Esercizi di stile per un congedo

[di Maria Franco*]

L'isola di Nisida.

Piccola macchia verdeggiante nel mare tra Posillipo e Bagnoli, Nisida, come già cantava Edoardo Bennato, «è un’isola e nessuno lo sa». Legata alla terraferma da un istmo – descritta e raccontata da decine e decine di autori di ogni tempo e paese, da Omero a Cicerone, Boccaccio, Sannazzaro, Cervantes, Dumas, Croce, Serao, Marai – la Nesis greca ha intersecato la storia italiana e non solo. Da quando nella villa di Lucullo venne preparata la congiura contro Cesare a quando Gladstone, visitando nella torre il detenuto politico Carlo Poerio, definì il sistema borbonico «uno scandalo contro Dio e contro gli uomini».

Dagli anni Settanta del Novecento a Nisida c’è un Carcere Minorile. Per la nostra attuale legislazione, entrata in vigore alla fine degli anni Ottanta, il carcere è, per i minori, l’extrema ratio, sostituito ove possibile da altri tipi di sanzioni: arresti domiciliari, affidamento ai Servizi Sociali, messa alla prova, comunità. Anche se i numeri sono fluttuanti, Nisida ospita ogni giorno circa cinquanta ragazzi, quasi tutti napoletani o dell’hinterland (nelle carceri minorili del Centro-Nord, sono quasi tutti stranieri), e meno di dieci ragazze; si tratta dell’unico carcere minorile meridionale con una sezione femminile e raccoglie quindi ragazze provenienti da più regioni, in prevalenza rom. Nella maggioranza dei casi, i ragazzi sono accusati di rapine, spaccio di droga, tentati omicidi e omicidi; le rom, di furti. Tra le ragazze italiane c’è una percentuale di reati di sangue commessi all’interno della famiglia, oltre a rapine e spaccio. Quasi tutti i ragazzi hanno storie familiari difficili di padri, zii o fratelli maggiori in carcere; partecipano, almeno indirettamente, di una sottocultura camorrista; hanno esperienze scolastiche frammentate, quando non del tutto negative, segnate da bocciature, ripetenze, espulsioni, con percorsi interrotti anche prima del completamento della scuola dell’obbligo. Per le ragazze, la situazione è più variegata.

Grazie anche alla sua bellezza naturale e al clima di serena operosità, Nisida offre alle ragazze e ai ragazzi sotto restrizione un progetto rieducativo centrato sul rispetto e sull’attenzione per il singolo, sulla fiducia nelle sue possibilità di cambiamento e una serie di percorsi in cui ciascuno possa sperimentare le proprie positive potenzialità, ripensare le proprie scelte, scoprire una strada diversa per il proprio futuro. La scuola, i laboratori di ceramica, di arte presepiale, di pasticceria, di pizzeria, la pet therapy, il teatro, il laboratorio di musica, la cura del verde: un percorso di educazione alla legalità che passa attraverso strade di educazione alle emozioni, ai sentimenti, alla bellezza, e che si articola in una rete di attività di cittadinanza, per esempio il Laboratorio di Politica grazie al quale, a scuola, i ragazzi incontrano personalità della politica, della cultura, dell’economia. Per l'Istituto – che opera secondo le modalità dei Centri per l’Educazione degli Adulti - CPIA, Napoli Città 1 – la sfida è particolarmente complessa: ai problemi pregressi nel rapporto con la scuola va aggiunto che, eccezion fatta per alcune ragazze italiane, i ragazzi, anche nel caso abbiano frequentato la scuola e ottenuto un titolo, hanno competenze cognitive insufficienti e un ben scarso interesse culturale. Come insegnante di Lettere, ho sperimentato particolari difficoltà perché i ragazzi riescono a “tollerare” piccole dosi di matematica, di informatica e anche di inglese (considerate in qualche maniera “utili”), ma considerano la lettura e la scrittura attività del tutto “inutili”. Ritengono che la lingua che conoscono – un numero molto limitato di vocaboli, un lessico impastato di termini dialettali, di slang malavitoso, di paccottiglia televisiva – sia più che sufficiente a garantire la comunicazione con i loro pari e con l’ambiente di riferimento.

Nei trentacinque anni in cui ho insegnato a Nisida, e anche ora che continuo il laboratorio da volontaria, il mio obiettivo è stato di far loro sperimentare che leggere e scrivere, più e oltre che accrescere il patrimonio lessicale e le capacità di comunicare, sono un formidabile potenziatore del ragionare. Ragionare equivale a darsi maggiori possibilità di vivere la propria vita, scegliendo con la propria testa, senza essere determinati dalle circostanze familiari o ambientali; è trovare dentro di sé il desiderio di vita, la passione del diventare se stessi, superando il più negativo dei vincoli, ovvero la convinzione secondo cui il loro futuro non può che essere identico al loro passato e che il loro è un destino inevitabilmente segnato.

Negli anni, insieme alle colleghe, in particolare Adele Micillo, ho sperimentato diversi percorsi di scrittura: dal giornalino d’Istituto ai testi poetici e teatrali, dalla rielaborazione di libri ai fotoromanzi. Negli ultimi anni, all’interno del più complessivo progetto Nisida come Parco Letterario e Naturale, cui hanno preso parte diversi laboratori, abbiamo approfondito una modalità di scrittura mediata inclusiva e collettiva che ci sembra particolarmente adatta al nostro contesto. Alcuni autori napoletani, trenta in tutto (Maurizio de Giovanni, Valeria Parrella, Patrizia Rinaldi, Viola Ardone, Antonio Menna, per fare qualche nome) hanno lavorato con noi in classe a titolo gratuito, producendo insieme ai ragazzi e alle ragazze del Laboratorio di Scrittura otto volumi di racconti e un romanzo, nei quali sono rifluiti gli scritti degli anni precedenti.

Alcune delle copertine dei volumi prodotti durante il Laboratorio di Scrittura della Scuola del Carcere Minorile di Nisida.

L’iter del lavoro ha seguito questi passaggi:

  1. scelta da parte dell’insegnante della tematica dell’anno;
  2. presentazione di un aspetto specifico del tema generale da parte di ciascun autore, con il supporto video, fotografie, lettura di brani propri o altrui;
  3. dibattito in classe e contributo scritto da parte dei ragazzi;
  4. elaborazione, da parte dello scrittore, di quanto prodotto dai ragazzi in un racconto che ne riprendesse trama, nomi dei personaggi, espressioni;
  5. lettura ed eventuale revisione del testo in classe;
  6. pubblicazione della raccolta di racconti;
  7. lettura dei testi in classe e adattamento degli stessi nel Laboratorio di Teatro, con relativa messa in scena.

Questa particolare modalità di scrittura, mediata da “professionisti della parola”, ha avuto effetti ampiamente positivi. I ragazzi, sia che fossero in grado di elaborare una trama o anche soltanto di trovare l’aggettivo giusto per definire un personaggio, si sono sentiti co-autori del testo, sperimentandosi come co-protagonisti in positivo in un campo per loro così estraneo e minato come quello dell’italiano scritto, pieno di regole e ostacoli fino a quel momento considerati insuperabili. Hanno potuto, grazie all'adattamento dei testi nel laboratorio teatrale, rispecchiarsi nella mediazione letteraria e riflettere sulla loro esperienza, in una distanza che desse una luce nuova al proprio vissuto. Sempre dietro la mediazione letteraria, salvaguardando la loro identità e le loro personali problematiche, hanno potuto trasmettere all’esterno del carcere la loro vera voce, molto spesso ben lontana dalle immagini stereotipe che ne danno stampa e televisione. Molti hanno maturato il desiderio di leggere e qualcuno ha anche cominciato a scrivere autonomamente diari e racconti.

Il decimo volume della serie, Esercizi di stile per un congedo, è composto da due parti: una di poesie prodotte dai ragazzi e dalle ragazze nel corso del laboratorio sul tema (tenuto tutto l’anno da me e da alcuni poeti) e un’altra di racconti scritti da alcune ragazze che, avendo già frequentato anni di Laboratorio di Scrittura, hanno voluto misurarsi come autrici in prima persona. I dieci libri prodotti - alcuni pubblicati del tutto gratuitamente, altri grazie a piccole donazioni e al ricavato delle vendite dei precedenti – sono stati diffusi soprattutto grazie alle presentazioni, sia a Nisida che in altre sedi. Sono stati inoltre scelti per progetti di lettura di scuole medie e superiori di Napoli, contribuendo così a una reale conoscenza delle problematiche relative alla devianza minorile.

Quando la pandemia in corso lo renderà possibile, presenteremo il libro frutto del laboratorio tenutosi tra l’autunno 2019 e i primi mesi del 2020. Quest'ultimo include i racconti degli autori (incentrati su alcune parole-chiave) e i testi dei ragazzi, non solo di quelli ancora a Nisida, ma anche di alcuni di loro che avevano preso parte al lavoro di scrittura negli anni passati e che hanno dato il loro contributo una volta usciti dall'Istituto, segno che l’esperienza fatta è stata, per loro, importante.


Elenco dei libri del progetto Nisida come Parco Letterario e Naturale:

Racconti per Nisida (Guida Editore)

Racconti per Nisida e l’Unità d’Italia (Guida Editore)

Racconti per Nisida, isola d’Europa (Guida Editore)

La Grammatica di Nisida (Caracò Editore)

Parole come Pane. La Sintassi di Nisida (Caracò Editore)

Fuori. Racconti per Ragazzi che escono da Nisida (Caracò Editore)

Le parole felici. Esercizi di immaginazione a Nisida (Guida Editore)

La Carta e la Vita. Le ragazze e i ragazzi di Nisida raccontano la Costituzione (Guida Editore)

L’ultima prova. Il romanzo di Nisida (Guida Editore)

Esercizi di stile per un congedo (Guida Editore)

Sono tutti disponibili in formato e-book e alcuni di essi anche in forma cartacea su Amazon e presso altri rivenditori.

In corso di pubblicazione:

Dietro l’angolo c’è ancora strada. Per un lessico nisidiano (Guida Editore)


[*Sono nata a Reggio Calabria, nel quartiere Pellaro, nel 1952 e vivo a Napoli. Ho insegnato per trentacinque anni nel Carcere Minorile di Nisida, dove, dopo la pensione, continuo la mia attività culturale come volontaria. Giornalista pubblicista, scrivo su Zoomsud e sul Riformista Napoli e curo il blog Conchiglie. Ho pubblicato studi di carattere storico e alcuni racconti. Dal 2017 curo una rassegna letteraria, il Pellaro Libri, che ha una doppia versione, una estiva e una invernale. Sono tra i cinque vincitori dell’Italian Teacher Prize 2017 e, nel 2011, sono stata nominata Cavaliere al Merito della Repubblica dal presidente Napolitano.]