La poesia e l'infanzia

Qualche mese fa Martina Attuoni* ci ha contattato, chiedendoci il permesso di pubblicare alcune immagini nella sua tesi di dottorato, una tesi, scritta sotto la supervisione di Milena Bernardi, sulla poesia per l'infanzia, o meglio sul rapporto tra poesia e infanzia: La poesia e l'infanzia. Incontri, intrecci, possibilità nella terra marginale della "parola magica". Nella sua trattazione ha focalizzato l'attenzione su alcuni libri del nostro catalogo e, in generale, ha individuato la nostra collana dedicata alla poesia, Parola Magica, come emblematica di una poesia per bambini di qualità.

Per questo ha dedicato a essa il capitolo finale del saggio: La «parola magica» di Topipittori: un interessante progetto italiano di poesia per l’infanzia. Oggi questo saggio è uscito, pubblicato da Sinestesie edizioni, nella collana La libreria di Stardi, diretta da Leonardo Acone, che accoglie saggi, ricerche e studi sui rapporti tra letteratura e regione infantile, sia nella specificità della letteratura per l’infanzia e per ragazzi, sia nell’analisi della presenza dell’infanzia e della giovinezza ‘nella’ letteratura. La collana è pensata in ebook open access, formato pdf, per una distribuzione capillare che consenta di raggiungere un’ampia platea dei lettor. Quindi, il saggio per tutti i coloro che lo vorranno scaricare, è disponibile qui.

Vi anticipiamo la parte iniziale del terzo capitolo: La «parola magica» di Topipittori: un interessante progetto italiano di poesia per l’infanzia.

I motivi per cui si è scelto di analizzare con lo sguardo del paradigma indiziario proprio la collana «Parola magica» di Topipittori sono molteplici e legati, come precedentemente accennato, al rilievo che la collana assume nel panorama della poesia per l’infanzia in lingua italiana, sia in termini quantitativi (ovvero per la sua longevità e per il numero di titoli che la compongono) sia in termini di qualità, organicità e coerenza del progetto editoriale che ne ha permesso l’ideazione e la prosecuzione nel tempo.

Che la collana, giunta nel 2021 al diciassettesimo anno di esistenza, nasca da un preciso e articolato pensiero della casa editrice circa lo spazio che la poesia merita sugli scaffali di libri destinati a bambini e bambine risulta piuttosto evidente, oltre che dall’importanza che essa ricopre, con i suoi numerosi titoli, nel catalogo dell’editore, anche dalle riflessioni che l’editor e direttrice artistica Giovanna Zoboli ha dedicato alla parola poetica, e più in generale alla parola scritta come componente fondamentale del picturebook, in varie occasioni nelle quali ha scelto di esplicitare la mission e l’intenzione che guidano sin dalle prime pubblicazioni l’operato di Topipittori, casa editrice da lei fondata nel 2004 insieme a Paolo Canton.

Già attorno al 2005, in effetti, in un articolo in cui racconta la nascita della casa editrice, Zoboli affronta il problema della lingua che, a suo avviso, è spesso considerata un fatto innato nell’essere umano perché collegata a un che di istintivo e in qualche misura “materno” (basti pensare al termine “madrelingua” per indicare la lingua appresa alla nascita), rischiando di essere utilizzata da autori e autrici per l’infanzia in modo piuttosto inconsapevole. Se è necessario, per passare dalla comunicazione orale a quella scritta (in particolare quando si intende scrivere un testo letterario), possedere strumenti tecnici adeguati ad articolare un discorso, afferma Zoboli, questa necessità sembra venire meno, nella mente di alcuni aspiranti autori e autrici che inviano testi all’editore, quando si scrive per l’infanzia, quasi che, scrivendo per bambini e bambine, ci si affidasse a un vago “sentire” o si confidasse soltanto nel “contenuto” che si intende trasmettere o raccontare […]

Ninna nanna per una pecorella, di Eleonora Bellini e Massimo Caccia (Topipittori, 2009).

Casa di fiaba, di Giovanna Zoboli e Anna Emilia Laitinen (Topipittori, 2013).

Poesie della notte, del giorno, di ogni cosa intorno, di Silvia Vecchini e Marina Marcolin (Topipittori, 2014).

In un articolo ben più recente, apparso sul numero 47 della rivista «Hamelin. Note sull’immaginario collettivo» (G. Zoboli, La forma della scrittura in «Hamelin» n. 47), Zoboli ritorna proprio sul tema della scrittura, a partire da alcune idee espresse da Nicola Gardini in Lacuna: saggio sul non detto (N. Gardini, Lacuna: saggio sul non detto, Torino, Einaudi, 2014) relativamente all’importanza della dimensione dell’alterità e dell’impossibilità di un’identificazione totale nell’incontro del lettore con l’opera letteraria, idee che risultano molto rilevanti anche quando il lettore e l’opera in questione siano riconducibili al mondo infantile e in particolare alla forma testuale del picturebook. Età “altra” per antonomasia, l’infanzia si rivela, come precedentemente osservato, portatrice di uno sguardo che permette di osservare aspetti del reale altrimenti insondabili (G. Grilli, «Bambini, insetti, fate e Charles Darwin» in La letteratura invisibile: infanzia e libri per bambini, Roma, Carocci, 2011), sguardo che merita di conseguenza di trovare rappresentazione in una forma verbale che non lasci nulla al caso o all’improvvisazione, ma che coltivi invece un aspetto letterario vero e proprio, a maggior ragione quando la parola ad essa dedicata si fregia dell’attributo di “poetica”:

lo sforzo a cui è chiamato il lettore per incontrare il testo come altro da sé, è lo stesso dello scrittore quando si confronta con la scrittura: la materia opaca, altra, sfuggente, e insieme intima attraverso cui prende forma il senso. Senso che è molto di più di mero contenuto, ma venuta al mondo del pensiero, sua realtà, esattezza, unicità e irripetibilità. Non è rispecchiandosi nel linguaggio che lo scrittore scrive, ma attraverso il suo ascolto attento, la conoscenza della sua alterità, della sua natura, dei suoi vincoli, della sua profondità e vastità. (G. Zoboli, La forma della scrittura in «Hamelin» n. 47)

E sulle case il cielo, di Giusi Quarenghi e Chiara Carrer (Topipittori, 2015).

Acerbo sarai tu, di Silvia Vecchini e Francesco Chiacchio (Topipittori, 2019).

Poesie per aria, di Chiara Carmianti e Clementina Mingozzi (Topipittori, 2021).

Una tale attenzione per la qualità dei propri prodotti librari, che si manifesta anche nell’ininterrotto coinvolgimento, accanto ai nomi più noti, di nuovi talenti della scrittura e dell’illustrazione a cui affidare progetti editoriali studiati e seguiti nel dettaglio dall’editore, unitamente all’interesse mostrato da Zoboli e Canton per la riflessione teorico-pratica sulla letteratura per l’infanzia (e in particolare sul picturebook e i suoi possibili utilizzi) (G. Zoboli, «Succede un quarantotto»), di cui abbiamo fornito in questi passaggi soltanto un accenno, non fanno che confermare l’ipotesi della presenza di Topipittori fra quei piccoli editori che contrappongono alle ampie possibilità di marketing tipiche dei grandi colossi editoriali la cura editoriale e la ricerca estetico-letteraria. Al contrario di editori che puntano principalmente a incontrare gusti già formati nel pubblico e ad assecondare mode e tendenze, questi piccoli e medi editori (talvolta, come nel caso di Topipittori e, ad esempio, Orecchio Acerbo, ormai molto affermati nel panorama di riferimento) sono motivati da scopi che riguardano, certo, le vendite, ma che accanto ad esse pongono l’intenzione di mettere lettori e lettrici di fronte «ad una lodevole, bella, coraggiosa sperimentazione, ad uno sforzo reale di produrre libri che siano complessi, ricchi, sofisticati, originali», per dirlo con Giorgia Grilli (G. Grilli, Libri nella giungla. Orientarsi nell’editoria per ragazzi, Roma, Carocci, 2017), perlomeno nelle intenzioni di chi li pubblica. Proponendosi di accompagnare i più piccoli nello sviluppo di competenze di lettura di un iconotesto, ma anche e soprattutto della realtà, dell’immaginario in cui sono immersi e del proprio mondo interiore, al quale parole e immagini di qualità contribuiscono a fornire rappresentazioni possibili e panorami di senso ulteriori, questi editori sono “alla finestra” e con il brio sotto i piedi: cercano, instancabilmente. Grandi autori persi da ripubblicare, giovani illustratori sconosciuti a cui dare una storia, racconti orfani di immagini, editori di altri paesi con cui collaborare e approfondire scambi. Tutti indizi di vitalità.

(HAMELIN (a cura di), I libri per ragazzi che hanno fatto l’Italia, Bologna, Hamelin Associazione Culturale, 2011).


*Paola Martina Attuoni ha conseguito il Dottorato di Ricerca in Scienze Pedagogiche presso il dipartimento di Scienze dell'Educazione "Giovanni Maria Bertin" dell'Università di Bologna, dove svolge attività di ricerca nell'ambito della Letteratura per l'Infanzia e collabora con il Centro di Ricerca in Letteratura per l'Infanzia (CRLI). Dal 2016 si occupa di progettazione e realizzazione di attività di promozione della lettura rivolte all'infanzia e all'adolescenza, prevalentemente presso la Biblioteca Casa di Khaoula di Bologna.