Il tempo vola

Ed eccoci alla seconda novità del 2020, si tratta di Una mamma è come una casa, di Aurore Petit. Lo presenta oggi Diletta Colombo che insieme a Chiara Bottani ce lo ha anche fatto scoprire.

[di Diletta Colombo, Spazio B**K]

«Guarda che bello questo libro de Les Fourmis Rouge! L’ho fatto vedere ai Topittori che sono passati in libreria, devono pubblicarlo! È perfetto per il loro catalogo e venderà tantissimo. Paolo e Giò l’hanno sfogliato e hanno chiamato subito l'editrice», mi dice Chiara.

Il giorno dopo lo leggo anch’io e penso: ma sono io a d e s s o !

Cambio l’icona del mio profilo social con l’immagine della mamma che legge una storia al neonato e appendo il poster-copertina sulla porta della camera. Scriviamo all’editore per averne una pila per Natale e mando parole d’amore all’autrice. Il primo sguardo è entusiasta, quasi adolescenziale.

È passato qualche mese, detto-fatto: Une maman c’est come une maison viene pubblicato anche in Italia grazie a un filo diretto libraie-editore, emotivo-commerciale. E diventa Una mamma è come una casa.

Anche nell'edizione italiana, la sovracoperta di Una mamma è come una casa si apre e diventa un poster.

Riapro il libro ed escono una manciata di parole: autobiografia, album di fotografie, cambiamento, tempo, corpo a corpo. In un’intervista Aurore Petit, autrice e illustratrice dell’albo, racconta «È un modo per fissare nel tempo questi istanti che sono così rapidi. Il primo anno, quando si inizia a scoprire il proprio figlio, si ha subito la consapevolezza dei momenti che sfuggono anche mentre li viviamo. Il tempo va così veloce che non lo possiamo fermare. Penso anche che fare un libro durante questo periodo è stato un modo per viverlo più serenamente».

Le parole dell'autrice mi portano a galla una frase di Da zero a cento. Ogni attimo è da vivere (DeAgostini 2019.), che mi aveva molto colpito: «Hai imparato qualcosa nella vita?» ha chiesto la giornalista tedesca Heike Faller a centinaia di persone e dalle loro parole ha trovato cento risposte in comune. Una di queste è «Impari che la felicità è relativa, per crescere ha bisogno di un cambiamento» e nelle pagine successive, illustrate da Valerio Vidali, la pancia di una donna cresce e un papà sta sveglio di notte alla finestra con in braccio un bambino.

Da zero a cento (Heike Faller e Valerio Vidali, DeAgostini 2019).

Una mamma è come una casa è l’autobiografia del cambiamento più radicale della vita di una persona e diventa un album dei ricordi in dono al proprio figlio. Natalia Ginzburg preparava il sugo di pomodoro e semolino, ma intanto pensava alle cose da scrivere (Le piccole virtù). Aurore disegna briciole di immagini quotidiane dove ogni scatto ritrae l’anatomia dei gesti e degli sguardi che attraversano il nascere, conoscersi e crescere insieme, sotto l’ala di un papà attento e curioso.

In realtà tutte le volte che esce l'ennesimo libro sulle mamme, in libreria storciamo il naso. Ma che cos’ha questo album di speciale al confronto con la schiera di storie compiaciute e mielose che santificano il ruolo di madri tuttofare, esondanti d'amore? Riapro un’altra volta il libro ed escono nuove parole: metafora, colore, ironia.

Mi ricordo in prima elementare di aver incontrato per la prima volta una metafora leggendo Cipì: "palla di fuoco" era il sole. Incantata dal fatto che una cosa si potesse chiamare in un altro modo, creando una trasposizione simbolica di significati che sfuggisse alle regole ferree della grammatica, potevo iniziare anch’io a raccontare le cose come le sentivo! Dire che una mamma è una casa, un nido, una montagna, un’isola, un uragano, un dipinto o un paesaggio è inventarsi un linguaggio famigliare per poter raccontare tutto e incoraggiare un bambino a trovare le sue immagini per esprimersi e per descrivere ciò che ha intorno in modo personale.

Ma dietro ogni metafora si nasconde la fatica: quella di camminare con una pancia pesantissima, di partorire, di stare svegli tutta la notte a cullare, di farsi forza per curare un dolore, di proteggere e capire quando spalancare le braccia per lasciare liberi, di dover fare mille cose sotto la pioggia scrosciante, di inventarsi sempre giochi nuovi, di cucinare tutti i giorni, di riuscire a fare anche le pulizie.

«E allora capisco che è questo, il nodo: quando una nube bianca di gioia e una nube nera di disperazione si incontrano al centro della madre, e la madre non sa che fare. Sa che ci deve passare dentro. La madre questa cosa la sa bene; ma è il come, che non sa. A imparare il come uno ci mette tempo, che è sempre troppo lungo rispetto al tempo veloce che ti chiede una neonata.» (Rossella Milone, Cattiva, Einaudi 2018)

«Darwin ha più chiara di te la verità biologica del Corpo, fatta di materia, boli, feci, catarri; e che il suo apparire sulla crosta terrestre imporrà la lotta per la sopravvivenza: adattarti al cambiamento, questo dovrai fare per sopravvivere.» (Silvia Ranfagni, Corpo a corpo, Guanda 2019)

La metafora aiuta ad attraversare le cose più serenamente, sembra dire Aurore con il suo segno sicuro senza sbavature, e la sua ironia ci salva dai narcisismo dei super poteri, colorando il racconto di caricature. Papà, però, non smettere di star vicino. E se la società vuole le donne solo madri per poi dimenticarle quando mettono al mondo figli, la lettura Contro i figli della scrittrice cilena Lina Meruane è un antidoto essenziale alla gloria pericolosa dei superpoteri per ribellarsi alla solitudine e all'idea che il futuro dei figli sia tutto a carico delle madri. «Spesso vediamo solo il corpo individuale e ci dimentichiamo il corpo sociale».