La mia armatura è di diamante

[di Giulia Valsecchi*]

Mi sono imbattuta nel libro La bambina e l'armatura, scritto da Raffaella Pajalich e illustrato da Alicia Baladan, lo scorso anno e l’idea del sorriso come arma e strategia per affrontare il reale mi era piaciuta moltissimo; mi è sembrato da subito un albo particolarmente indicato per i ragazzi di terza media che durante quest’anno affrontano il delicato lavoro sul sé, anche nell’ottica della scelta della scuola superiore.

Così, quest’anno lo abbiamo inserito nella programmazione relativa alle attività di orientamento sulle classi terze. Le materie coinvolte sono state arte e italiano. Ho pensato subito di coinvolgere la mia collega di arte, perché ho ritenuto che lavorare manualmente potesse essere di grande aiuto per la fase di produzione scritta. 

Il lavoro si è articolato in tre fasi: siamo partiti dalla lettura dell’albo, abbiamo dedicato alcune lezioni alla scoperta delle immagini e del testo, abbiamo dedicato dei momenti alla stesura di una serie di domande sui temi del libro, sulla base di queste lo abbiamo nuovamente indagato e, quindi, siamo passati alla realizzazione di quella che ciascuno dei ragazzi immaginava come la “propria armatura” (disegno con tecnica mista). 

Dopo averla descritta anche in un testo, siamo passati a una fase più propriamente narrativa, la consegna era: Un’avventura con la mia armatura. Terminato lo scritto di quest'ultimo, durante le ore di arte è stato realizzato uno story-board.

Qui di seguito, trovate i testi scritti dai ragazzi e dalle ragazze, relativi alla seconda parte del lavoro in classe: la descrizione con immagini e parole della propria armatura.

 

Testo di I.T.

Rabbia e felicità insieme. La mia armatura è rappresentata in modo tale che si riescano a percepire le mie emozioni e i miei pensieri.  

Come mai un cavaliere senza spada e una corazza con tante e diverse caratteristiche?  

Io inizierei spiegando perché un colore così scuro come il blu possa stare insieme all’azzurro. Il blu secondo me rappresenta l’oscurità, i fondali marini, quindi le mie più grandi paure e tutto ciò di cui mi voglio liberare, come quello che non va dentro di me, i difetti, o le mie debolezze. Invece l’azzurro è il cielo, la superficie di tutto, un'emozione positiva e la possibilità di ricominciare.   

La mia armatura, a differenza di altre, non presenta una spada, perché la violenza non è l’unico modo per affrontare la vita. A volte però, credo sia utile avere uno scudo. Se si osserva attentamente il mio, si può vedere sul suo dorso una clessidra, che rappresenta tutto l’andamento della vita, i propri ricordi e tutto ciò che fa parte del passato. Ho voluto usare il blu come sfondo, perché ciò che è accaduto è una cosa che voglio lasciare andare, senza trattenerla. Quando si cresce, infatti, si passa in un nuovo mondo. 

Tutto ciò che mi ha offeso e ferito, ora lo uso come scudo, le cose brutte le voglio fuori dal mio corpo e le cose belle non sono un dispiacere, quindi le accolgo volentieri dentro di me.  

Le gambe, invece, le ho fatte con la carta da giornale perché rappresentano l’intelligenza e la cultura, o in generale tutto ciò che si può apprendere dallo studio. Ho voluto metterla nella parte inferiore del corpo, perché la natura cresce dal basso e anche la mia intelligenza lo fa, fino ad arrivare al cervello che elabora e fa uscire come fuoco i pensieri, in modo tale che vengano messi in atto. 

Poi c’è il torace che è diviso in due parti: la prima, ha un grande sorriso, con cui cerco di affrontare le cose e l’altra invece serve per mostrare come è bello il mondo senza edifici ed inquinamento; in un certo senso quell'immagine sul torace mi rispecchia, illustra come sono fatta, senza pensieri negativi e tanta positività. 

Con il mio tipo di armatura ti puoi sentire libero di andare dappertutto, ti ripara da cadute e puoi andare tranquillamente a vincere le paure. A scuola ti proteggerà dalle prese in giro, ma cosa più importante, ti servirà a trovare sicurezza in te stessa. 

  

Testo di E.M.

La mia armatura è costituita da dei pezzetti di cartoncino rosso che stanno a simboleggiare tutti i fatti belli e brutti accaduti nella mia vita che mi hanno insegnato tanto e mi hanno fatta diventare la persona che sono oggi.  

Ho deciso di disegnare una calzamaglia nera sotto quest’armatura che si vede sulle braccia e sulle gambe e che simboleggia, appunto, il futuro perché non so che cosa accadrà. Per questo motivo ho deciso di utilizzare il nero, un colore misterioso.  

Andando avanti con gli anni accadranno sicuramente altre cose sia belle che brutte e quindi si aggiungeranno altri pezzettini rossi. 

Per la parte dell’elmo ho deciso di usare la stessa tecnica del collage ma con dei pezzettini di foglio bianco, un colore astratto, per simboleggiare tutti i miei pensieri ma soprattutto il tentativo di tenere sotto controllo le mie ansie. 

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Testo di F.B.

La mia armatura si chiama Mike ed è fatta principalmente con pastelli ad olio. Ho aggiunto anche il cuore, realizzato con la carta stagnola. Il corpo invece, è stato colorato con dei Post-it rosa fluo. Gli occhi li ho fatti grandi perché la mia armatura è anche fatta per guardare e osservare. Essi sono verdi perché i miei occhi sono realmente così. 

I colori molto accesi fanno capire la mia vivacità e la mia voglia di fare. Se si guarda bene in fondo a sinistra si nota un cartellino con scritto sopra “un centesimo”, molti si chiederanno perché costa così poco: l’ho fatto, perché le caratteristiche che sto elencando le possono avere tutti, facendo un piccolo sforzo. Le orecchie sono fatte per ascoltare e sono dotate di un apparecchio che respinge le brutte parole e attira quelle belle. Osservando bene il corpo si possono ammirare dei piccoli tagliati rossi che simboleggiano la capacità di restare in piedi anche se si sa di avere difetti e ci sente giudicati. Purtroppo, la mia armatura si danneggia con l’inquinamento, quindi per esempio se del fumo di una fabbrica la colpisce, essa piano piano si restringe fino a diventare una normalissima palla di rifiuti. 

   

Testo di M.B.

La mia armatura fuori è un po' grossa, ma invece dentro è piccola proprio come me. È fatta in ferro con un pezzo di tela che rappresenta le mie opinioni e emozioni. Le caratteristiche che la valorizzano, sono il colore grigio che rappresenta la tenacia e in alcuni casi il coraggio. 

Però mi sono domandato perché ho messo questa stoffa, perché l'ho messa? 

All'inizio mi sembrava bello ma poi mi è sembrato strano. 

Mi è sembrato che sarebbe stato meglio senza, forse perché mi sembrava un elemento fragile e debole. 

Nel mio disegno c'è un cielo pieno di pensieri, anche se non si vedono, ci sono. Questo è molto importante perché devo avere delle idee, per esempio sulla scuola, sullo studio e sulla vita di tutti i giorni e le prendo proprio dal cielo. 

Questa armatura serve per proteggermi dai cattivi giudizi di tutti i giorni e dai brutti consigli che mi vengono dati. 

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Testo di S.C.

La mia armatura è fatta di diamante azzurro come il cielo e blu come il mare. 

Ha anche una spada e uno scudo di ferro con i contorni blu che aiutano a proteggersi dando forza. L’armatura sconfigge la stanchezza, la paura di nascondersi, di combattere e di affrontare la realtà. 

Mi dà gioia, forza e voglia di vivere senza paura, di andare a scuola fregandomi del giudizio degli altri, senza avere ansia di parlare davanti a tutti, di dare la mia opinione senza farmi comandare dagli altri; anche se qualcuno mi ferirà io mi rialzerò, e lo affronterò più forte di prima, senza fermarmi. 

È molto preziosa per me e non importa se non è di diamante o di un materiale prezioso, perché se non lo è fuori, lo è dentro. 

Mi trasmette gioia, forza, coraggio, sicurezza e tanta voglia di affrontare la realtà. Amo quest’armatura, mi protegge e mi tiene al sicuro, sicuramente non la cambierò mai. 

  

Testo di A.F.

L’armatura per me è uno specchio da indossare e la utilizzo per proteggermi. Io non sono una persona aperta e subito socievole, ma ogni volta che mi succede qualcosa o anche solo quando parlo con qualcuno, spesso mi capita di ripensare alla conversazione e di riflettere su ciò che è accaduto. Per questa mia caratteristica ho deciso di aggiungere alla mia armatura dei mosaici di specchio, il loro compito è proprio quello di riflettere. Lo specchio riproduce l’immagine di ogni cosa, mostrandola così com’è senza tralasciare alcun dettaglio. Di fronte a esso ognuno di noi può meditare su ciò che è successo o che potrebbe avvenire.  

Nella mia testa, io penso, ascolto e poi cerco di esprimere e di condividere le mie idee con gli altri. Immagino le mie future conversazioni e rifletto sulle mie parole, su cosa potrei aggiungere per rendere ogni momento più accattivante e più piacevole. Per me è difficile non pensare al futuro e non riesco ad agire senza prima aver pensato. I miei pensieri sono sempre molto attorcigliati, come il filo di lana con cui ho rappresentato il pennacchio dell’elmo, ma dopo continue riflessioni riesco a trovare la soluzione migliore. 

 La mia armatura è caratterizzata anche da un occhio molto grande posizionato al centro, vicino al cuore. Io credo di essere una buona osservatrice e spesso guardo persone o cose e noto dei dettagli che quasi mai nessuno vede. Ho questa caratteristica da quando ero una bambina, infatti, quando alla scuola primaria i miei genitori fecero il colloquio con le maestre, esse dissero che le osservavo con i miei occhioni verdi, senza dire alcuna parola. Io le guardavo, notavo il loro comportamento e cercavo di capire se fossero felici oppure no.  

Alla mia armatura ho voluto aggiungere anche dei pezzi di sughero che rappresentano dei tappi per le orecchie. A me piace molto stare in compagnia, divertirmi e parlare, ma certe volte ho bisogno di stare in silenzio, per ascoltare il suo rumore e i miei pensieri. Adoro il silenzio perché mi allontana da tutti i problemi della vita.  

Ognuno di noi dovrebbe avere un’armatura, ma non da indossare tutti i giorni, perché a volte è bello mostrarsi senza. È piacevole anche vedere le proprie caratteristiche, lavorare sui propri difetti e ammirare le proprie qualità a nudo. 

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Testo di A.C.

La mia armatura è stata costruita con la carta stagnola e rifinita con pennarelli; nonostante quello che appare, in realtà è stata forgiata con il tungsteno un metallo resistentissimo alle alte temperature, e poi ricoperta da uno strato di vernice che attira i raggi del sole così quando è buio si illumina. Nella vita reale questa armatura si illumina quando ci sono cose brutte che possono colpirmi e rattristarmi. 

Essa riesce a proteggermi o ad aiutarmi a risolvere problemi quotidiani, ad esempio quando mia nonna si è sentita male e rischiava la vita, io ero molto debole e fragile sentimentalmente ed ero chiuso dentro me, ma la mia armatura lucente (la famiglia) ha scacciato via il buio e mi ha confortato facendo arrivare l’allegria. La mia armatura è cromata ed è simile alle armature del XV secolo. 

Ho deciso di mettere pure un mantello perché mi sono sempre piaciuti. Il mantello è una specie di armatura secondaria e mi protegge dagli attacchi alle spalle. La spada risale a un reperto di una katana del primo samurai nero. 

Credo che la mia armatura sia venuta bene e infatti sono molto contento del mio lavoro anche perché mi sono impegnato molto. 

  

Testo di F.M.

“Bel disegno dirà la professoressa! Ma come mai ho deciso di raffigurare la mia armatura dentro un barattolo?”

Si starà chiedendo per quale motivo abbia deciso che la mia armatura sia chiusa in un barattolo di vetro. La motivazione è che a me serve che tutti questi strati interiori siano protetti, per sentirmi bene e al sicuro.

All'interno del barattolo ci sono: della sabbia che rappresenta il tempo che di solito è fondamentale per capire se la persona con cui sto interagendo sia una persona per bene ed educata; in questo caso potrei aprire il mio “casco” invisibile e mostrarmi senza protezioni. Uno scudo e una spada servono per simboleggiare che se avvenisse uno scontro, non avrei paura di battermi e magari di portarmi a casa anche una vittoria.

Per ultimo invece una torre di metallo in pannelli, che riflettono i vari strati del mio carattere. Sulle lastre c'è il mio riflesso “armato”, a ricordarmi che quest'armatura rimarrà per sempre dentro di me.

E per ultimo io, piccina ma al sicuro da tutto dietro il vetro, un materiale resistente, ma del tutto fragile e sensibile agli urti e colpi improvvisi. Se per caso dovesse andare a fondo un colpo avversario diventerei vulnerabile e rischierei di rompermi e frantumarmi. 

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Testo di S.C.

La mia armatura esteticamente non è molto bella, ma questa scelta ha uno scopo preciso. 

Essa è fatta di stoffa, come i vestiti che indosso tutti i giorni, colori perché deve essere felice e di carta stagnola perché rappresentano me, che sono di tutti i colori e di nessuno allo stesso tempo.  

Ho fatto prima un bozzetto a casa, poi l’ho ricopiata a scuola sul foglio che ci ha dato la Prof.ssa e infine l’ho decorata e le ho messo uno sfondo. 

La mia armatura serve tutti i giorni, è creata per nascondere agli altri le mie emozioni, perché sono introversa e non mi piace mostrarmi debole agli altri, per paura dei giudizi altrui.  

L’armatura molte volte è felice o magari menefreghista dei commenti. 

La spada serve per aiutarmi a superare le sfide quotidiane come lo studio, le verifiche, le interrogazioni… la spada è la mia determinazione, per esempio molte volte sono stanca e non ho voglia di studiare, ma la mia determinazione nel prendere un buon voto e di fare al meglio mi fa continuare. 

La ragazza che indossa l’armatura non ha espressione, si vedono solo i capelli, perché dentro l’armatura si possono provare tutte le emozioni. 

Sotto ai suoi piedi c’è un mondo per far capire che l’armatura appartiene a un’umana, e se si osserva bene è sull’acqua perché io in acqua posso essere chi voglio e togliermi l’armatura, non essere giudicata. 

L’armatura però è pesante e difficile da portare sempre, infatti molte volte l’armatura sé ne va e rimango io.  

Tutti in fondo in fondo abbiamo un’armatura per non mostrarci deboli e tutti alcune volte abbiamo bisogno di togliercela, anche io. 

  

Testo di L.D.

La mia armatura è costruita con materiali di recupero, carta, cartone, plastica e carta stagnola; ho scelto questi materiali perché quando sono a casa e non ho niente da fare mi piace costruire oggetti con queste cose. Li ho usati anche perché, credo, non serva un’armatura con dei materiali belli per far vedere che hai molte qualità, basta un’armatura di carta e cartone che faccia vedere come sei veramente. Per esempio, la mia non è un’armatura grossa o bombata, è un’armatura piccola che quando viene indossata deve essere aderente, così fa vedere come sei veramente. Non ti fa diventare più grosso o più forte, infatti devi essere fiero di come sei veramente, non di come ti fai vedere agli occhi delle persone che non ti conoscono. 

Insieme all’armatura c’è anche una spada, che però non serve a sembrare più forte, a fare paura o a fare del male, serve a far vedere che ho sempre una soluzione o un asso nella manica. 

I pezzi di plastica trasparente li ho usati perché sono un tipo un po' trasparente, cioè cerco di dire sempre quello che penso, anche se a volte dicono che parlo troppo. 

Invece la carta stagnola l’ho messa perché riflette la luce ma non troppo, e anche io, quando incontro dei problemi rifletto per risolverli. La maggior parte delle volte però non mi impegno al massimo delle mie capacità, quindi arrivo al risultato, impiegandoci più tempo e purtroppo a volte ottenendo risultati mediocri. 

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Testo di C.S.

La mia armatura è fatta con materiali diversi, come la spada che ho scelto di fare con diamanti o l’elsa che è oro; il mantello è stoffa argentea con piccoli brillantini; tutto questo simboleggia la forza che ho dentro di me. 

L’armatura l’ho fatta d’oro perché mi piace farlo vedere, così come mi piace fare vedere le mie qualità. 

L’elmo è di un altro colore perché è come se l’armatura avesse un difetto, il pennacchio, infatti, è rosso; rappresenta la rabbia che provo nei confronti delle mie debolezze. 

L’armatura è posta sopra una roccia, perché mi sembra che dia un senso di grande potenza. 

Lo sfondo ha dei puntini colorati per rappresentare la mia allegria. 

Non ho fatto vedere la faccia perché non mi sembrava una cosa che bisognasse far vedere. 

[*Mi chiamo Giulia Valsecchi, sono un’insegnante della Secondaria di Primo Grado. Mi sono laureata in Lettere Classiche con una tesi in iconologia-iconografia con il bravissimo professor Pierluigi De Vecchi. La passione per la storia dell’arte l’ho ereditata alle superiori, grazie alla mia professoressa Laura Polo, che riusciva a far apparire meravigliose le due ore trascorse in una specie di sgabuzzino, dove ci mostrava e spiegava un numero incredibile di diapositive, “facendole parlare”. Che le immagini avessero un loro linguaggio io prima non lo sapevo e la scoperta mi lasciò stupefatta. Ho cominciato ad insegnare nel 2005, ma sto imparando il mestiere ancora oggi. Mi piace tantissimo l’idea di poter dare degli “strumenti” utili ai miei ragazzi, ma anche il fatto di far percepire la bellezza delle cose che insegno, cosicché possano cercarsele in giro per il mondo quando saranno grandi.]