Piccole grandi meraviglie

Conclude in bellezza le uscite di primavera l'ultimo volume della collana Piccoli naturalisti sservatori ovvero In un seme. Manuale per piccoli collezionisti di meraviglie scritto da Beti Piotto, agronoma esperta di biodiversità, e illustrato da Gioia Marchegiani, straordinaria disegnatrice di natura che in questo post presenta il libro.

[di Gioia Marchegiani]

La copertina di In un seme di Beti Piotto e Gioia Marchegiani (Topipittori, 2021).

Mentre metto a posto il materiale raccolto e disegnato durante gli anni che sono stati necessari alla realizzazione di questo libro, provo a ricordare il momento in cui è arrivata l’idea che lo racchiudeva, quello in cui ho avvertito il desiderio consapevole di dargli forma. Proprio come un seme di tarassaco che vola leggero e si posa silenziosamente su un terreno incolto, è arrivato senza che io me ne accorgessi e, pazientemente, ha atteso il tempo giusto per germinare.

Il primo prototipo di In un seme.

Tre anni fa ho presentato il progetto a Giovanna Zoboli. Lei ne fu entusiasta e io felice perché da subito ho immaginato il libro per la collana PiNO, Piccoli Naturalisti Osservatori, con la quale è stato coupe de foudre dal primo meraviglioso Sei zampe e poco più, scritto e illustrato da Geena Forrest. In questo momento di bilanci, mi rendo conto di come e quanto questo libro sia per me il frutto - è proprio il caso di dirlo - di un susseguirsi di eventi e incontri con persone e luoghi straordinari. Di un tempo ricco di letture, osservazioni, suggestioni, elaborazioni grafiche e pittoriche. Imprevisti e sorprese. Coincidenze, casualità, ma anche determinazione e volontà. Un tempo in cui un ingrediente non è mai mancato e anzi ha alimentato quell’idea iniziale fino a trasformarla nel libro che oggi ho tra le mani: la meraviglia.

«Allo spettacolo di questa natura si ridestano le mie fantasie botaniche, e sono sulla via di scoprire nuovi rapporti nella natura dove nulla vi ha d’inutile in tanta immensità, dove la varietà sorge dalla semplicità.»

[Johann Wolfgang Goethe, Ricordi di viaggio in Italia, Roma, 1787]

La natura è la prova che per il raggiungimento di equilibrio e armonia ci vuole tempo, e innumerevoli tentativi per elaborare strategie di sopravvivenza che consentano di vivere e convivere sul nostro pianeta. I semi sono la manifestazione più potente di questo incessante e inarrestabile processo, di questa spinta alla diffusione della vita. Un tema vastissimo, ricco di storie incredibili, di regole e di eccezioni (sì perché ho imparato che in natura nulla è assoluto) e di sempre nuove importanti scoperte.

 

«La meraviglia è il seme da cui si genera la conoscenza.» [Francis Bacon]

Negli ultimi anni la mia attenzione si è concentrata soprattutto sull’illustrazione botanica. Premetto che fin da piccola le mie attività preferite avevano a che fare con la natura. Per quello che era possibile abitando in un quartiere di città, il soggetto naturalistico ha sempre occupato un posto d’onore nelle mie cartelle di disegni. In ogni mio albo illustrato compare l’elemento botanico che, anche se solo come motivo decorativo, è per me qualcosa di imprescindibile a cui dedico sempre un’attenzione particolare.

 

Gioia Marchegiani dipinge dal vivo un elleboro.

Più recentemente, sono aumentate le occasioni di coinvolgimento in incontri sul tema natura, natura e disegno, natura e poesia. Dal 2017 ho l’onore di presiedere la giuria dei pittori del prestigioso e storico Premio Roma per le Nuove Varietà di Rose, organizzato dal Roseto Comunale di Roma.

La giuria dei pittori del Premio Roma per le Nuove Varietà di Rose.

Un roseto dipinto ad acquerello da Gioia Marchegiani.

Piante e fiori sono i protagonisti anche dei miei incontri di disegno e acquerello botanico, che nel tempo sono stati ospitati in librerie, biblioteche, boschi e giardini e che, oltre all’apprendimento della tecnica dell’acquerello, sono soprattutto momenti di immersione in una dimensione creativa, libera e benefica.

Adulti e bambini dipingono nell'Hortus Urbis.

A me carissima è la location degli incontri en plein air come quella di Disegni e Acquerelli nell’orto per adulti e bambini, che dal 2012 sono ospitati nell’Hortus Urbis. È questo un luogo che ha significato moltissimo per questo libro: In un seme. Manuale per piccoli collezionisti di meraviglie. Hortus Urbis è un fazzoletto di terra nel Parco dell’Appia Antica, affidato alle cure dall’associazione Zappata Romana, nelle persone di Silvia Cioli e Luca D’Eusebio che, con il patrocinio del Comune e della Provincia di Roma e assieme al contributo di tante persone, è stato trasformato in un orto sui generis. Nelle aiuole abitano piante di origine antica, di quelle che si coltivavano nei giardini romani, così come ci tramandano i testi di Plinio il Vecchio e Columella. Queste vengono lasciate crescere a oltranza, perché si possa apprezzare la bellezza di tutto il loro ciclo vegetativo. Bambini e adulti volontari sono invitati a zappettare, diserbare, pacciamare, annaffiare le aiuole ma anche a raccogliere, spargere e scambiarsi semi, consigli e conoscenze.

Ricordo che quando io e Cristiana Pezzetta, che insieme siamo l’associazione Semidicarta (guarda caso!), andammo per la prima volta all’Hortus, c’era proprio un bellissimo laboratorio sulle bombe di semi (di cui si parla nel libro).

Come preparare bombe di semi: pagine da In un seme.

Tra i primi allievi entusiasti dell’Hortus Urbis è arrivata, un giorno, anche una simpatica signora argentina, romana di adozione, che sapeva tutto sulle piante e desiderava imparare a dipingerle sempre meglio per arricchire la sua formazione. Con lei i miei incontri si sono impreziositi di nomi e curiosità sul mondo delle piante e dei loro semi. Era la dottoressa Beti Piotto, agronoma, ricercatrice e autrice dei testi di In un seme.

Beti Piotto all'opera.

La prima persona che mi ha parlato di biodiversità e soprattutto mi ha fatto comprendere il valore della diversità biologica e la stretta correlazione di essa col mondo dei semi, è stata proprio Beti e per questo non smetterò mai di ringraziarla. Il suo modo appassionato e spontaneo di raccontare con semplicità qualcosa di complesso, mi ha spinto a chiederle di condividere con me questo progetto e di fare dono delle sue conoscenze ai bambini.

Una zolla di erbe spontanee (illustrazione di Gioia Marchegiani per In un seme).

Questo è un libro sui semi, ma è soprattutto un libro sulla biodiversità.

L’incipit del libro chiarisce subito il fulcro su cui io e Beti abbiamo imbastito il racconto, ovvero l’incredibile varietà esistente di forme, vegetali e animali, e di relazioni fra specie e ambienti che convivono in costante trasformazione, e da cui si genera la straordinaria bellezza che tutti conosciamo. Tutto ciò, di cui facciamo parte anche noi esseri umani, si chiama biodiversità e, oggi più che mai, siamo invitati a proteggerla.

La biodiversità di cui si parla nel libro abita vicino a noi, nel parco sotto casa, lungo i marciapiedi, nel cortile della scuola. Ne è un esempio perfetto la zolla di erbe spontanee che possiamo osservare ovunque dal vero e che è anche una delle prime illustrazioni da me realizzate per questo libro allo scopo di invitare il lettore ad andare a scoprire quali e quante specie coesistono in essa.

In questi anni ho raccolto tantissimi semi, e con la scusa del libro mi sono finalmente regalata un microscopio. Osservare i semi ingranditi dà quasi le vertigini, perciò disegnarli è stato invitabile. Ho cercato di dipingere le piante soprattutto dal vero, per non perdere la loro grazia, quella spontanea che possiamo ammirare nei prati. Disegnare e dipingere i fiori in maniera realistica è per me uno dei modi più belli per conoscerli profondamente. Cercare di riprodurre la peluria dello stelo di un papavero, la superficie vellutata di una foglia di salvia o l’azzurro del fiore di cicoria selvatica è un’esperienza che avvicina intimamente alla natura. È uno dei modi più belli di comprendere come ogni dettaglio abbia una ragione, come sia la forma ottimale raggiunta per uno scopo ben preciso, nel grande come nel minuscolo. Ringrazio tutti gli artisti della Natura, penso a Maria Sybilla Merian, Albrecht Durer, Giovanna Garzoni, Karl Blossfeld, Ernst Kreidolf, Beatrix Potter e tanti altri, incontrati sui libri o nei musei, sguardi che si sono avvicinati alla meraviglia, restituendoci di essa un’immagine poetica oltre che realistica, e che sono stati per me fondamentale fonte di approfondimento e ispirazione.

Studi preparatori e lavorazione di In un seme.

In un seme è il bottino naturalistico di tante passeggiate, conservato tra le pagine bianche di un grande quaderno. Sono servite molte revisioni per trovare il giusto equilibrio tra testo e immagine, e fino all’ultimo è stato prezioso e indispensabile il contributo di tutti. Sfogliandolo si possono osservare forme straordinarie e conoscere tante storie che si nascondono tra petali di fiori, dentro baccelli e bacche e frutti e gusci. Tutto ciò che c’è ha affascinato per prime noi autrici. Come non restare sopresi delle strane forme delle case dei semi? Come non provare simpatia per il lemure impollinatore? Come non far esplodere il frutto del cocomero asinino per veder saltare dappertutto i suoi semi? E ancora osservare e disegnare i semi, raccoglierli per farne maracas.

Il melograno.

Lo scoiattolo.

Il lemure e il topo.

Raccogliere e conservare semi è come raccogliere e conservare la speranza: farlo bene è importante.  Ci rende consapevoli di avere fra le mani qualcosa di prezioso da proteggere. Gli occhi si abituano a guardarsi intorno sempre in cerca di un seme da aggiungere alla collezione o semplicemente da riconoscere e salutare. La mia piccola collezione di semi mi aiuta a ricordare i luoghi dove li ho raccolti. Ora mentre li osservo e li archivio per bene trascrivendone i nomi, immaginando il piacere di mostrarli con orgoglio, mi sento piccola come loro. Ringrazio la bambina che sono stata e quella che vorrei essere oggi, con questo libro in mano e il microscopio sul tavolo.

«Ma i semi sono invisibili. Dormono tutti nel segreto della terra finché a uno di loro gli piglia il ghiribizzo di svegliarsi. Allora si stiracchia e fa spuntare timidamente verso il sole uno splendido, innocuo germoglio.»

[Antoine de Saint-Exupéry]