Lettere per creare legami

Oggi presentiamo il lavoro di un’altra scuola che ha deciso di accogliere la nostra proposta delle Lettere Verdi, per sensibilizzare alla conoscenza delle piante e in particolare degli alberi. Si tratta di una scuola dell’infanzia, cosa che ci fa felici, perché ci sembra molto importante che bambini così piccoli, con la loro sensibilità e intelligenza, possano avere voce in capitolo su un tema così cruciale per il nostro tempo e possano essere ascoltati dagli adulti che fanno parte della loro comunità. Il progetto Lettere Verdi è tutt'ora valido, se qualcuno fosse interessato a seguirlo. La sua realizzazione è libera, basta seguire le istruzioni per la sua attuazione (qui). Alle scuole che lo realizzano chiediamo di farcelo sapere e se, possibile, di inviarci dei materiali che lo raccontino: testi e immagini da pubblicare in questo blog. Il precedente resoconto, A scuola nel frutteto della scuola secondaria di Calco, in provincia di Como, lo trovate qui.

Un progetto pensato per l’infanzia ispirato alle Lettere verdi

[di Irene Lorenzini, Scuola dell’infanzia La casa del sole, Istituto comprensivo “Don Lorenzo Milani” Barberino Tavarnelle, Firenze]

La scuola dell’infanzia La casa del sole accarezza il cielo su una dolce collina nel cuore del Chianti; noi maestre siamo, insieme alle bambine e ai bambini, le fortunate abitanti di una casa che ci offre molte opportunità per scoprire il mondo, anche solo affacciandoci alla finestra. Ma lo sguardo di chi ogni giorno incontra colori, orizzonti e tramonti familiari non è abbastanza attento, non quanto quello di chi per la prima volta arriva in un luogo nuovo. Per questo abbiamo deciso di lasciare allo sguardo e alle parole di Sonia Basilico (formatrice e appassionata di letteratura per l’infanzia), la descrizione della nostra Casa:

Oggi so perché Irene Lorenzini e le sue colleghe mi hanno invitato a Barberino Val d’Elsa subito dopo avermi incontrata a Milano.

Poche volte capita un’intesa tanto immediata.

Ora conosco un altrove, un luogo bello, bellissimo, gestito da un gruppo insegnante con cui condivido ogni pensiero, donne capaci di chiamare all’appello serale 70 genitori e colleghi per un incontro intorno ai libri, ricevendo una tale risposta, una fiducia totale nelle loro proposte, in una scuola pensata davvero intorno ai bisogni d’infanzia, alla magia, all’incanto, al coinvolgimento e alla cura delle famiglie.

Una scuola dell’infanzia, scuola pubblica.

Un’assessora che vuole conoscermi e appoggia con grande convinzione i progetti delle proprie educatrici visionarie.

Nell’atrio, sui muri, nelle aule, opere d’arte, Antonio Catalano e il suo pensiero pedagogico, Bruno Tognolini e le sue parole, artisti locali, manufatti ceramici e legni, stanze-cielo, biblioteca, alberi e luce fuori e dentro, corridoi ampi, bambini con gli sguardi vivi che vanno in gita nel bosco ad ascoltare il silenzio, che, sdraiati a terra, ascoltano battere il cuore delle formiche, bambini che vanno in mensa cantando le parole di Catalano.

Donne che muovono i passi verso festival e convegni in formazione perenne e poi riportano a casa ciò che hanno scovato qua e là.

Un onore essere stata chiamata all’appello.

Tutto ciò che ho detto loro era già pratica diffusa, ho aggiunto solo qualche libro.

E mi ospitano con grande cura in un incantevole alloggio con finestra sul Chianti e ritorno con Firenze negli occhi, e tanta gratitudine.

Dopo aver letto la proposta delle Lettere verdi di Topipittori, sembrava quasi impossibile pensare iniziative e idee che potessero coinvolgere bambine e bambini di una scuola dell’infanzia. Ma le maestre, api operose, a cui la proposta era piaciuta molto, si sono subito messe a pensare e a immaginare un modo per renderle realizzabili. In fondo, l’albero è un abitante e compagno prezioso di giardini e di parchi cittadini e per noi che viviamo in una campagna fatta di olivi e boschi, gli alberi sono i compagni silenziosi che ogni mattina ci guardano dalle finestre, immobili o spettinati del vento.

Nella spiegazione letta sul blog di Topipittori, abbiamo letto che il progetto è nato «per rendere i cittadini più consapevoli in riferimento alla gestione, conservazione e modificazione sostenibile delle aree verdi in territorio urbano ed extraurbano. Per raggiungere questo scopo ci piacerebbe che i ragazzi fossero coinvolti a scrivere delle brevi lettere da inviare agli adulti che fattivamente si occupano (o si dovrebbero occupare) di queste tematiche (come amministratori pubblici, politici, governanti, imprenditori...), ma anche ai genitori, ai loro amici, ai vicini di casa, per dare il via a una collettiva alfabetizzazione verde a tutela del nostro patrimonio naturalistico da cui dipende strettamente la qualità di vita delle comunità abitanti

Da qui la nostra idea di raccontare il nostro legame con gli alberi e di legarci, letteralmente, all'albero, per rappresentare il modo in cui il nostro destino è effettivamente legato al loro. Tutto ciò deve avvenire in un modo adeguato ai pensieri e alle mani di  bambine e bambini dai tre ai cinque anni, e coinvolgendo le famiglie e il territorio nostri naturali “alleati”.

L’albero amico: si parte da qui.

Quando si vuol fare amicizia con qualcuno, si ha sempre un po' di vergogna e ci sentiamo timidi nel cuore. I bambini raccontano che per fare bene amicizia bisogna avvicinarsi in punta di piedi, dire parole sussurrate, poi bisbigliare al nuovo amico se “vuol essere abbracciato”. Così con l’albero, stesse emozioni, stesso cuore che batte: lui così grande di fronte a noi e noi così piccini. Se l’albero è d’accordo, si fa una carezza alla sua pelle e lo si ascolta, con pazienza, con le orecchie spalancate e la bocca chiusa; e se non si sentono bene le sue parole, si prendono due foglie: una, la mettiamo al nostro orecchio, una sul cuore dell’albero amico e ci confidiamo. Finalmente ci abbracciamo e se l’albero è grande e noi bambini, ci mettiamo vicini e più braccia si cingono al suo tronco.

Si impara, quindi, una nuova lingua, un nuovo alfabeto, la lingua dell’albero, delle foglie, dei rami, dei frutti... Si imparano parole, si scoprono e confidano segreti e poi si gioca. Si srotolano sottili strisce di tela da vecchi rocchetti di legno e con queste ci “leghiamo agli alberi”. Loro alti maestosi e immobili, noi senza radici e con piedi e gambe svelte che riescono a passare sotto e sopra una ragnatela di fili che subito si crea nel boschetto della scuola. Si diventa complici, si gioca insieme e ci si diverte, ci ride il cuore; a noi bambini e a loro alberi. Si continua ad ascoltare la lingua antica e segreta, la lingua sconosciuta eppure amica: parole, silenzi, carezze di vento che, poi, in classe parole diventano scritte da poeti o musiche di canzoni che ci raccontano storie di alberi.

Così noi che ormai siamo amici e abbiamo iniziato a imparare la nuova lingua, ora cominciamo anche a parlarla con l'aiuto di strofe e versi di autori e poeti. Le bambine e i bambini immaginano rime, parole, suoni e racconti. Le maestre scrivono queste parole su lunghe strisce di tela, chiedendo scusa ai poeti per aver accostato parole 'bambine' alle loro. Le strisce si avvolgono intorno a vecchi rocchetti da far viaggiare come un seme portato dal vento. Saranno loro le nostre Lettere verdi. Di porta in porta, arriva il momento di consegnarle nostre ai cittadini nostri vicini di casa.  I genitori sono invitati dalle maestre a fare gli stessi giochi dei bambini, in un pomeriggio di ultimo sole di fine inverno ancora tiepido.

I rocchetti intorno a cui sono state avvolte le parole dei bambini vengono poi consegnati al sindaco del paese, ai professori e ai ragazzi amici e alle ragazze amiche degli alberi della scuola secondaria di primo grado del paese, e poi ancora alla guardia forestale e poi alla dirigente scolastica.

Le parole di bambine e bambini scrivono ai grandi in un alfabeto sconosciuto. Hanno trovato il modo di raccontare le Lettere verdi, di diventare Lettere Verdi e di raggiungere genitori, maestre, ragazzi, amministratori ed editori con la speranza che domani, ci siano adulti-bambini che nel loro cuore e nella loro memoria si ricordino di quando, piccoli e pieni di risa, giocavano con un amico grande e imponente: un essere che come tutti i viventi, proprio come un bambino, ha bisogno, delle nostre più amorose cure e di tutta la nostra protezione: l'albero.

L’ALBERO AMICO LETTURE INTORNO

Leggere è un gioco, un gioco che ci fa diventare grandi, adulti e consapevoli, partendo da un seme, anzi da 100 semi che presero il volo. Sotto il grande albero del nostro salone ascoltiamo parole e storie di alberi. I semi raccolti nel giardino sotto la quercia che si affaccia alle nostre finestre, vengono regalati di porta in porta nel borgo del paese.

“PAROLE SUSSURRATE”

Si sa bene che ci vuole coraggio per fare amicizia, ci vuole coraggio per iniziare una relazione e non sempre si trovano le parole giuste. Spesso sono difficili da far uscire perché racchiuse nel cuore di ognuno di noi. Ecco che Antonio Catalano, amico e poeta ci suggerisce la strada per fare amicizia con gli alberi, per chiedere loro se vogliono diventare nostri amici. Impariamo così una nuova lingua, quella più intima, fatta di silenzi e di occhi: la lingua segreta dell’anima.

La lingua degli alberi.

Legami con gli alberi.

STORIE DI ALBERI

I poeti ci insegnano, ci prestano parole e i bambini, immaginano parole amiche e si fanno prendere per mano creando storie da raccontare…

Gli alberi appena giri gli angoli li vedi,

gli alberi sono creature in piedi,

e anche se sei grande, se tu gli vai vicino,

son sempre loro i grandi e tu il bambino.

[Bruno Tognolini, Gli alberi]

Ora continuiamo noi a immaginare parole in poesia per raccontare l’albero:

Sull’albero c’è una fogliolina,

un po’ …piccolina!

lei è attaccata ai rami

ed io, non ci arrivo con le mani!

L’albero con il vento sventola le foglie,

e il ghiaccio sopra i rami gli si scioglie.

La primavera sta per arrivare

e i fiori  presto presto farà sbocciare!!!

in estate raccoglieremo molti frutti,

albicocche, mele e ciliegie per tutti!!!

[I bambini e le bambine della sezione verde]

Ci sono betulle che di notte levano le loro radici,

E tu non crederesti mai che di notte gli alberi camminano o diventano sogni.

Pensa che in un albero c'è un violino d'amore.

Pensa che un albero canta e ride.

Pensa che un albero sta in un crepaccio

[Alda Merini, Tu non sai]

Ora continuiamo noi a immaginare parole in poesia per raccontare l’albero:

Pensa che un albero desidera un forte abbraccio

pensa che un albero sta lungo un fiume

brilla di luce più di un barlume

pensa che un albero sta sulla montagna

e dolcemente sogna

pensa che un albero in un prato fiorito della bellezza è rivestito

te l’ho già detto: tra gli alberi ci piace volare e dai rami lasciarsi cullare.

[I bambini e le bambine della sezione arancione]

Tu non sai ci sono alberi che di notte fanno le lotte, che levano radici e fanno i pici- tu non sai che di notte su un albero c’è un fiore che fa bene al cuore- tu non sai che sugli alberi ci sono i frutti che li mangio tutti- tu non sai che un albero balla con la palla- tu non sai che un albero è nella terra come una serra- pensa che un albero ha le foglie e nessuno le toglie- pensa che in un albero c’è tanto amore che fa battere il cuore- pensa che un albero ha i rami che sono strani ci sono alberi piccoli e grandi a volte sembrano giganti- sugli alberi si posano gli uccelli che sono belli gli alberi li ho visti nei prati, nei giardini e nei boschi

[I bambini e le bambine della sezione gialla]

Se fossi albero

Allungherei le radici

Nella terra come mani

In un sacco di oro zecchino.

Pianterei i rami nel cielo

Per confondere le farfalle.

[Giusi Quarenghi, Se fossi albero]

Ora continuiamo noi a immaginare parole in poesia per raccontare l’albero:

Se fossi albero allungherei le radici nella terra come mani in un sacco di oro zecchino.

pianterei i rami nel cielo per confondere le farfalle.

se fossi albero donerei a tutti i miei succosi frutti.

seminerei per terra deliziosi semi per far nascere una grande pianta che fiorisce ed incanta.

se fossi albero vorrei tutti gli uccellini intorno a me per sentirmi felice come un re.

tra le mie foglie li cullerei e con loro felice dormirei.

se fossi albero sarei un salice piangente per abbracciare tutta la gente e farla tornare sorridente.

[I bambini e dalle bambine della sezione rossa]

Fra gli alberi mossi dal vento

ho il cuore e me lo sento,

fra la querce sotto la pioggia

dove sta il mio cuore, dove alloggia.

Fra i pioppi in primavera

nel mio cuore si fa sera.

fra gli olivi in mezzo al sole

sento grilli e non le viole.

[Antonio Catalano, Il tempo fra gli alberi]

Ora continuiamo noi a immaginare parole in poesia per raccontare l’albero:

Fra i tetti nel giardino

io suono il violino,

il mio cuore è molto buono,

perché ascolto questo suono.

Fra i pini della sera

io gioco con la pantera,

fra i ciliegi del mattino

io gioco con un gattino.

Fra l’albero di melograno

io l’abbraccio con la mano,

sento l’aria nel mio cuore

che avvolge l’albero di amore.

Fra i lecci del boschetto

io faccio un giretto,

per raccogliere un fiore

da tenere nel mio cuore.

Fra i cipressi dritti dritti

ci sono funghi zitti zitti,

lo scoiattolo chiacchierino

gioca sempre a nascondino.

[I bambini e le bambine della sezione celeste]

DI MANO IN MANO

Per far viaggiare le parole, come foglie nel vento sono servite mani che porgessero parole a mani che le accogliessero, sono servite mani che prendessero con cura il senso e il significato di quanto si può essere cittadini consapevoli anche da molto piccoli, perché ogni seme, si sa, per diventare albero ha bisogno di cura e di protezione, ma anche di occhi e di cuore.

Hanno partecipato a questo progetto le bambine e i bambini della scuola dell’infanzia “La casa del sole” e le Silvia Bruni, Paola Russo, Barbara Dei, Roberta Alti, Donatella Zazzeri, Anna Maria Vella, Anna Grosso, Angela Berticci, Francesca Magrini, Irene Lorenzini.