuremosse, fatto di cartoncini ritagliati e luce proveniente da unalavagna luminosa recuperata all'ultimo minuto con la collaborazionedi una bibliotecaria amica, Morena. Rapiti da quanto avviene,nessuno riprende o fotografa quel momento, purtroppo. Un bis miavrebbe salvata, forse, dall'imbarazzo di non sapere documentareadeguatamente questo passaggio.




A distanza di un giorno dall'inaugurazionedi Cicale a Rovereto, siamo nell'atmosfera del 62° Trento FilmFestival, in compagnia di Monica Monachesi, a Trento per la mostra Ilsogno del serpente piumato e per un incontro che vedeal tavolo dei relatori tutte e tre. Di questa esperienza, ricorderòpiù di tutto la freschezza del direttore del Festival, Luana Bisesti,nel suo intervento introduttivo; la faccia di bambino stupito di FolcoQuilici, in prima fila, che sgrana gli occhi davanti alle illustrazionidel Messico, durante la relazione di Monachesi, e alle serigrafie diMarta Jorio proiettate su grande schermo; la riconoscenza del consolemessicano in Italia, Marisela Morales.

Unasettimana dopo, siamo con Marta Jorio di nuovo al 62° Trento FilmFestival per un laboratorio all'aperto, inserito nella programmazioneParco dei mestieri, dedicato agli antichicodici messicani. Ci basiamo su una serie di timbri fabbricati daMarta, bellissimi anche solo da vedere, e su alcuni oggetti adatti apraticare le tecniche di stampa: sgorbie, adigraf, rulli, spugne.

Marta Jorioa Trento con Paolo Canton, “il mio editore” come lo chiamalei.



Marta si esprime con la voce, con le mani, congli occhi. Invita tutti a provare: chi bambino è e non è. Esordiscemostrando stampe. Sono modelli di vulcani e di templi aztechi suiquali i bambini intervengono con osservazioni originali, talvoltariconoscendo in essi altre matrici: sembrano loro torte a più piani;strumenti musicali; capelli lunghi di una donna vista di spalle;armi da guerra e da caccia; cappelli.






Ciascuno conosce da vicino come èfatto un timbro e come si costruisce, e gioca a modo proprio conla serialità e la ripetizione di motivi decorativi. Qualcunoprende a raccontare ad alta voce storie fantastiche, dai risvolticrudeli, dando atto di amare molto, dentro le storie, il sensodell'avventura e del pericolo.

Illaboratorio ha coinvolto bambini e adulti, per due pomeriggiintensi. Con soli tre colori e ventinove timbri, sono nati circasessanta disegni, quattro mostre estemporanee e il desiderio diportare lo stesso gioco altrove, durante l'estate, in un altrogiardino, di un altro festival, in compagnia di altre persone,che attendiamo di conoscere presto.