Posso fare un libro anch'io?

[di IlariaMozzi]


Dapoco è terminato il corso Progettare Libriche Paolo Canton e Giulia Sagramola hanno condotto pressola scuola di Arti Applicate del CastelloSforzesco a Milano.
Otto lezioniintense, travolgenti, ricche di informazioni e preziosa occasione diconfronto.
Otto serate vissute con enorme interessee curiosità.
Otto episodi che mi piacerebberaccontare uno per uno (e forse lo farò), ma che ora tenterò diriassumere in questo lunghissimo post.
Mapartiamo dall’inizio: c’era una volta, un anno e qualche mesefa, una serie di bei post su alcuni blog (fra l'altro, qui e su Le figure dei Libri) che parlano di uncorso in cui Paolo insegna a “fare libri”.
Lileggo con curiosità, mi informo, scrivo qualche mail… e per unpo’ me ne dimentico.
Fino a questo ottobrequando mi tornano in mente il corso e il programma. E la vogliadi ampliare le mie conoscenze editoriali mi spinge a parteciparealla pre-selezione.
Dopo una decina di giorniarriva la lieta notizia: sono ammessa!

I mieiappunti.
Così,una fredda sera di novembre prendo parte alla prima lezione delcorso, assieme a 15 compagni d’avventura di diversa origine eprofessione: dagli Appennini alle Ande, passando per l’Ungheriae l’Iran (non scherzo!), illustratori, architetti, bibliotecari,studenti, insegnanti, impiegati comunali...
Inqueste prime ore Paolo, dopo breve presentazione, comincia asomministrarci informazioni culturali, storiche, economiche,commerciali, contabili e tecniche. 
Enoi riempiamo fogli di appunti, pagine di grafici sul funzionamentodella filiera editoriale, righe e quadretti colmi di numeri epercentuali. 
Giulia, nel frattempo, ciparla di “autoproduzione” e parte un confronto diretto sui costi,i guadagni e le fatiche di un editore (italiano) e di chi i libri li fa eli promuove da sé!
Torno a casa con la mente piena,un gran sorriso e… una lista di strani oggetti da recuperare. Alzi lamano chi di voi sa cos’è un creaser?

Ecco che cos'è uncreaser.
Ilsecondo incontro è altrettanto ricco e generoso di informazioni,questa volta sull’anatomia dell’oggetto libro. E i nostri taccuinisi coprono di termini tecnici (plancia, quadrante, canaletto, segnatura),termini buffi (cartone grigio-grigio, pancia, piede), alcuni onomatopeici(standard din), disegni e schemini.
Torno a casacon la testa che fuma… (ma a questo punto ho già scoperto cos’èil creaser!)
Laterza lezione riserva sorprese.
Dopo interessantispiegazioni su come vengono confezionati i libri arriva, finalmente,il momento tanto atteso! Un momento che Paolo e Giulia presentanocon uno strano luccichio negli occhi, quello che scatena glianimi e le mani: la piegatura dei fogli!
Laclasse alza la testa dal quaderno, riempie i tavoli di carta ecartoncini ed è tutto un piegare di qua e piegare di là! E chissàperché… lo sguardo di Paolo e Giulia è sempre più vispo, somigliavagamente a quello di un bambino che ha trovato perfetti compagni digioco.
Pieghiamo fogli grandi, fogli piccoli,2, 3, 4 volte e poi, su suggerimento degli insegnanti, pratichiamoqualche taglio qui, qualche incisione lì… e nuove strutture cartaceesi formano sotto i nostri nasi. 
Cirilassiamo, ci divertiamo, perché è proprio vero che il “fare”aiuta a sbloccarsi; e con il gioco delle pieghe, mi presti ilbisturi, come l’hai fatto questo… inizia la vera interazione digruppo.
L’espressione di Paolo, ora, è completatada un largo e sospetto sorriso…
Ma in quelmomento, sono troppo entusiasta dell’utilità e dell’efficacia delmio creaser  e del mio bisturi per pensarci, finché un rumoredi gessetto sulla lavagna mi costringe ad alzare gli occhi: COMPITI ACASA!
Compiti?
Certo, èuna vera e propria scuola questa.
Un compito a casa di MarissaMorelli...
Il primocompito creativo è quello di ricavare una storia, un progetto, qualcosache abbia senso partendo da una delle strutture appena create. Si cominciaseriamente a progettare libri! 
Il ritornoa casa, stavolta rasenta la follia. Nella mia testa si accavallanoimmagini, idee, creazioni a cui devo dar forma subito! Il processodi creazione inverso suggeritoci (dal contenitore al contenuto) va astimolare non so quali parti del cervello e, incredibilmente, apre un vasodi Pandora.
... e uno di VesselaNikolova.
La settimana chesegue è più intensa del solito e arrivo alla quarta serata conun’energia che mi mancava da tempo, quella particolare sensazioneche nasce dalla passione, dal desiderio di creare, dal confronto edalla condivisione con persone che parlano la tua stessa lingua (eche si esaltano per una piega, per una cucitura o per la scelta di uncerto tipo di carta!). 
Lo spirito digruppo ha preso vita e cresce. Le lezioni seguenti sono come un’onda,costellate di esercizi pratici in classe, a casa, con la testa e con lemani, da soli, in coppia o in trio! 
E più“ostacoli” ci vengono posti, più la nostra creatività si esprime neltrovare soluzioni.
Una legatura di ElhamAsadi.
Ognivolta Giulia e Paolo ci mostrano nuovi tipi di rilegatura e assemblaggiodei fogli; e noi studenti ci troviamo a maneggiare aghi, fili, martellie punteruoli, trasformati in novelli sartorelli (non sempre agilima decisamente creativi!). 
Impariamoa riconoscere e fabbricare leporelli, fascicoli, pamphlet, dos-à-dos,legature giapponesi, wendingen, cuciture copte, nodi da marinai e CSB(crossed structure binding).
E nelle settimane traun incontro e l’altro, ognuno di noi coltiva idee e produce “oggettie progetti libro” sottoposti poi all’esame del resto della classee degli insegnanti.
FabioFacchinetti presenta il set portatile di libri dasgranocchiare...

Hovisto cose che voi umani… non potete davveroimmaginare (ma che forse avete già visto qui e qui): libri-gioco, libri-laboratorio,rilegature impossibili, copertine intrecciate, addirittura set di librida sgranocchiare! 
E la diversità diorigine e formazione dei partecipanti, i differenti approcci e puntidi vista sono una fonte continua di stimoli e arricchimenti. Unvero e proprio tesoro a cui attingere.
Gliinsegnanti ci guidano in questo percorso ponendo domande, dubbi,soluzioni e considerazioni tecniche ed economiche.

... e dimostra come indossarlo condisinvoltura.

Arriviamoall’ultima lezione carichi di creatività e di… cibo (la festa finalenon poteva certo mancare!). Nutriamo corpi e spirito, in un utilissimo edivertente esercizio in cui ognuno di noi presenta nel modo più efficacepossibile un suo progetto a un compagno eletto, per l’occasione,“editore” (e non pensiate che interpretare l’editore cattivo siafacile… non lo è!). 

Inutile dire chele auto presentazioni sono varie e personalizzate; ci sono i timidi eveloci, i comici e assai convincenti, i super organizzati con tanto dispiegazione scritta e i sicuri di sé. 
Nenascono confronti, dibattiti, consigli, critiche costruttive erisate.
AntonioLaino presenta la sua versione delle calviniane Cittàinvisibili

ERosana Liali ci spiega che la periferia desidera diventarecittà.


Il corso Progettare libri è diverso daquelli, da me, sperimentati finora.

Permette dicomprendere i meccanismi della produzione dei libri a più livelli,offrendo la possibilità di osservare il “prodotto libro” non solodal punto di vista di illustratori, ma soprattutto da quello degli altrifondamentali protagonisti: editori, stampatori, rilegatori, distributori,librai, clienti etc.
L'autricedi questo post si finge editore, mentre VesselaNikolova
le presenta il suo libro suicolori....

... con copertina a intarsio in plasticatrasparente.

Siesamina (e viviseziona) l’oggetto libro da prospettive differenti, a360°; questo processo stimola un’apertura mentale e un approccio nuovoal “fare libri” che tiene in conto, oltre al contenuto creativo delprogetto, un insieme più ampio e complesso di fattori e ruoli.

AncheBarbara e Ilaria (alias Passpartu) si sono confrontate
con la severità  di IllustrillaEditore.


Progettarelibri è più di un corso: è un laboratorio, un’officina,un luogo d’incontro, un’occasione di crescita personale, culturale,artistica e professionale.  
Mipermetto di citare le parole scritte in questo post da Ilaria,Gloria e Elisabetta a proposito del corso: «[…] Cinquegiorni che costringono a reinventarsi. Ed è normale, quando passal'uragano.»
L’uragano ha travolto ancheme, regalandomi il desiderio e la necessità di andare avanti, creare,reinventarmi, scoprire sempre più cose e, come ci hanno decisamenteinsegnato Paolo e Giulia, imparare a condividere e a lavorare (bene) congli altri.
Che ne dite? Ce la siamo meritata un po'di festa?

Enon pensiate che sia finita qua, perché ho il sospetto chequest’avventura sia solo all’inizio!

I miai compagni in questo corso sono stati: IlariaAntonini; Elham Asadi; BarbaraBalduzzi; Eugenia Burchi; SilviaCancelmo; Fabio Facchinetti; Marta Ferina;Antonio Laino; Rosana Liali; Marissa Morelli; Daniela IrideMurgia; Vessela Nikolova; RichollyRosazza; Paola Sonnante; Miguel Tanco