E dopo? Cosa è successo dopo?

Lo sketchbook MarinaMarcolin

[di Silvia Gardina]

Qualche tempo fa si questo blog si è parlato di FactoryQuota 101. Al tempo il progetto era ancora agli inizi e nelpost si invitavano illustratori e illustratrici a candidarsi per lapartecipazione a questa iniziativa della cantina padovana. Nel mentre èsuccesso che sono arrivate tante (davvero, non ci aspettavamo così tante)candidature, ci sono state le selezioni e si è svolto il tutto, suiColli Euganei. Qui una famigliadi viticoltori (Roberto, Silvia, Michele, Natalia Gardina)ha ospitato cinque illustratrici per una maratona di due giornisul vino e sull'illustrazione. Vi raccontiamo com'è andata,ma anche perché e cosa ne sarà.

Cominciamo bene: il 13 e il 14settembre sono stati due giorni di sole pieno. Il luogo: una cantinaisolata, profumo di lavanda, lepri ciccione, filari di vite, cespuglidi rose, il tramonto in quad, merende pranzi e cene senza respiro. Lecandidate scelte per il weekend erano cinque illustratrici: una con larisata contagiosa, una con la frangia all'insù, una senza la “c”, unache sbagliava l'idioma, una con la criniera. Perfette. I loro nomi: Ilaria Faccioli, Ilaria Falorsi, Irene Moresco, GiuliaSagramola, StefaniaTonello. Insieme a loro Marina Marcolin,con il suo impeccabile workshop sull'acquerello, e Carla Manea, ospited'esperienza come giurata del concorso.

CheIlaria Falorsi si sia divertita, non  v'èdubbio.

Cosa è successo? Ilbuongiorno del sabato mattina è stato il workshop di Marina sull'utilizzodell'acquerello, tema: la natura della vigna. Qui il gruppo si è formato,tra scambi e consigli. Per il resto del tempo le illustratrici hannodisegnato. Ad onor del vero mangiato, bevuto e disegnato. Ad ognunadi loro è stato assegnato un tema per eseguire un'illustrazione:chi il pic-nic, chi il cibo, chi la bicicletta, chi l'ulivo, chi gliamici. Cinque temi che non erano altro che l'interpretazione che lacantina ha scelto di dare al rito della degustazione. Un raccontoleggero della bottiglia di vino, legato alla convivialità.

Lo sketckbook [sketchbook?] di IlariaFaccioli


Perché cinqueillustratrici. Il bello di ospitare in una cantina personeche il vino non lo vivono per lavoro è proprio che loro il vino non lovivono per lavoro. C'è quindi quella spontaneità di vedere la natura e isuoi prodotti che si rischia di perdere quando in questo mondo ci si è daun po' di tempo. Certamente fare vino è un lavoro serio, perché c'è lanatura che non la puoi controllare, perché c'è lo studio dei terreni,perché le uve bisogna saperle lavorare. Ma poi, quando il vino lo sidegusta, bisogna cambiare registro e farsi più leggeri. Il bicchiere conl'amico, una bottiglia e una coperta in mezzo al prato, la ricetta dellanonna col vino da tavola. Questo è quello che sono riuscite a fare leillustratrici: essere leggere e raccontare il vino con occhi nuovi.

Lo sketchbook di GiuliaSagramola.


Cosa resterà di questigiorni insieme? Cinque illustrazioni che sarannoutilizzate per creare un manuale sul vino e sulla degustazione secondol'interpretazione della cantina. Uno strumento di comunicazione chel'azienda utilizzerà per presentarsi. Le illustrazioni realizzatehanno stili diversi, ma insieme interpretano bene il linguaggiodella cantina. I lavori visti insieme danno voce a un percorsocollettivo assolutamente imperfetto. Assolutamente bello. Quandosarà pronto, ve lo mostreremo