Invitoper incontro Centro Interculturale CDLEI, Bologna,2012 |
Il 25ottobre, e fino al 3 novembre, a Pavia, presso lo Spazio per le ArtiContemporanee di Palazzo del Broletto di piazza della Vittoria, inaugurauna personale di Alicia Baladan. La mostra faparte del Festival dell’Illustrazione di Pavia, allasua sesta edizione, quest'anno ispirato al mito dell'ippogrifo ariostescoriveduto da Italo Calvino. Il festival ogni anno prevede tre esposizioni(qui trovate tutto sugli eventiin programma) e un focus su un illustratore emergente a cuiviene dato un premio in denaro e al cui lavoro viene dedicata unamostra. Quest'anno è toccato ad Alicia.
Primeidee per Piccolo grande Uruguay,2011. |
Esposte, troverete, oltre ad altri lavori, molte delletavole realizzate per i libri pubblicati da Alicia in questianni, la maggior parte dei quali nel nostro catalogo: Una storia Guaranì,del 2010 (menzione al concorso “migliori illustrazionilatinoamericane 2010, Universidad de Palermo, Argentina); Cielo bambino,del 2011 (selezionato a Ilustrarte 2012,Biennale dell’illustrazione del Portogallo); Piccolo, grandeUruguay, sempre del 2011; Cuentos delglobo, edito da Pequeno nel 2011; La leggerezza perduta, del2013.
Soprae a destra: Un masso, appunti in pantone, a voce alta.2011 |
Aliciaci ha comunicata la notizia della mostra e del premio perché avevanecessità di acquistare alcuni libri da esporre. Se non ne avesseavuto necessità, temo che ci sarebbe arrivato l'invito il giornoprima dell'inaugurazione, e questo post non avremmo avuto il tempodi farlo. E ce ne saremmo rammaricati. Questo per dire che Alicia èuno di quegli illustratori che vive in perfetta serenità nell'ombra:schiva, ritirata, concentrata e dedita, nella tranquillità (si fa perdire...), al suo lavoro. Credo che il suo temperamento fantastico,solitario e rigoroso, si percepisca bene dalle sue illustrazioniabitate da personaggi che paiono sempre sull'orlo di rivelazioni,caduti fuori dal tempo, affacciati su paesaggi misteriosi, implicatiin accadimenti e vicende surreali.
Auguri di Pasqua, 2013,2012, 2011. |
Prima di scrivere questo post, dato che di lei qui abbiamo già scrittoparecchio, e non volevo ripetermi, ho fatto visita al suoblog in cerca di ispirazione. E ho trovato cose che nonricordavo di avere mai visto: schizzi, prove, disegni, lavori piùo meno veloci realizzati per mostre, concorsi, depliant, occasionidiverse... Ovvero quel tipo di materiale che costituisce il lavoroquotidiano di un illustratore.
Un editore ai suoi autorichiede una prestazione particolare e impegnativa: pretende un lavorofinito, compiuto, coerente, pensato per vivere insieme a un testo,finalizzato alla riuscita di un libro, un prodotto che finirà primasugli scaffali di una libreria, poi nelle mani di un lettore, anzi dinumerose librerie e di numerosi lettori, e non in un solo paese del mondo,ma spesso in diversi. Tutto ciò porta l'illustratore, giustamente,a pensare “istituzionalmente” al proprio lavoro e a realizzarloin questa prospettiva. Quindi diciamo che l'editore, nel corso dellarealizzazione del libro vedrà il lavoro in diverse fasi, ma sempresi tratterà di un lavoro impostato secondo questa visuale, per quantoancora imperfetto.
Blu,2011. |
Provadi copertina per Cielo bambino,2011. |
Perquesto, quando un editore si trova invece a poter spiare nel quotidianodi un illustratore, fra le sue carte sparse, nei suoi cassetti, sulsuo tavolo, scopre un mondo e una dimensione del fare sorprendentee sconosciuta, quasi esotica, tanto si ha la sensazione che siainesplorata. Per fare un paragone è come incontrare per strada unapersona che si è abituati a vedere al lavoro. Cambiano a tal puntoi suoi gesti, modi, abiti, parole, espressioni, da farla risultarea volte irriconoscibile.
Io non so se le immagini che hoscelto per questo post in omaggio ad Alicia e al suo fervido immaginario,saranno esposte a Pavia. Credo di no. Là ci saranno quelle, splendide,che ha fatto per i libri e là le potrete ammirare, dato che meritano,sicuramente, una visita. Ma qui ho preferito mettere queste.
Schizziper Una storia Guaranì,2010. |
Schizzi per La mia valle,2012. |
Nonricordo più che artista diceva, o di che artista si diceva (il solito,inevitabile Picasso?), che il senso dell'opera o, meglio, l'operastessa, non sta negli highlight quanto nell'interopercorso, nello sviluppo del lavoro di un artista. E che, pertanto,le eccellenze vanno considerate come parti di un insieme il quale,solo, dà conto delle parti e del loro significato. Per quanto io siaun editore, e quindi condannata a pretendere dagli autori prestazioni“istituzionali”, trovo congeniale questo punto di vista.
Work in progress,2013. |
Personalmente, ilmovimento che dà l'anarchia del lavoro quotidiano, la sua mobilità,l'imprevedibilità, il non compiuto, l'imperfetto, il non finito,l'occasionale che contraddistingue questi materiali, i tentativi,gli scherzi, i giochi sono per me davvero, alla fine, nel lavoro di unartista, il lato più affascinante. Quello che mi sorprende di più,e che alla fine più invidio come prove di una libertà rispetto a sestessi che io immagino affondi le sue radici nel rapporto costante conla materia. Forse perché con le parole è davvero tutto diverso.
Illustrazioneper la mostra Corpo di mille balene, Cantù,2013 |