David Hockney e la montagna di vetro

Si narra che DavidHockney abbia deciso di illustrare le Fiabe dei fratelli Grimm affascinato dalla frasedi esordio de Il vecchio Rink Rank: «Un Re avevacostruito una montagna di vetro...» L'idea di disegnare una montagna divetro lo affascinava come problema tecnico. E si diede a risolverlo.


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Ma se stiamo a quel che dice Robert FlynnJohnson, curatore emerito dei Fine Arts Museums di San Francisco, DavidHockney ha sempre amato le
Fiabe deifratelli Grimm e le avrebbe lette tutte e 220 [sic!]. «Apensarci bene,» avrebbe detto Hockney, «si tratta distorie davvero strane, che raccontano le esperienze piùdiverse in un'atmosfera fra il magico e il moraleggiante. Sonoraccontini affascinanti, scritti in una lingua molto semplice,diretta ed esplicita. E la ragione del loro fascino, secondo me è la lorosemplicità.»



Questa passione, verao inventata che sia, ha dato origine a una serie di trentanove incisioni,realizzate da Hockney fra il maggio e il novembre 1969, ed esposte perla prima volta alla Petersburg Gallery di Londra, che per l'occasionerealizzò quattro diverse edizioni e un portfolio, tutti con una tiraturadi 100 copie e 15 prove d'artista.

Hockney scelse seifiabe. Una scelta molto personale, che include, oltre allagià citata Il vecchio Rink Rank, la celebreRaperonzolo, e le meno frequentate Illeprotto di mare (che ricordiamo è la AplysiaDeplians, un nudibranco), Ucceltrovato,Storia di uno che se ne andò in cerca dellapaura, Tremotino [ititoli sono quelli dell'edizione Einaudi 1951/1992, traduzionedi Clara Bovero, con una  prefazione di GiuseppeCocchiara; i testi sono anche disponibili online in questo sitopoliglotta].

All'approccio diHockney alle Fiabe dei Grimm manca completamenteogni intento di abbellimento (una tentazione alla quale hanno cedutomolti illustratori, anche blasonati). Il suo segno è semplicee scarno, come il linguaggio delle fiabe. Le illustrazioni nonscendono nel dettaglio, ma si concentrano sull'atmosfera e riesconoa restituirci con una straordinaria economia di segno il dramma e lamagia dei testi raccolti dai Grimm.


Secondo Peter Webb, autore di Portrait of David Hockneyhis images focus on his imaginative response to thedescriptions in the text rather than attempting to concentrate on the mostimportant events in the narrative. They are therefore more than simplyillustrations: they stand on their own as images, independent of thestories.» Ma su questo non siamo d'accordo: proprio il fattoche scaturiscano da un'indagine creativa sul testo fa di queste incisionidelle illustrazioni a pieno titolo.

Infatti, a partiredalle incisioni originali è stato realizzato anche un libro: SixFairy Tales from the Brothers Grimm with original Etchings by DavidHockney. È stato pubblicato a Londra nel 1970 da PetersburgPress, in associazione con la Kasmin Gallery. Il libro è minuscolo:undici centimetri di altezza per sette e mezzo di base. È rilegato inpelle blu, con il titolo in argento sul piatto di copertina, e contienetutte le 39 tavole. Le immagini che accompagnano questo post sono tratteappunto dalla nostra copia di questa edizione.
Le incisionioriginali, anche sciolte, sono inavvicinabili ai comuni mortali, ma laprima edizione di Six Fairy Tales si trova, con un po'di pazienza, anche in condizioni eccellenti, apartire da poco meno di cento euro. Chi volesseacquistare una ristampa recente, in formato più grande, può farlo qui.

Va aggiunta, a questo punto,una curiosità. Il frontespizio del libro è accompagnato dal ritrattodi una certa Catherina Dorothea Viehmann. Chi era? Diversamente daquanto hanno fatto i folkloristi successivi, i fratelli Grimm nonhanno battuto le campagne alla ricerca di vecchiette che raccontasseroloro le storie che si erano tramandate oralmente di generazione ingenerazione. Si avvalevano, invece, di "muse" più domestiche: un'amicadi famiglia, una vicina di casa... Ben 40 delle loro fiabe, fra lequali Cenerentola, I tre capelli d'oro deldiavolo e La guardiana d'oche, sono stateraccolte dalla viva voce della signora Viehmann, una vedova, figlia diun locandiere, che aveva probabilmente sentito raccontare queste storiedagli avventori della locanda del padre.